Dopo la lettera-appello a Berlusconi, l’intervento del presidente della Camera all’inaugurazione dell’anno accademico all’ateneo di Bologna

Casini: le università avranno più soldi

Assicurazione ai rettori: modificheremo la Finanziaria, il vostro allarme non resterà inascoltato

BOLOGNA - L’allarme dei rettori delle università italiane («Siamo fuori dall’Europa») non resterà inascoltato. Il presidente della Camera, Pierferdinando Casini, sceglie l’ateneo che lo laureò dottore in Giurisprudenza nel 1978 per rassicurare il mondo accademico: la Finanziaria verrà migliorata. Un allarme fondato, ha spiegato Casini inaugurando il novecentoquindicesimo anno accademico dell’Università di Bologna, «per l’esiguità dei fondi riservati all’Università rispetto alle sfide che gli atenei si trovano a dover affrontare in un contesto fortemente competitivo e privo di scorciatoie». Alla terza carica dello Stato il rettore Pier Ugo Calzolari aveva rinnovato l’appello rivolto per lettera nei giorni scorsi al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi dalla Crui, la Conferenza dei settanta rettori italiani: «Il Parlamento, in sede di discussione della Finanziaria, garantisca la sopravvivenza degli atenei seriamente minacciata dai tagli» e impegnati nella competizione europea: «Per ogni studente l’università italiana dispone della metà di mezzi della media europea». I dati portati dalla Crui rendono infatti impietoso il confronto con Germania, Francia, Regno Unito.
«Mi sembra che il governo - è stata la replica di Casini - abbia positivamente raccolto il senso di queste apprensioni, mostrando disponibilità nell’impegnarsi nel reperimento di risorse aggiuntive». Poche parole: la Finanziaria sarà migliorata. Anche per fermare l’emigrazione intellettuale verso Paesi che investono maggiori risorse per la ricerca: «La fuga dei cervelli - ha detto infatti Casini - è inaccettabile, perché significa rinunciare a un patrimonio non soltanto scientifico, ma di creatività, di passione e di idee, a detrimento dello sviluppo e della crescita del nostro Paese». «Deprecabile fenomeno» la diaspora intellettuale, ha continuato Casini.
Proprio per questo il ministero dell’Università e della Ricerca scientifica, ha ricordato il presidente della Camera, ha varato il decreto che predispone incentivi per interrompere la fuga dei talenti dall’Italia: «Un’importante e significativa iniziativa». Serve compiere, comunque, un «ulteriore passo in avanti» se si pensa al sistema universitario «non soltanto in termini di sopravvivenza o per garantire il pagamento degli stipendi», ma inserito piuttosto nell’ottica di una struttura «qualitativamente all’avanguardia».
Un obiettivo difficile, se è vero che mancano almeno 57 milioni di euro nei bilanci accademici, che hanno risorse insufficienti appunto allo stesso pagamento degli stipendi. E questo accade in un momento in cui le università italiane stanno compiendo grandi sforzi sulla via dell’ammodernamento: l’ateneo bolognese, per esempio, sta investendo molto sulle nuove sedi romagnole di Forlì, Cesena e Rimini, aumentando i suoi studenti del 4,1 per cento e addirittura del 9,4 per cento nella sede di Bologna.
Calzolari, con un tocco di garbata ironia, ha regalato a Casini la penna dell’Alma Mater Studiorum: «Gliela consegniamo nella speranza che quando licenzierà il testo della Finanziaria sarà a noi favorevole». Anche se poi ha ammesso che per le risorse esistono altri problemi. Le donazioni, per esempio: a differenza della Gran Bretagna, dove «l’elenco sarebbe noiosamente lungo», soltanto sette sono quelle che hanno superato, a Bologna, i 50 mila euro.
Non è potuto mancare, da parte di Casini, un commosso ricordo dell’amico Marco Biagi, il docente ucciso dalle Br il 19 marzo scorso a Bologna: «Mi sembra doveroso indirizzare un riconoscente pensiero al professor Biagi, che in questo ateneo ha studiato e ha mosso i primi passi accademici».

Giampiero Moscato