A Bologna la mostra-convegno
Informatica e volontari Così viene facilitata l’integrazione dei disabili

L’esempio di un’associazione che in venti anni è riuscita ad aiutare 13 mila persone

DAL NOSTRO INVIATO

BOLOGNA - Si è tenuta a Bologna Handimatica 2002 , la mostra convegno nazionale per l’integrazione del disabile. Il 2003 sarà, in tutta Europa, l’anno dei portatori di handicap e a Dublino si terranno le Olimpiadi speciali a loro dedicate. Al Palazzo dei Congressi bolognese, quaranta espositori e un numeroso pubblico si sono dati appuntamento dal 28 al 30 novembre, per scoprire che la tecnologia e l’informatica non solo migliorano le condizioni di vita dei disabili, ma ne aumentano l’autonomia e l’autostima.
E dietro alle tecniche d’avanguardia si nasconde una storia bellissima e sorprendente: la mostra e l’abbinamento con le nuove tecnologie si devono ad un gruppo di funzionari Ibm in pensione, che nel volontariato hanno trovato una seconda giovinezza. L’Asphi (Associazione per lo sviluppo di progetti informatici per gli handicappati), l’Onlus che organizza il convegno, è nata infatti 20 anni fa da un’idea di Giovanni Zaninelli, direttore telematico dell’Ibm, che scoprì che non vedenti, non udenti e disabili, con un computer fra le mani e dei programmi adatti, possono avere una qualità di vita migliore. In questi vent’anni l’Asphi, di cui è presidente Carlo Orlandini, naturalmente ex dirigente Ibm, ha aiutato 13 mila persone e fornito informazioni ad altre 50 mila. Con il tempo i dirigenti Ibm hanno scoperto che informatica e telematica aiutano anche i bambini con difficoltà di apprendimento, dislessici e autistici. Per loro sono stati creati dei programmi appositi, che li aiutano ad apprendere senza «umiliarli».
Tra i visitatori di Handimatica 2002, anche il ministro per l’Innovazione e le tecnologie Lucio Stanca, mentre all’ultimo momento ha dovuto disdire la sua presenza Pier Ferdinando Casini. Tra gli stand, moltissimi ex funzionari della grande azienda, che si sentono più utili adesso rispetto a quando avevano sotto di sé diecimila persone, e soprattutto tanti portatori d’handicap con le loro famiglie, venuti a cercare informazioni e speranze. Come Marina, nata non vedente, che dà lezioni di computer, con il fidanzato Camillo vicino; o Guido che usa il pc con l’alluce del piede, l’unico arto che può muovere dopo un incidente, e Marco che lo utilizza tramite il battito delle ciglia. Sono centinaia le storie di questo tipo, che fanno della mostra di Bologna un esempio di speranza e civiltà. Con una postilla in più: anche i manager, se qualcuno lo sa tirare fuori, hanno un cuore. Per di più volontario.

Lina Sotis