Più fondi alle Università e per il contratto scuola

ROMA - Occupate dagli studenti in autogestione, percorse da fremiti di malcontento da parte degli insegnanti che attendono i rinnovi contrattuali, le università e le scuole italiane non passeranno un sereno Natale. Il governo però ha provveduto, se non a sanare la situazione (restano confermati il taglio di organici per bidelli e insegnanti di sostegno e il ritorno al maestro prevalente) almeno a lenire il disagio proprio con le ultime decisioni prese in Finanziaria: il fondo ordinario per le università, infatti, è stato arricchito di 195 milioni di euro e il sistema della ricerca ha avuto 225 milioni. L´Ulivo ha sottolineato che si tratta di un tozzo di pane «e che il finanziamento alla ricerca, nello specifico, non compensa i tagli al Cnr e agli altri enti». Senza dire, hanno sottolineato Chiara Acciarini e Luciano Modica dei ds, «che la scelta dei progetti da finanziare sarà affidata alla presidenza del consiglio e non più a un ministro competente». Ma comunque il finanziamento non c´era e ora c´è, e politicamente comporta il rientro di fatto della sollevazione dei rettori che dieci giorni fa si erano dimessi in massa per protestare contro i tagli alla spesa ordinaria. La revoca dello stato di agitazione, formalmente, dovrebbe avvenire nell´assemblea che la Crui (la conferenza permanente dei rettori) terrà l´8 gennaio, ma il dato sostanziale è acquisito, come ha fatto notare il presidente della Conferenza, Pietro Tosi, rettore dell´ateneo senese, che ha pubblicamente ringraziato, oltreché il ministro Moratti («che ha sempre appoggiato la nostra battaglia») anche i senatori Valditara (An) e Eufemi (Udc) che con un apposito emendamento hanno restituito alle università quanto le esigenze del Tesoro avevano in un primo tempo sottratto. Anche la scuola - si diceva - vive un suo armistizio nel contenzioso che oppone ministero e personale. Nell´incontro avvenuto due giorni fa tra il ministro e i sindacati di categoria, la Moratti ha potuto annunciare infatti che sono stati trovati i fondi per i rinnovi contrattuali, sia dei 750 mila insegnanti che dei circa 250 mila dipendenti Ata (ausiliari, tecnici e amministrativi). 235 milioni di euro andranno ai primi e 85 milioni ai secondi. A queste cifre dovrebbero aggiungersi poi i fondi residuali delle due finanziarie precedenti, che arricchiscono questo paniere di altri 315 milioni per l´anno in corso, e 310 per il prossimo (la parte economica del contratto, infatti, è biennale). Ora, come queste risorse saranno erogate è ancora materia di contrattazione, tant´è che nei primi giorni del nuovo anno le organizzazioni sindacali della scuola saranno convocate all´Aran (l´agenzia che si occupa dei contratti del pubblico impiego) per stabilire i dettagli. Secondo un calcolo di massima diffuso dalla Uil scuola, comunque, agli insegnanti dovrebbe andare in media un aumento di 105 euro mensili e comunque l´aumento non sarà inferiore al 5,6% dello stipendio. Se dunque un accordo sulla parte economica del contratto sembra a portata di mano, su tutti gli altri aspetti della vertenza (stabilità degli organici, immissioni in ruolo, decreto «taglia spese», eccetera) le posizioni sono ancora distanti, da qui l´ipotesi che a gennaio ci possa anche essere uno sciopero, come ha confermato Fedele Ricciato, leader dello Snals, il maggior sindacato autonomo dell scuola. Ieri il ministero dell´istruzione ha anche comunicato che è stato fissato al 25 gennaio prossimo il termine per le preiscrizioni e che da quest'anno, sarà possibile effettuarle anche utilizzando Internet, sul sito www.istruzione.it. alla voce «iscrizioni on-line». Sarà comunque necessario portare poi la modulistica di iscrizione (scaricabile da internet) alla scuola prescelta. Ovviamente con più comodo.

Raffaello Masci