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L´uomo che muove il mondo con un chip
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1. L´uomo che muove il mondo con un chip
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da La Stampa
Sabato, 9 Novembre 2002

KEVIN WARWICK RACCONTA LA SUA ESPERIENZA: MI SONO COLLEGATO ANCHE CON IL SISTEMA NERVOSO DI MIA MOGLIE
L´uomo che muove il mondo con un chip
Un professore si è fatto installare il circuito in un braccio

MILANO - A Newton c´è voluta una mela. A Kewin Warwick è bastato un libro, «Terminale uomo» di Michael Crichton. «L´ho letto nel `71, avevo 16 anni, ho capito che dovevo essere il primo», confessa questo professore di Robotica all´università di Reading, vicino a Londra, in Italia su invito del British Council. Sono passati trenta e passa anni e Kewin Warwick ce l´ha fatta, è il primo uomo ad avere vissuto per tre mesi con un microchip sotto pelle. «Dialogavo con il computer attraverso il mio sistema nervoso. E´ stata un´esperienza exciting», dice con un sorriso, mostrando quel taglietto al polso sinistro lungo nemmeno tre centimetri. Sembra il segno di un suicida mancato. Potrebbe essere la speranza per molti malati nel mondo che hanno perso l´uso di braccia e gambe. Ci sono voluti due anni di lavoro al professore inglese per rendere possibile il suo progetto. Due anni fino al «sì» molto meditato del Comitato etico dell´ospedale di Oxford che ha ospitato lo scienziato. Nel `98 il primo esperimento. «L´intervento è durato due ore, temevamo il rigetto», racconta le sue angosce di allora, primo tentativo di questo dottor Jeckill dell´era moderna, scienziato e cavia allo stesso tempo. In tre mesi, e poi ancora due anni dopo con il secondo test, il professor Warwick ha fatto passi da giganti. Al punto da muovere una mano meccanica che si trovava a Londra e che lui comandava via internet dagli Stati Uniti. O di sentire le emozioni sotto forma di impulsi elettronici di sua moglie, che aveva un ago impiantato in un nervo (l´intervento è avvenuto a marzo di quest´anno). A quattro anni dai primi esperimenti il professor Warwick ha scritto un libro, si chiama semplicemente «Cyborg». Ma la sua avventura non è finita: «Stiamo lavorando con due ospedali, c´è la possibilità di ridare motilità alle persone con lesioni al midollo spinale». Sogna alle grande mentre alcune industrie americane e giapponesi sembrano interessate al suo progetto. Le applicazioni sono infinite. Un giorno basterà avere un chip sotto pelle per dialogare con i terminali di una banca, con il proprio ufficio o con una rete di computer. Un futuro che fa sorridere il professor Warwick, fiducioso nella scienza. E per nulla preoccupato delle implicazioni negative alla «Blade runner», «Matrix» o «Terminator» - libri e film che giura di apprezzare molto - che raccontano di un futuro dove saranno le macchine a comandare gli uomini. «Io lo so che "Terminale uomo" finisce male e quel cyborg immaginato da Crichton deve essere abbattuto, ma la scienza deve aprire ogni porta», assicura con la fiducia illimitata di chi crede che la scienza possa portare solo benessere. «Lo so che ci sono delle implicazioni negative, spetta agli uomini non perdere il controllo», ammonisce questo scienziato premiato nel 2000 dal Mit di Boston per le sue ricerche. «Queste cose cambieranno il mondo. La fantascienza ha previsto questa possibilità da tempo, sono eccitato all´idea di fare un passo verso il futuro», spiega con lo stesso entusiasmo di quando era un ragazzino di 16 anni e leggeva i sogni di Crichton che avrebbe realizzato trent´anni dopo. Dopo essersi impiantato nel braccio un microchip di silicio di tre millimetri quadrati, Kewin Warwick adesso lavora a un progetto ancora più impegnativo: mettere in relazione il suo cervello con un computer. «Ci vorranno dieci anni, vorrei essere il primo»: parla come un pioniere, sognando il giorno in cui con le sole onde cerebrali potrà spostare un oggetto. «Sarà come avere un sesto senso», fantastica lui che senza toccarli, ma soltanto con gli impulsi del suo sistema nervoso, è riuscito a muovere alcuni piccoli robot, poco più che giocattoli collegati a un terminale elettronico. «E tutto questo è molto, molto eccitante».

Fabio Poletti


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Date: 09 Nov, 2002 on 08:50
L´uomo che muove il mondo con un chip
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