da Il Corriere della Sera
Martedì, 5 Novembre 2002 IL LIBRO
Derrida-Rovatti Dialogo sul futuro dell’università
Qual è l'ultima provocazione dell’ex enfant prodige , oggi settantaduenne, filosofo francese, Jacques Derrida, una delle figure di spicco della filosofia contemporanea? Una polemica forte sul tema dell'università, un grido di allarme sul futuro della cultura, un atto d’accusa contro l’aziendalismo strisciante. Il nucleo filosofico del suo pamphlet è l'«incondizionatezza», vale a dire l'indipendenza e l'autonomia dell’insegnare e dell'università in particolare, che non possono e non devono essere piegate ad alcun potere: né al potere statale né al potere economico né ai poteri mediatici, ideologici e religiosi. Un macigno nello stagno, quello di Derrida, destinato a suscitare dibattiti accesi e a rinfocolare polemiche anche in Italia, dove si sta alzando il tono della discussione sulla riforma universitaria e dell’insegnamento, sul cosiddetto «3 » 2» e dintorni, e sul dialogo tra sordi che caratterizza i rapporti tra accademia e mondo dell’economia.
L'università e la professione dell’insegnante, secondo Derrida, dovrebbero essere messe al riparo da qualunque influenza, dovrebbero essere messe in «libertà incondizionata» per poter svolgere sino in fondo la loro «professione di verità». Una tale università, lo sa bene Derrida, oggi non esiste, mentre la discussione in corso è semmai, al contrario, quella della reciproca fertilizzazione tra un mondo della ricerca pura e filosofica che, a volte, per difendere le proprie nicchie di potere, si trincera dietro l’alibi della libertà d’insegnamento e il mondo dell’economia e dell’impresa che, in alcuni settori, vorrebbero piegare l’università ai fini aziendali.
Il principio di «incondizionatezza» trae origine, secondo Derrida, dagli studi umanistici, dalle scienze dell’uomo ( Humanities ), alla cui rivalutazione e rielaborazione dovrebbero concorrere tutte le forze sane della conoscenza, interessate a una sorta di disobbedienza civile culturale contro tutti i poteri dogmatici e ingiusti. Anche se proprio questa «resistenza» contro i poteri lascia l'università senza potere e senza difesa, una cittadella esposta, che a volte si arrende senza condizioni, a volte si vende, per divenire la succursale di conglomerate e aziende internazionali. Dura polemica, di nuovo, contro l'aziendalismo, prevaricante, contro il quale si lancia in una vera e propria requisitoria anche Pier Aldo Rovatti, che nella seconda parte del libro fa il controcanto a Derrida.
JACQUES DERRIDA PIER ALDO ROVATTI
L'università
senza
condizione
Raffaello Cortina Editore
Pagine 120
8,00
Walter Passerini
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