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Storia contesa, il governo non toccherà i manuali
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1. Storia contesa, il governo non toccherà i manuali
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da La Stampa
Venerdì, 13 Dicembre 2002

CONTRARIA ANCHE L´ALA LIBERAL DI FORZA ITALIA
Storia contesa, il governo non toccherà i manuali

ROMA - Bufera in una tazza di tè oppure primo passo verso la «nuova cultura»? Dopo una giornata di polemiche a tutto campo il ministro per i rapporti con il Parlamento Giovanardi getta acqua sul fuoco e assicura che il governo non interverrà sui libri di storia e non si terrà conto della risoluzione votata mercoledì dal Polo alla Camera: «Non spetta all´esecutivo vigilare sui manuali messi in mano agli alunni delle superiori». La risoluzione della commissione Cultura della Camera, concordano l´opposizione e i centristi della maggioranza, rispolvera la mannaia della censura e la offre in dote alle commissioni governative. L´alt è stato decretato dal segretario dell´Udc che ha bollato l´idea che il governo vigili sui libri di testo come «una baggianata sesquipedale», evidenziando la spaccatura nel Polo. Da una parte l´ala liberal di Forza Italia e i centristi, già in imbarazzo durante il voto di mercoledì, dall´altra An e il resto dei forzisti, pronti a difendere il documento di indirizzo al governo. La decisione di Giovanardi di bloccare la risoluzione è stata salutato positivamente dall´opposizione. Il diessino Fabio Mussi ha espresso apprezzamento per le parole del ministro, mentre per il capogruppo della Margherita Pierluigi Castagnetti c´è «finalmente un po´ di saggezza da parte dell´esecutivo rispetto ai kamikaze della propria maggioranza». Sulle stesse posizioni il presidente dei deputati di Rifondazione Comunista, Franco Giordano: «Meno male che ogni tanto c´è qualche barlume di buon senso». Angela Napoli, al contrario, ha espresso il disappunto di An. «Il governo ha sbagliato a dichiarare irricevibile la risoluzione sui libri di testo- precisa- il governo è tenuto a prendere atto della volontà di una maggioranza parlamentare». E Fabio Garagnani, il forzista che ha proposto la risoluzione è stato altrettanto esplicito, mettendo in dubbio che il ministro per i rapporti con il Parlamento parlasse a nome dell´esecutivo, bensì a titolo personale. Secca, la replica di Giovanardi: «La posizione che ho espresso è quella del governo». Il disagio dell´ala liberal di Forza Italia affiora chiaramente dalla presa di posizione Ferdinando Adornato, presidente della commissione Cultura di Montecitorio: «È evidente che qualsiasi atto amministrativo è del tutto incongruo ad affrontare una questione di così grande portata come il controllo sull´obiettività dei libri di testo». Un passo, per Adornato, «incongruo perché improprio, incongruo perché inapplicabile». Va registrato il silenzio del ministro interessato, Letizia Moratti, in difficoltà davanti ad un atto che trascina il suo dicastero in una nuova «querelle». Il silenzio della Moratti ha indotto i capigruppo dell´Ulivo a presentare un´interrogazione al governo per chiedere qual è la sua posizione in materia. E´ attesa ora una risposta ufficiale in sede parlamentare con conseguente rischio di una nuova polemica all´interno della Casa delle libertà. La senatrice socialista Maria Rosaria Manieri ha parlato di patto osceno e scellerato stipulato nel centrodestra. «Dopo aver concesso alla Lega una devolution che si propone di sfasciare l´impianto nazionale dell´istruzione pubblica - accusa- viene concesso ad An di procedere a una bella revisione storica e culturale sui libri di testo». Per Giovanni Berlinguer, leader del correntone Ds, «si vorrebbe capovolgere la storia e fare una nuova storia come se il fascismo fosse stato una malattia tipo influenza o colite e non un evento disastroso per la storia dell´Italia, una violenta dittatura che ha soppresso ogni libertà». E voci di critica e dissenso arrivano pure dal mondo della scuola. La risoluzione, secondo il segretario generale della Cisl Scuola, Daniela Colturani disconosce la professionalità e la responsabilità dei docenti, delegittimandone ruolo e funzioni». E il segretario generale Uil Scuola, Massimo Di Menna, ribadisce che il «controllo statale sui libri di scuola è inaccettabile e antistorico». La partita nella maggioranza, comunque, non appare affatto conclusa. «Basta con la coda di paglia- incalza Fabio Rampelli di An- è il momento giusto per promuovere una grande battaglia di liberazione dall´egemonia culturale filo-marxista attraverso l'abolizione del testo obbligatorio». Le migliaia di italiani trucidati nelle Foibe e deportati in Croazia dai comunisti, i massacri perpetrati dai partigiani nel triangolo rosso dell´Emilia, il coinvolgimento dell´imperialismo sovietico in pagine oscure dell´Italia repubblicana. Tutti episodi che secondo il Polo sono trascurati nei manuali scolastici. «Non vogliamo riscrivere la storia ma soltanto farla conoscere tutta». Uno slogan che non svelenisce il clima politico, anzi rilancia la battaglia sul controllo preventivo del ministero dell´Istruzione sui libri di testo. «Non ci sarebbe nulla di strano se l´esecutivo desse indicazioni sull´opportunità, non obbligatoria, di adottare, in ogni singolo istituto, una pluralità di testi, invitando a coinvolgere nella scelta, famiglie e studenti delle superiori» chiosa il presidente dei deputati di An, Ignazio La Russa.

