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NON SAPPIAMO PIU’ GUARDARE LONTANO
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1. NON SAPPIAMO PIU’ GUARDARE LONTANO
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da Il Corriere della Sera
Domenica, 29 Dicembre 2002

Una politica per i giovani e gli anziani
NON SAPPIAMO PIU’ GUARDARE LONTANO

di ERNESTO GALLI DELLA LOGGIA

Dopo le due ultime grandi invenzioni risalenti ormai alla metà del Ventesimo secolo - il welfare e la costruzione europea - la politica democratica offre uno spettacolo di sterilità. Nei nostri Paesi essa non è stata capace di inventare da allora sostanzialmente più nulla; è anzi ritornata sui suoi passi per quel che riguarda il welfare, e quanto all’Europa anche questa mostra segni di usura: evidentemente mezzo secolo non è passato invano neppure per lei. Lo Stato sociale e la costruzione europea sono l’esempio di che cosa possa la politica, di quale sia la sua preziosa, ineguagliabile funzione: integrare ciò che è separato, fondare appartenenza, costituire o ricostituire il legame sociale. Nel Vecchio continente dilaniato dal Secondo conflitto mondiale, dove l’eredità dei vecchi mali dell’industrializzazione si era andata sommando agli effetti prolungati della crisi del ’29, la politica visse nel dopoguerra una sua grande stagione. Perlopiù solo alla politica, alla sua capacità di mobilitare le risorse ideali e materiali necessarie (oltreché alla presenza degli Stati Uniti), si deve il radicamento della democrazia avutosi allora nell’Europa occidentale. L’Italia ne sa qualcosa.
Da 15-20 anni, però, lo strabordante peso fiscale dello Stato sociale ha messo sempre più la politica con le spalle al muro, ne ha ridotto gli spazi di manovra, sembra averne spento progettualità e fantasia. È un gran male, dal momento che le società contemporanee non hanno affatto cessato di aver bisogno di politica. Sicuramente ne hanno bisogno in modo diverso dal passato, vale a dire in un modo non necessariamente legato a massicci programmi di spesa pubblica gestiti da burocrazie interessate soprattutto alla propria proliferazione.
Ma della politica continuano ad avere bisogno, con lo stesso obiettivo di un tempo: lo stabilimento-rafforzamento del legame sociale, anche se oggi ci troviamo in una fase storica in cui tale legame è corroso non più e non tanto come avveniva un tempo dalla diseguaglianza economica che priva i più del necessario, quanto da inediti fenomeni di disarticolazione/disintegrazione culturale che colpiscono le nostre società. Tali fenomeni sono prodotti principalmente da due fattori: da un lato, da una generale perdita di senso, di capacità di autoidentificazione e di autorappresentazione collettiva (siamo sempre più ignari di quali valori storici rappresentiamo, di quali vicende ci hanno prodotto, e dunque di quale significato abbia o possa avere il nostro stare insieme); e dall’altro lato, da un andamento demografico che produce una sempre maggior percentuale di anziani (in Italia si è già al 24,3 per cento di ultrasessantenni).
Il primo fattore riguarda soprattutto il settore giovanile della popolazione, corrodendo e disarticolando il legame tra esso e il passato storico, dunque tra esso e l’identità della società. Il secondo fattore, invece, tende a creare all’interno di questa medesima società una grande massa di persone espulse dal lavoro, emarginate rispetto ai processi di riproduzione sociale, ma in grande misura ancora in buona efficienza fisica.
Ne risulta in entrambi i casi, per i giovani e per gli anziani, la difficoltà a riconoscersi parte reale di un tutto, un sentimento di esclusione e di autoesclusione spesso non scevro da tensioni e disperazioni, e per la compagine sociale quasi un venir meno ai due estremi biologici delle sue basi naturali.
Socializzare e nazionalizzare in modo nuovo e creativo i giovani, rimodellando il circuito scolastico, e affiancandolo a un intelligente servizio civile; integrare il vasto potenziale di energie degli anziani inventando assetti istituzionali che utilizzino, magari con piccole ricompense, i loro saperi e la loro disponibilità di tempo: ecco due compiti esemplari per la politica nel tempo del post-welfare. Se solo la politica però fosse capace di ascoltare e di agire.


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Date: 29 Dec, 2002 on 07:32
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