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«Più risorse contro la fuga dei cervelli»
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1. «Più risorse contro la fuga dei cervelli»
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da Il Corriere della Sera
Domenica, 15 Dicembre 2002

«Più risorse contro la fuga dei cervelli»

Appello di Ciampi durante Telethon: necessari centri di eccellenza per i nostri ragazzi. Donazioni record

ROMA - Se ne vanno per sottrarsi all’ambiente provinciale di alcune università, alla burocrazia imperante, alla penuria di fondi. O semplicemente per fare esperienza. Molti però non tornano. A loro, i cosiddetti «cervelli» in fuga, il Capo dello Stato ha dedicato il suo intervento a favore di Telethon, la grande colletta televisiva di fondi da investire nello studio delle malattie genetiche. CIAMPI - «Dobbiamo fare di più per impiegare i nostri ragazzi qui da noi - ha esortato Carlo Azeglio Ciampi nel suo messaggio -. Certo, sappiamo bene che è un arricchimento per tutti se i giovani ricercatori fanno esperienza fuori, a patto però che poi la Patria sappia richiamarli. Perché ciò avvenga è necessario creare centri nazionali di eccellenza. Non dobbiamo chiuderci, ma aprirci ai contatti internazionali, dobbiamo saperci porre obiettivi anche in termini di scoperte, di brevetti». Il discorso cade in un momento estremamente delicato, visto le polemiche di questi giorni sui finanziamenti per la ricerca scientifica.
RIDUZIONE STIPENDI - Clamorosa, soprattutto se si tradurrà in una reale decurtazione, l’iniziativa di 350 dei 500 docenti dell’ateneo romano di Tor Vergata: hanno sottoscritto un appello dove rinunciano agli aumenti automatici dei loro stipendi (4,31%) per l’anno in corso e il successivo. In questo modo il bilancio, calcola il rettore Alessandro Finazzi Agrò, verrà alleggerito di 300 milioni di euro. Secondo la Conferenza dei Rettori, gli scarsi finanziamenti mettono a rischio le normali attività di ricerca e didattica. Ignaro della singolare forma di protesta dei docenti romani, ieri Ciampi ha poi sottolineato: «Una nazione ricca di intelligenze, risorse umane, deve considerare la ricerca come l’impresa più importante».
POCHE RISORSE - L’appello di Ciampi è in piena sintonia con il pensiero degli addetti ai lavori: «In Italia si è sempre lavorato male, con poche risorse e mal distribuite, la fuga dei cervelli è un problema antico», guarda al passato Giulio Cossu, codirettore per i progetti sulle cellule staminali del San Raffaele di Milano. Per il direttore dell’istituto Telethon per la genetica e la medicina di Napoli, Andrea Ballabio, i giovani ricercatori italiani devono andare all’estero per acquisire esperienza. Il vero problema è il ritorno: «Bisogna poi mettere questi giovani tornati dall’estero nelle condizioni di fare bene il lavoro in Italia».
SIRCHIA E CASINI - Il ministro della Salute Girolamo Sirchia analizza le cause dell’esodo: «Un tessuto culturale scientifico che è vecchio, burocratico e segregante, non certo attraente per chi vuol tornare. L’unico modo per frenare la migrazione sono centri di eccellenza dove i "cervelli" possano sviluppare le condizioni che ci sono Oltreoceano». Anche il presidente della Camera Pier Ferdinando Casini, in collegamento da Bologna, ha riconosciuto che «occorre fare di più, le istituzioni devono fare autocritica. È grave che alcuni ricercatori preferiscano lavorare all’estero, il nostro impegno per riportarli qui deve rafforzarsi».
TELETHON - La maratona di Telethon si è conclusa stamattina alle due, con un finale a rete unificate. Ieri poco dopo la mezzanotte erano stati 22,3 milioni gli euro raccolti dalla trasmissione, di cui 13,4 dalla Banca Nazionale del Lavoro. Decine di scienziati sono sfilati sotto le telecamere dei programmi Rai per spiegare la rivoluzione e le prospettive nella comprensione e nella cura delle malattie genetiche. Straordinari progressi in vari settori. Basti guardare quello che è avvenuto nelle malattie metaboliche, circa 300-400, dovute a un difetto di produzione di sostanze «chiave» per la funzionalità degli organi. Nell’era della post genomica si riesce a «copiare» con metodi biotec gli enzimi naturali e a utilizzarli come farmaco, alcuni già in commercio o in attesa di entrare nel mercato. Un caso noto a tutti è quello della bambina di 3 anni, di Napoli, colpita da glicogenosi di tipo 2. Il ministero della Salute ha acquistato una cura utilizzata in via sperimentale negli Stati Uniti. «Purtroppo c’è un’altra bimba con la stessa disfunzione che non ha il farmaco - dice Generoso Andria, direttore dipartimento di Pediatria dell’Università Federico II, dove le due piccole sono ricoverate -. Oggi possiamo sperare di trattare malattie metaboliche che non avevano rimedio. Un esempio è il morbo di Gaucher: con la tecnica del Dna ricombinante si può ottenere l’enzima prodotto in situazioni normali da un piccolo organo, il lisosoma».

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Margherita De Bac


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Date: 15 Dec, 2002 on 08:26
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