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Casini difende Ciampi, scontro con la Lega
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1. Casini difende Ciampi, scontro con la Lega
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da Il Corriere della Sera

Casini difende Ciampi, scontro con la Lega
«Io e la maggioranza della Camera siamo con lui».
Pera: giuste le preoccupazioni del Capo dello Stato sulla scuola

ROMA - Il giorno dopo lo «schiaffo» istituzionale di Bossi Marcello Pera e Pier Ferdinando Casini prendono le difese del Capo dello Stato, pur con diversa enfasi. «A Ciampi la solidarietà mia e della maggioranza della Camera», dice Casini. «Condivido le preoccupazioni del Capo dello Stato sulla scuola», commenta Pera. Entrambi gli interventi, mossi dall’intento di ridurre gli effetti dell’incidente provocato dal ministro leghista, generano però nuove polemiche: Casini si scontra con la Lega e Pera con l’opposizione di sinistra. Un’altra giornata convulsa, insomma. Ma andiamo con ordine. CASINI - Il presidente della Camera coglie l’occasione della presenza di Ciampi alla cerimonia per il 140° anniversario della costituzione della Corte dei Conti per esprimergli gratitudine: «Il Parlamento e tutto il Paese lo ringraziano per l’equilibrio istituzionale con cui interpreta autorevolmente il proprio alto ruolo al servizio dell’Italia». Casini parla anche di riforme. Ma, a differenza di Berlusconi che ritiene impossibile il dialogo con l’opposizione, il presidente della Camera «si augura che sul federalismo sia possibile trovare un ampio accordo tra le forze politiche, contrariamente a quanto avvenne nella passata legislatura».
La difesa di Ciampi «non ci convince», replica il leghista Alessandro Cé. «E non ci piace - aggiunge - che mentre siamo impegnati a spiegare la posizione della Lega il presidente della Camera, che dovrebbe essere super partes, si esprima sulla questione senza peraltro entrare nel merito». Immediata la risposta di Casini: le manifestazioni di apprezzamento per il Capo dello Stato «oltre che corrispondere a un radicato convincimento personale costituiscono la fedele rappresentazione della posizione e dei sentimenti largamente maggioritari alla Camera».
PERA - Al Senato si esamina la legge sulla devolution che, salvo imprevisti, dovrebbe essere approvata dall’aula nella giornata di oggi dopo un aspro scambio di accuse tra maggioranza e opposizione. E’ in questo clima arroventato che Marcello Pera prende la parola. Un lungo discorso il suo, con il quale fa proprie le preoccupazioni di Ciampi sulla scuola. Ma ricorda anche, il presidente del Senato, di avere lanciato da tempo un appello per affrontare l’armonizzazione tra le norme di riforma della Costituzione. Non ho però, lamenta Pera, ricevuto una risposta. Il presidente del Senato rileva inoltre che «la riforma dell’Ulivo, varata nella scorsa legislatura, all’articolo 116, comma 3, attribuisce enormi poteri alle Regioni». Questa riforma, sottolinea, «consente alle Regioni che lo chiedono - e il Parlamento approva a maggioranza - di avere un potere esclusivo su materie che la costituzione attuale ritiene di esclusiva pertinenza dello Stato. L’esempio più eclatante sono le norme generali sull’istruzione. Ebbene, se in questo Paese ci fosse una forza politica o una Regione che vuole la disgregazione del Paese o addirittura la secessione si avvarrebbe di quell’articolo. Più volte avevo richiamato a discutere di queste compatibilità perché sono consapevole della delicatezza e del rischio. Ieri, giustamente il Presidente della Repubblica ha posto all’attenzione una preoccupazione che riguarda appunto la scuola. Ed è una preoccupazione fondata. E anche la mia che credo sia diffusa e condivisa». Affermazioni, queste, che fanno sbottare il diessino Angius: «Quelle di Pera sono parole inopportune e intempestive, mi sarei aspettato una presa di posizione in difesa delle istituzioni contro una legge che sfascia il Paese». No, replica Nania di An, andando in soccorso del Presidente del Senato, «ad attentare all’unità del Paese è il federalismo dell’Ulivo».

lfuccaro@corriere.it

L’Osservatore: nessuno ha il diritto di far scricchiolare la democrazia


«Un attacco del ministro Bossi al capo dello Stato è un vero e proprio strappo istituzionale, che non è stato certo risolto con una poco convincente rettifica». Così l’ Osservatore Romano , il giornale del Vaticano, giudica le parole del leader della Lega sul presidente Ciampi. «Forse Bossi - continua il giornale - dimentica che oltre a essere a capo di un partito politico è anche un ministro della Repubblica. In due interviste, il "senatur" ha voluto ribadire nel tono minaccioso che lo contraddistingue di essere il perno della maggioranza». Il giornale della Santa Sede fa notare come le dichiarazioni del leader leghista siano giunte mentre il premier Berlusconi aveva ribadito che nella maggioranza non esistono rapporti privilegiati con la Lega. Conclude l’articolo del quotidiano del Vaticano: «Nessuno oggi ha il diritto di far scricchiolare la democrazia».


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Date: 05 Dec, 2002 on 20:04
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