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"Le Radici ed il Futuro: Lombardia, una tradizione da promuovere"
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"Le Radici ed il Futuro: Lombardia, una tradizione da promuovere"

Il Ministro all'incontro di Varese, 18 novembre 2002

Cari ragazzi, cari docenti, cari genitori,
l'incontro di oggi è particolarmente importante perché avviene in una Regione, la Lombardia, che per quanto riguarda il sistema di istruzione e formazione si distingue, per particolare articolazione e complessità, in tutto il territorio italiano.
Voglio infatti ricordare:
Il sistema scolastico lombardo è il più grande d'Italia per numero di utenti e personale amministrato:
1.306 istituzioni scolastiche statali e 2.229 paritarie
oltre 1 milione di studenti nelle scuole statali e circa 250.000 nelle scuole non statali
oltre 100.000 docenti nelle scuole statali e oltre 20.000 nelle scuole non statali.
La scuola lombarda raggiunge in alcuni ambiti disciplinari risultati di particolare prestigio e si qualifica per alcune punte di eccellenza: la Lombardia figura al primo posto, in Italia, nel campo della certificazione esterna della conoscenza delle lingue europee, con oltre un quinto delle certificazioni nella lingua inglese, ed è la regione italiana in cui gli studenti raggiungono in termini assoluti, all'ottavo anno di scolarità, il livello di apprendimento più alto in matematica e scienze.
Significativo è il numero degli istituti comprensivi - oltre cinquecento - operanti nella regione; gran parte di essi si qualifica come terreno di esperienze innovative e come laboratorio di continuità curricolare.
La Lombardia è la regione più coinvolta, in Italia, nel fenomeno migratorio generale: il numero di alunni stranieri nelle scuole lombarde rappresenta il 24,5% dell'intera presenza a livello nazionale, concentrandosi per quasi il 50% a Milano e nell'interland. Si tratta di un fenomeno che pone alla società lombarda una sfida senza precedenti e che vede nella scuola un significativo banco di prova delle politiche di integrazione.
Ha ottenuto la parità oltre lྌ% delle scuole non statali della regione: il segmento più rilevante, in termini numerici, è quello delle materne che da sole rappresentano i tre quarti del numero complessivo (75,5%), mentre meno numerose risultano le scuole elementari paritarie (8,85%), le scuole medie (6%) e gli istituti superiori (10,7%).


LA SCUOLA DEL TERRITORIO

In Lombardia sono in fase avanzata:
il decentramento e la diffusione delle responsabilità, il passaggio cioè da una situazione di impianto gerarchico (Ministero, Sovrintendenze, Provveditorati, Scuole) ad una situazione in cui i livelli di gerarchia si riducono e vengono introdotte nuove logiche di rapporti e dinamiche orizzontali tra i soggetti che erogano il servizio scolastico. In un sistema multipolare con al centro le scuole come punti di decisione e di responsabilità nella erogazione del servizio scolastico, molte funzioni in precedenza svolte dall'amministrazione scolastica passano alle istituzioni scolastiche autonome. Una tale trasformazione richiede interventi di ridefinizione delle competenze di tutti gli operatori, ai quali si chiede di svolgere compiti diversi rispetto a quelli precedenti, meno esecutivi e di maggiore responsabilità.
Forme di federalismo verso le quali ci stiamo avviando a seguito della riforma della Costituzione e di una più accentuata attribuzione di poteri legislativi alle Regioni: è il segno della volontà di assegnare ai soggetti istituzionali più prossimi al territorio un ruolo diretto anche in materia di educazione e di affidare, nell'ambito di un nuovo assetto istituzionale di stampo federale, piena titolarità della programmazione dell'offerta formativa integrata alle Regioni.

In questa prospettiva prende forma progressivamente un nuovo concetto, quello di collaborazione: un rapporto paritario tra istituzioni che collaborano nel governo territoriale dell'istruzione e della formazione, per favorire contesti coerenti e coordinati, capaci di assicurare all'utenza opportunità di apprendimento ricche e differenziate.

Anche a questa vostra scuola il Governo si è ispirato nelle linee guida discusse in Parlamento per la riforma dell'intero sistema educativo, con gli obiettivi di migliorare e qualificare l'offerta formativa, e al contempo di coinvolgere pienamente in questa azione le Regioni e le autonomie locali, nel quadro della riforma federalista dello Stato e della devoluzione di poteri effettivi di governo alle Regioni. Si è cercato quindi di individuare linee di azione coerenti con entrambi gli obiettivi, definendo distinti ruoli articolati su tre livelli:
il ruolo dello Stato centrale, che indirizzi, governi e non gestisca;
il livello regionale cui spetti la responsabilità della organizzazione del servizio sul territorio;
quello dei singoli istituti che definiscano in modo flessibile e ampio l'offerta formativa, nell'esercizio della loro autonomia.


SENZA RADICI NON PUO' ESSERCI FUTURO

E' in questo scenario che sono nati e si sono sviluppati il progetto ed il concorso "Le radici ed il futuro: Lombardia, una tradizione da promuovere".

L'iniziativa, bandita in collaborazione con l'Assessorato alla formazione, istruzione e lavoro della Regione Lombardia e sostenuta dall'attenzione di un Comitato di esperti di altissima qualificazione culturale e professionale, cui vanno i miei ringraziamenti, aveva l'obiettivo di finanziare 50 progetti finalizzati al potenziamento dell'autonomia delle istituzioni scolastiche, collegandosi ai mestieri, alle professioni, alle tradizioni del territorio lombardo.