Giacomo Galeazzi

L´ONOREVOLE DI FORZA ITALIA CHE HA PROPOSTO LA RISOLUZIONE SUI LIBRI DI STORIA È LO STESSO CHE INVITÒ GLI STUDENTI A «DENUNCIARE» I DOCENTI ROSSI
Quel «telefono amico» per il Cavaliere
Garagnani e un chiodo fisso: smascherare i prof marxisti

ROMA NON si ha idea di quanta gente parli male di Berlusconi. «A San Giovanni in Persiceto, in un liceo scientifico, la professoressa di inglese ha letto un giornale della sinistra britannica che denigrava Berlusconi! Quando me l´hanno raccontato non ci potevo credere. Poi ho chiesto in giro». Di qui la scoperta: «Mi sono reso conto che il fenomeno è diffuso. Così sono passato all´azione». Non è noto quale fosse la testata della sinistra britannica, se il «Morning Star» organo dei comunisti, specie in quelle felici isole più introvabile del basilisco, o l´«Economist», che da posizioni più centrali non è stato benevolo con il Cavaliere. L´episodio è importante perché fondativo. Fu allora che l´onorevole Fabio Garagnani creò il Telefono Amico contro la Politicizzazione della Scuola (Taps). 50 chiamate in 2 giorni. L´«Unità» titolò: «Ora si può: denuncia il tuo insegnante». 300 telefonate in un mese, pur con un prezzo da pagare: «Una su tre era di insulti», lamentò Garagnani. Neanche per Berlusconi; per lui. «Ma non indietreggio. Ho messo a disposizione tutte le mie linee, quella dell´ufficio al Comune di Bologna, quella del gruppo consiliare e quella alla Camera». Oltre al cellulare del portavoce. Rinfrancato dal successo, l´onorevole Garagnani ha ora lanciato la battaglia dei libri. E´ lui il padre della risoluzione per emendare i testi faziosi. Ma già da tempo, attraverso i giornali, l´orecchio di Forza Italia denuncia «il venir meno di ogni riferimento alla tradizione giudeo-cristiana come fonte di cultura europea». «Anche nel periodo natalizio», infatti, «viene negato ogni riferimento alla festa religiosa, per non offendere i musulmani». Un disastro. Alterazione di fatti storici. Antiamericanismo «paradossalmente rinvigorito dall´attentato di New York». Equiparazione tra Resistenza e sinistra «con demonizzazione costante del centrismo e del ruolo di De Gasperi e Scelba». Un´opera di «diseducazione continua». Ora il centralino-spia non ascolta più. Stremato, il portavoce offre le cifre finali: tra novembre 2001 e febbraio 2002 tremila tra telefonate, e-mail e lettere, con centinaia di nomi, date, luoghi e dettagli. Oltre a minacce, fisiche e morali. Com´è ovvio, la questione esiste. Genitori e studenti rivendicano il diritto a non sorbirsi propaganda in classe. E´ il metodo, a incuriosire. E´ il quaderno delle doglianze che l´onorevole Garagnani riferisce ai giornali in questa forma: «A Cuneo, liceo artistico, un prof di italiano ha detto di essere dalla parte dei talebani. A Bergamo, liceo classico, un alunno ha protestato perché un docente mette in dubbio la maturità degli elettori di centrodestra. A Lecce, all´Istituto per il turismo, la professoressa di matematica ha detto che la destra è guerrafondaia». Hanno chiamato alunni, docenti, bidelli, presidi. Ma davvero la scuola è schiacciata dalla faziosità e costretta alla delazione? «La scuola è piena di insegnanti extraparlamentari e sessantottini che abusano della cattedra. Genitori e studenti sono spaventati, ma non possono parlare», spiegò Garagnini. E ancora: «Sono arrivate storie terribili». Liceo di Bologna: in classe la professoressa di Lettere «mette