da Il Corriere della Sera
Lunedì, 16 Luglio 2001 L’inflazione dei promossi
L’unico bocciato è l’esame di maturità
di G. BARBIELLINI AMIDEI
Non è un calcolo bizzarro. Lo Stato italiano, per stabilire che su mezzo milione di ragazzi dell’ultimo anno scolastico ce ne sono 15 mila non maturi (il 3%), spende in pratica venti milioni a studente bocciato. Infatti la «macchina copiatrice», come la chiamano con ironia gli addetti ai lavori, costa 300 miliardi e promuove il 97% degli esaminati. Sfugge l’utilità di un meccanismo così complesso e così poco selettivo. La spiegazione tecnica dei punteggi è nell’apporto determinante dei colloqui e del credito scolastico: insieme spingono anche il candidato più incerto quasi alla soglia minima della salvezza. Anche se le prove scritte vanno maluccio, basta con scarsa scienza raggranellare altri pochi punti per entrare in zona promozione. Trascinati così, meglio abolirli questi esami. Tanto stress, tanta fatica, tanta organizzazione, e poi? Passa il tempo breve di un’estate e in gran fretta cominciano senza preparazione specifica gli esami severi per l’ammissione all’Università, prove richieste in un numero crescente di facoltà.
La scuola deve trovare il coraggio di scrollarsi di dosso questo e altri inconcludenti rituali. Cosa non facile, nella incrostazione dei velleitarismi politici, degli interessi e delle vecchie norme. Ma anche lei, ministro Moratti, ha almeno il diritto di fantasticare. Sogni di cancellare per l’anno 2002 l’inflazionata maturità e di destinare i miliardi risparmiati all’insegnamento di una materia nuova: come ci si prepara e come si superano gli altri esami (veri) della vita, che non prevedono percentuali da plebiscito. Un diploma, che non si nega (quasi) a nessuno, si può consegnare anche dopo gli scrutini dell’ultimo anno di scuola.
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