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1. Più cd nel Regno Unito, più web in Scandinavia
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da La Stampa
Sabato, 26 Ottobre 2002

OGGI ARRIVA NELLE LIBRERIE IL VOLUME «VIVERE IN EUROPA» DI ROBERTO IPPOLITO: UN CONFRONTO IN CIFRE TRA I PAESI DELL´UNIONE

Più cd nel Regno Unito, più web in Scandinavia

AUSTRIA «limpida ma distaccata», Belgio «responsabile ma cupo», Danimarca «viva ma turbata», Finlandia «generosa ma fragile», Germania «solida ma squilibrata», Italia «rinnovata ma inespressa». E poi: Portogallo «desideroso ma impreparato», Regno Unito «aperto ma chiuso», Paesi Bassi «robusti ma frenati». Fino alla Spagna «effervescente ma immatura», alla Svezia «equa ma inquieta». Prima dell´analisi documentata fino al dettaglio più inedito e gustoso (i film visti o il grado di disonestà), nel nuovo libro di Roberto Ippolito, Vivere in Europa, vale la pena di scorrere le schede di un lavoro che non ha riscontro nella letteratura socio economica recente: la ricerca minuziosa delle particolarità dei 15 Paesi dell´Unione Europea mostra che se l´Europa sta facendo passi importanti sulla via dell´unificazione politica, le differenze restano profonde: i suoi 380 milioni di cittadini hanno «stili di vita, cultura, comportamenti e portafogli molto vari». Dai prezzi di pasta e Coca cola al consumo di cinema e musica nazionale o di importazione, dall´impegno nella ricerca all´acquisto di libri e giornali, dalle quote di risparmio all´esposizione in Borsa, dal numero di ultrasessantenni (dove l´Italia è leader) a quello di figli nati fuori del matrimonio (dove il primato è svedese), il quadro che affiora è di affascinante dinamismo. Soprattutto perché l´analisi si appoggia volentieri al «particolare»: le strade più pericolose e le città più care, il numero di letti d´ospedale e quello di diplomati e laureati, il costo delle riparazioni di automobili e la qualità dell´acqua, l´uso del bancomat all´estero e la diffusione delle assicurazioni sulla vita. Si scopre così, al di fuori di luoghi comuni e pregiudizi, che i britannici hanno un´esistenza molto regolare e tutta centrata sul lavoro, sulla televisione e poi sul sonno (8,3 ore al giorno, in media). Che i consumatori austriaci si considerano i meglio tutelati (con un indice di soddisfazione quasi doppio rispetto a quello italiano), e che l´esistenza di mercato e moneta unica non ha avvicinato in modo significativo i prezzi: per un chilo di pane comune basta 1 euro ad Atene ma ne servono 6 ad Helsinki, e che per mezzo chilo di pasta bastano 0,47 euro a Lisbona mentre a Milano ne servono 0,84, nonostante l´Italia sia la prima consumatrice europea di spaghetti e affini. Dalle analisi di Ippolito si scopre anche che l´economia sommersa incide per l´8,6 per cento in Austria e per il 27,2 per cento in Italia, o che l´avvio di un´attività produttiva costa 795 euro nel nostro Paese contro i 20 euro della Germania o i 50 della Francia, mentre è addirittura a costo zero nel Regno Unito, in Irlanda e in Danimarca. Pare un dettaglio, ma svela la distanza culturale fra i 15: il Regno Unito è il Paese leader per le vendite di cd (ogni persona ne compra 3,7 copie l´anno) nonostante il costo sia più elevato che altrove. Oltremanica il positivo andamento del mercato è legato alla forte richiesta di artisti nazionali: i 7 maggiori successi britannici (su 10) sono prodotti locali. Accade anche nel cinema: gli europei sono poco interessati dalle pellicole realizzate dai vicini. Ad eccezione dell´Italia, dove l´11,5 per cento dei biglietti viene venduto per film prodotti in altri Paesi europei. I tedeschi sostengono che per completare l´unificazione della Germania serviranno altre due generazioni. La domanda che si affaccia prepotente, scorrendo Vivere in Europa, è «quando» e «se» si compirà l´integrazione.

Emanuele Novazio


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Date: 26 Oct, 2002 on 08:08
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