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«Sex», e Internet offre 167 milioni di occasioni
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1. «Sex», e Internet offre 167 milioni di occasioni
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da Il Corriere della Sera
Domenica, 1 Dicembre 2002

Da sempre è il vocabolo più ricercato della Rete. Un’ossessione davvero globale
«Sex», e Internet offre 167 milioni di occasioni

Che cosa entusiasma Roma e appassiona Atene, cosa stimola Berlino ed eccita Londra (impresa non facile), cosa intriga Tokio e diletta Pechino, cosa risveglia Los Angeles e consola Buenos Aires? Il sesso, naturalmente. Non è un'opinione, ma un dato statistico. «Sex» è la parola più cercata attraverso il motore di ricerca Google, il più affermato di Internet. Ottantasei lingue, cento Paesi, centocinquanta milioni di richieste ogni giorno. Qualcuno ha definito questa massa d'informazioni «la coscienza collettiva del mondo». E che cosa cerca, la coscienza collettiva del mondo, appena mette le dita su una tastiera? Sesso.
Ecco un prodotto veramente globale, al quale anche il «no global» risparmia la propria indignazione (anzi: diramate le convocazioni per la marcia di protesta, chissà che non si metta anche lui sulla chat-line erotica con lo pseudonimo non-solo-cervello@hotmail.com).
La faccenda, se ci pensate, è curiosa. Il popolo di Internet è vario (trasversale, si dice oggi). Ci sono uomini e donne, giovani e meno giovani, americani ed europei, occidentali e orientali, cristiani e musulmani. La rete è l'espressione d’un mondo attento, curioso, istruito e ragionevolmente benestante. Per poter cercare «sesso» col computer, uno deve averlo, il computer, e sapere come/dove collegarsi a Internet. Non era scontato che questa gente corresse a cercar sesso virtuale, appena lasciata sola. Ma l’ha fatto, e lo fa.
Non giudichiamo questo comportamento. Proviamo a spiegarlo, invece. Cosa spinge i cyber-voyeurs di Internet? La curiosità? Anche. Per un iracheno munito di computer, la tentazione d’ammirare le pettorute eroine di «Baywatch» dev’essere forte: almeno, non somigliano ai manifesti di Saddam. Ma non sono i Paesi arabi a produrre i grandi numeri di Google. Sono l’America, il Giappone, l’Europa: siamo noi a possedere la grandissima maggioranza dei computer e dei collegamenti. La domanda, quindi, rimane: perché, lasciati soli, scriviamo «Sex» nell’apposito spazio? Non perché è una cosa proibita. Prendiamo l’Italia: il sesso gronda dalla tivù, cola dalle pubblicità, luccica nelle conversazioni, scivola dalle edicole, ammicca negli ombelichi delle ragazze per strada. Non basta, evidentemente: ne vogliamo anche su Internet, e non da oggi. Due anni fa i dirigenti italiani di Lycos m’avevano mostrato l’elenco delle parole più richieste col loro motore di ricerca. Anche allora «sesso» era in testa. Delle altre prime dieci parole, cinque non si possono scrivere qui.
C’è qualcosa di commovente - anzi, di adolescenziale - in questa voglia insaziabile e solitaria. E forse la spiegazione sta proprio qui. Il sesso che ci circonda (tivù, film, pubblicità, riviste) non è in offerta: è in vetrina. Davanti a quell’esposizione diventiamo tutti - uomini e donne - ragazzini incerti. Per solitudine o per timidezza, per incapacità o per mancanza di tempo, per scrupoli morali o per ragioni di salute, non ne approfittiamo: il sesso è là, noi siamo qua. E' una nuova forma d’impotenza globale, dalla quale molti cercano consolazione proprio su Internet. Quel sesso non chiede e non coinvolge, non costa e non contagia. Non rimangono ricordi nel cuore e videocassette per la casa. E’ un sesso leggero e à la carte . Non si mangia, si assaggia.
Certo, è un sesso di ripiego. Ma moltissimi s’accontentano. Nelle notti del mondo milioni di dita digitano sulle tastiere. Motore di ricerca. Cerca con Google. «Sex». Google ha cercato «Sex» nell’intera rete mondiale. Durata della ricerca: 0,07 secondi. Risultati circa 167.000.000. Basta scegliere.

Beppe Severgnini
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Date: 01 Dec, 2002 on 10:25
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