da parte Dante e parla della legge sulle rogatorie, per dire che Berlusconi vuole liberare i ladri». Ginnasio di Vicenza: corretta la versione di latino, si apre una discussione sul ministro Moratti che «privilegia la scuola privata». Istituto tecnico di Modena: l´insegnante di francese invita un «educatore saudita» per spiegare che «non bisogna criminalizzare troppo Bin Laden». Ne è nato un dossier. Alla presentazione, un anno fa a Bologna, Garagnani è stato centrato da una torta alla panna lanciata da due studenti. Riferiscono le cronache che «Giuseppe Tagliavini, anziano sostenitore dell´onorevole, ha picchiato sodo con il suo grosso bastone da passeggio, fino a romperlo, ferendo alla testa Giovanni Monte di 25 anni e mandandolo al pronto soccorso dell´ospedale Sant´Orsola». Incuranti dell´avvertimento, insegnanti e allievi hanno insistito. C´è la scuola Don Milani di Terracina che edita un giornalino dall´inquietante testata «Tovarish». C´è il ragazzo di Vicenza - non si ha idea di quanta gente a Vicenza parli male di Berlusconi - «che ha preso il coraggio a due mani e ha chiamato per dire che dal 13 maggio due insegnanti non perdono occasione per denigrare il premier». La situazione è degenerata dopo il G-8: «Alcuni hanno proiettato un filmato sugli incidenti di Genova, senza poi mostrare anche il filmato realizzato dal sindacato di polizia». E dopo l´11 settembre: «Insegnanti agitatori strumentalizzano le parole di Berlusconi sull´Islam per fare propaganda talebana». Il peggio accade a Bologna. Dove Garagnani combatte da anni, prima nella Dc di cui è stato segretario provinciale, poi con Forza Italia, una battaglia contro l´egemonia culturale della sinistra, anzi contro il «clima invivibile e antidemocratico». Ponendo questioni serie, serissime. Ad esempio con una proposta di legge regionale per promuovere studi sulla violenza politica tra il `44 e il `48. Motivazione: «Perché bisogna far chiarezza su assassinii compiuti da alcuni partigiani in nome di un regime sanguinario come quello comunista». Stalin e Dozza, Berja e Peppone, il triangolo della morte e l´Anpi, la volante rossa e i fratelli Cervi, tutto pare funzionale alla «vulgata resistenziale» e «ai disegni dell´Ulivo». E fosse solo l´Emilia. «Anche da scuole del Veneto, della Lombardia, della Puglia ci segnalano l´emarginazione dei docenti filo-Polo». Le provocazioni non si contano. Al ginnasio di Lecce, altra città dove le cose vanno malissimo, «l´insegnante di religione premette di essere ateo», il che è in effetti curioso, «e preferisce parlare di politica, iniziando così: "Oggi al governo ci sono i fascisti"». Dal canto suo, «la professoressa di matematica mette da parte le equazioni per dire che il capo del governo fa solo i suoi interessi privati e nel centrodestra sono tutti prezzolati»; e una collega «dava ai suoi studenti un tema sui bombardamenti in Afghanistan allegando come traccia articoli del «manifesto» e di «Liberazione». Alle proteste dei genitori rispondeva che con i pochi soldi che guadagnava poteva permettersi di comprare solo due giornali». Non ci si venga poi a lamentare che in un liceo di Ferrara sia comparso un cartello, oppportunamente denunciato al Taps: «Dateci Bin Laden; vi daremo Berlusconi». Rimosso. E ora sotto con il Camera-Fabietti.


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Date: 13 Dec, 2002 on 08:27
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