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Rettori contro Sirchia: faccia i nomi dei baroni
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1. Rettori contro Sirchia: faccia i nomi dei baroni
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da Il Corriere della Sera
Domenica, 5 Gennaio 2003

Rettori contro Sirchia: faccia i nomi dei baroni
Replica alle accuse di nepotismo e gerontocrazia. De Maio: il problema esiste, ma non è generalizzato

ROMA - «Nepotismo? Sirchia dica a chi si riferisce». E poi: «E’ sicuro di essere esente da critiche nella conduzione della Sanità?». Botta e risposta tra il ministro della Salute e il presidente della Conferenza dei rettori (Crui), Piero Tosi. «Giovani bloccati in nome della gerontocrazia, della burocrazia e del nepotismo. In cattedra vanno tuttora figli e cognati. I meriti individuali non contano»: Girolamo Sirchia non ha usato mezzi termini per attribuire agli atenei le maggiori responsabilità della «fuga dei cervelli». Il ministro ha denunciato le difficoltà quasi insormontabili che incontrerebbero i giovani ricercatori prendendo lo spunto dalla lettera di addio del chirurgo Ignazio Marino, dimessosi dalla direzione dell’Ismett, l’Istituto mediterraneo per i trapianti con sede a Palermo. La risposta delle università non si è fatta attendere. Ed è venuta ancora una volta dai rettori. «Mi stupisce che il ministro della Salute chiami in causa l’università per un fatto che riguarda il Servizio sanitario nazionale - ha dichiarato il rappresentante degli 80 "magnifici" italiani, Piero Tosi -. Mi stupisce di più che la chiami in causa con accuse a raffica, senza sentire il dovere di fare precisi riferimenti. Stiamo lavorando ad un piano per i giovani». «Mi domando poi se il ministro della Salute è proprio sicuro di essere al riparo da critiche nel sistema di cui ha la responsabilità - ha detto ancora il presidente della Crui -. E’ diventato facile accusare senza dati l’università e considerarla come una spesa. Bisognerebbe che il ministro della Salute risolvesse i gravi problemi di stato giuridico che sono almeno parzialmente all’origine della decisione di lasciare l’Italia del cosiddetto "padre dei trapianti"».
Nel mondo accademico le parole di Sirchia hanno trovato consenso ma anche molti distinguo. Nessuno ha negato l’esistenza dei fenomeni denunciati dal ministro. Semmai è la diffusione del malcostume che viene contestata. Secondo il linguista Raffaele Simone, docente alla Terza Università di Roma e autore di saggi sui mali del mondo accademico, il ministro ha ragione: «Quanto alla gerontocrazia è sufficiente scorrere le statistiche del ministro da cui risulta un età media di 57 anni. Per il nepotismo, poi, basti pensare che vi sono alcune grandi dinastie che si trascinano dall’Ottocento. E questo accade perché in Italia manca il controllo di qualità: essere figlio o nipote in molti casi è un titolo sufficiente».
«Non amo le generalizzazioni - ha commentato Adriano De Maio, ex rettore del Politecnico di Milano e attuale rettore della Luiss di Roma -. La situazione prospettata da Sirchia in alcune casi è vera, ma ci sono tanti atenei e facoltà che adottano modelli differenti. Il ministro della Salute ha sollevato uno dei grandi problemi dell’università, ma affermare che accade dappertutto è esagerato». Prende le distanze dalle eccessive generalizzazioni anche l’ex presidente della Crui, Luciano Modica, ora senatore Ds. Che, a proposito di nepotismo, propone: «Sarebbe opportuno trovare un sistema di valutazione che ci metta in condizione di dire che un ateneo è migliore di un altro perché ha i docenti migliori. Utilizziamo parametri internazionali per valutare la qualità della ricerca dei professori. Oggi la carriera di un professore ordinario è automatica. Invece non dovrebbe fermarsi mai. Se le valutazioni non sono buone non si aumenta lo stipendio e nei casi peggiori si cessa l’attività».

Giulio Benedetti


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Date: 05 Jan, 2003 on 10:57
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