I progetti presentati dalle scuole statali e paritarie che hanno aderito al concorso (308 fra materne, elementari, medie e superiori) hanno avuto queste connotazioni:
hanno dimostrato cosa significhi lavorare per fare della scuola un fattore di aggregazione e di rafforzamento della comunità nella quale essa si colloca, intensificando e rafforzando il rapporto con il territorio, con il mondo del lavoro, della produzione, dei servizi nonché dell'impegno sociale inteso nelle sue numerose forme organizzative, il no-profit, il volontariato;
hanno evidenziato il nesso, sempre più stretto, tra vocazione territoriale della scuola e sviluppo senza frontiere del sapere, in modo particolare quello tecnico-scientifico;
hanno manifestato (e voi ne siete una qualificata testimonianza) nell'articolazione delle diverse proposte formative, un diffuso interesse a ricercare le radici culturali e storiche nelle biografie territoriali e nel contempo a reinterpretare in chiave educativa, sulla base del proprio patrimonio di conoscenze e di capacità, le sfide che i cambiamenti in atto e la società della conoscenza vanno ponendo in tutte le regioni dinamiche dell'Unione Europea;
hanno dimostrato che la scuola deve puntare maggiormente sullo sviluppo delle singole personalità degli studenti, stimolando le attitudini individuali in una tendenza progressiva alla personalizzazione degli studi.


LA SCUOLA DELLE FAMIGLIE

Il vostro impegno concreto non sarebbe stato possibile senza la partnership educativa tra scuola e famiglia, il vero punto di forza per dare ai ragazzi le massime opportunità di uno sviluppo sereno ed armonioso e per fronteggiare i complessi problemi della crescita, dello svantaggio e del disagio.

Nel primo articolo del progetto di legge per la riforma della scuola, approvata nei giorni scorsi al Senato, abbiamo voluto infatti riaffermare la funzione primaria dei genitori nella nostra scuola per "....la crescita e la valorizzazione della persona umana, nel rispetto dei ritmi dell'età evolutiva, delle differenze e dell'identità di ciascuno e delle scelte educative della famiglia, nel quadro della cooperazione tra scuola e genitori".

La presenza attiva della famiglia è un bene prezioso, da cui non si può prescindere, come è ben evidenziato dalle esperienze realizzate nelle scuole che oggi vengono presentate.

La presenza dei genitori, singolarmente o associati, rafforza ed accresce il carattere comunitario della scuola; ciò permette di sviluppare quello spirito di appartenenza da cui nasce l'alleanza tra i ragazzi e la comunità che li educa e li fa crescere.

Senso di appartenenza e spirito di solidarietà camminano insieme e costituiscono valori fondanti per le nuove generazioni.

Vogliamo lavorare sul vissuto degli studenti, scommettendo sulla sensibilità "sociale" e sul senso di appartenenza, perché si sentano protagonisti oggi nella scuola e domani nel mondo.

Il percorso che abbiamo scelto è impegnativo e a lungo termine, ma sicuramente vincente.

DALLA SCUOLA DELLO STATO ALLA SCUOLA DELLA SOCIETA' CIVILE

E' con grande piacere che oggi premio questi 50 progetti di ragazzi lombardi, perché rappresentano i primi prodotti concreti d un passaggio ormai inarrestabile verso un nuovo sistema educativo e formativo, aperto alla società civile, che pone al centro i giovani e le loro speranze per il futuro, le famiglie e le loro aspirazioni , il territorio e l'identità locale.

E' stato così per i bambini della scuola-materna elementare Bosina di Varese che hanno saputo ricostruire in un CD la vita delle popolazioni lungo il fiume Olona. Oppure la raccolta di mestieri e professioni locali del circolo didattico di Opera, in provincia di Milano, sfociata in un bella rappresentazione teatrale; in questo filone di ricerca inserisco anche le storie orali di vita locale, raccolte dai ragazzi dell'Istituto comprensivo di Ornago, attraverso un'inchiesta che ha avuto per protagonisti gli anziani del paese, i ricordi dei nonni, la raccolta di antiche immagini.

In questo nuovo sistema educativo lo Stato abbandonerà progressivamente i propri compiti tradizionali di gestione ed organizzazione per assumere compiti di indirizzo e di governo.

Allo Stato spetterà il ruolo di costruire un'architettura di sistema. Lo Stato stabilirà i principi di qualità didattica, di equità sociale e di garanzia del diritto all'istruzione. Lo Stato dovrà assicurare criteri uniformi per la definizione dei piani di studio e stabilirà i requisiti di accreditamento delle offerte educative e formative, e provvederà alla valutazione dei livelli di apprendimento, con l'obiettivo di una crescita della qualità complessiva del sistema. I piani di studio saranno integrati a livello locale e dai singoli istituti scolastici; mezzi e strumenti didattici saranno ideati e definiti sempre più a livello locale; orientamento e formazione saranno modellati localmente per aderire alle esigenze e alle opportunità del lavoro nel tessuto produttivo del territorio. Allo Stato spetteranno funzioni di programmazione, di regolazione e di controllo degli standard organizzativi e di qualità che non siano un freno, piuttosto un supporto all'autonomia delle scuole, alle loro capacità di sperimentazione didattica, alle opportunità di innovazione.

Alle Regioni, agli Enti locali spetta l'importante ruolo di organizzazione e gestione delle risorse finanziarie, strumentali, nel rispetto del principio di autonomia delle istituzioni scolastiche. Siamo convinti che questa nuova architettura di sistema contribuirà ad arricchire l'offerta formativa, a dare più opportunità ai ragazzi e soprattutto crescere con il senso della storia, della loro identità, delle loro tradizioni, perché senza radici non si può avere futuro.


http://www.edscuola.it
http://www.edscuola.com
Mail: redazione@edscuola.com
Date: 19 Nov, 2002 on 19:18
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