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Insegnanti di religione presto in ruolo
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da La Stampa
Venerdì, 6 Dicembre 2002

PASSERA´ AL SENATO IL DISEGNO DI LEGGE APPROVATO DALLA CAMERA DEI DEPUTATI

Insegnanti di religione presto in ruolo
Oggi i 20 mila professori scelti dai vescovi hanno incarico annuale

ROMA - Dopo anni di attesa, gli insegnanti di religione hanno finalmente il loro posto nella scuola italiana. O quantomeno cominciano ad averlo: ieri la Camera ha approvato una legge che permette loro di avere lo stesso trattamento giuridico ed economico degli altri docenti. Il Senato deve dare il sì definitivo. Per i circa quindicimila docenti, ormai in buona parte laici, che insegnano religione nelle scuole italiane, il sì della Camera rappresenta una vittoria lungamente attesa. Ma la discussione in aula è stata accesa, come spesso succede quando si tratta dei rapporti tra Stato e Chiesa, e le polemiche sono tutt´altro che sopite. Alla fine l´Ulivo si è spaccato, con buona parte della Margherita schierata a favore del provvedimento; e anche nella maggioranza ci sono stati rumorosi dissensi. «Così mettiamo fine ad una situazione di precariato per quindicimila insegnanti in tutta Italia», ha esultato il relatore Marcello Taglialatela (An). Gli ha fatto eco Fabio Garagnani, capogruppo di Forza Italia in commissione cultura: «E´ un atto di giustizia dovuto. Gli insegnanti di religione erano stati penalizzati dal punto di vista previdenziale e assistenziale. Ora hanno finalmente acquisito uno stato giuridico ben definito». La percentuale di alunni che chiede di seguire i corsi di religione si è stabilizzato da diversi anni attorno ad una percentuale molto elevata (circa il 93 per cento). Gli insegnanti laici sono ormai l´80 per cento e il loro numero continua ad aumentare rispetto a quello dei sacerdoti. In base agli accordi sottoscritti nell´ultimo Concordato, sono i vescovi a nominarli e revocarli. E la nuova legge prevede che gli insegnanti di religione messi in mobilità dall´autorità ecclesiastica - o perché non più idonei o perché in esubero - potranno accedere ad altri incarichi nella scuola. Proprio questo aspetto, che molti vedono come un´indebita ingerenza della Chiesa nella scuola, ha provocato gli attriti maggiori. I deputati della Quercia hanno votato contro la legge, ha spiegato il diessino Alberto Nigra, «perché si interviene nel modo peggiore nell´intento di stabilizzare la condizione di questi docenti. Di fatto si istituisce la possibilità che una autorità terza, sulla base di poteri discrezionali, effettui assunzioni nello Stato. Soluzione che va ben al di là dell´insegnamento della religione cattolica previsto dal Concordato». Anche per Rifondazione comunista, il testo della legge «è anti-storico e sbagliato». Mauro Romanelli, responsabile scuola dei Verdi, è stato ancora più duro: «E´ uno schiaffo a chi si è sudata la laurea, ai tanti precari e studenti delle scuole di specializzazione, ed infine alla laicità e dignità dello Stato che d´ora in avanti garantirà un lavoro fisso e pubblico a persone selezionate da uno Stato straniero, per di più con criteri ideologico-confessionali». La Margherita, invece ha contribuito a modificare il testo della legge durante i lavori della Camera, e alla fine buona parte del partito ha votato con la maggioranza. «Viene sanata una sperequazione, un´iniquità che sino a oggi aveva contraddistinto gli insegnanti di religione considerati solo precari senza sbocco», ha spiegato Emilio Del Bono, capogruppo della Margherita. Ma diversi deputati della Margherita hanno rotto i ranghi e votato contro la legge - ad esempio Antonio Maccanico, che ha definito la legge «una grave anomalia» - mentre altri hanno preferito astenersi. Francesco Rutelli, leader della Margherita, non ha partecipato al voto. Il relatore Tagliatela ha avuto buon gioco a sottolineare l´appoggio della Margherita: «La bontà del provvedimento è dimostrata anche dal fatto che esso non sia stato sostenuto dalla sola maggioranza ma anche da una parte dell´opposizione». Ma la maggioranza ha visto parecchie defezioni (c´erano quasi 90 assenze ingiustificate), anche se i deputati contrari alla legge hanno preferito astenersi piuttosto che votare no, ad eccezione di Giorgio La Malfa. La legge stanzia 7 milioni di euro per il 2003 e 20 milioni di euro a partire dal 2004. In ogni Regione saranno istituiti due ruoli corrispondenti ai cicli scolastici, con un´ulteriore suddivisione all´interno di entrambi, su base diocesana. Per accedere ai ruoli sarà necessario superare concorsi per titoli ed esami che verranno indetti con frequenza triennale. La Cisl- scuola ha subito espresso la sua soddisfazione per il voto della Camera, «che riconosce un´effettiva pari dignità giuridica e professionale ai colleghi di altre discipline». E si augura che venga approvato al più presto al Senato.


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Date: 06 Dec, 2002 on 10:30
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