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Per il 58% delle cattedre settimana sotto le 18 ore
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da La Stampa
Giovedì, 24 ottobre 2002

MORATTI: PROFESSORI E STUDENTI IN GRAVE DISAGIO
Per il 58% delle cattedre settimana sotto le 18 ore

ROMA - Un gruppo di esperti «bipartisan» che porti avanti un confronto sulla scuola, al di là delle ideologie di «sponda»? Ben venga, perchè «la scuola è di tutti e non può essere di una parte o dell'altra». Così il ministro dell'Istruzione Letizia Moratti ha commentato il lavoro avviato dal gruppo di esperti e docenti universitari di varia estrazione con l'obiettivo di promuovere una «piattaforma» condivisa sulla scuola. «Abbiamo sempre detto - ha affermato il ministro a margine di un'audizione in commissione Istruzione alla Camera - che la scuola è di tutti e non può essere di una parte o di un'altra nel paese; quindi, ci auguriamo di poter avere un confronto ampio e una condivisione sui temi concreti, a partire dal servizio da garantire agli studenti e la qualità della didattica. Non solo non ci sottraiamo ad un dibattito ampio ma lo auspichiamo, e tutte le iniziative che vanno in questa direzione - ha concluso il ministro - riteniamo siano estremamente utili e positive». Intanto, dai dati forniti dal ministro, emerge che circa il 58% delle cattedre, pari a 27.000 posti, copre un orario inferiore alle 18 ore settimanali. Obiettivo previsto in Finanziaria è, invece, fissare l'orario di insegnamento a 18 ore da svolgersi all'interno di una stessa scuola e puntando, quindi, all«assorbimentò dei cosiddetti 'spezzonì orari su più istituti. Una norma, ha sottolineato Letizia Moratti nel corso di un'audizione in commissione Istruzione alla Camera, che mira soprattutto a garantire maggiore equità. «Si punta ad un graduale assorbimento - ha spiegato il ministro - degli spezzoni orari in varie scuole. Questo consentirà di ridurre i problemi delle scuole ed i disagi agli insegnanti costretti a disperdersi su più istituti. Inoltre - ha aggiunto - in questo modo si riducono le disparità, perchè in questo momento ci sono docenti che fanno le 18 ore settimanali e altri che non le fanno. È quindi una norma che risponde a criteri di equità e di razionalità nella distribuzione delle risorse e nella ricerca di soluzioni ottimali per studenti, scuole e insegnanti». Il ministro ha anche precisato che quello a cui si punta è pertanto un «assorbimento degli spezzoni», il che non comporterà una riduzione dei posti. Nel corso dell'audizione Letizia Moratti ha poi affrontato vari argomenti. In relazione al personale tecnico amministrativo Ata, tra l'altro, ha sottolineato come le unità di personale siano «lievitate», con il passaggio di gestione allo Stato, da 147.000 a 280.000: «Questo - ha detto il ministro - ha imposto una riflessione sulla composizione degli organici, anche in relazione alla riqualificazione del personale». Un riferimento anche ai numerosi docenti inidonei all'insegnamento in modo permanente per motivi di salute: «Sono complessivamente 3.900 tra insegnanti e dirigenti - ha affermato Moratti - e il nostro obiettivo è trasferire tale personale presso quelle amministrazioni dove già presta servizio. Puntiamo cioè ad una revisione dell'allocazione delle risorse che sia coerente con il servizio prestato». Tutte queste norme, ha poi aggiunto Moratti in risposta alle critiche avanzate nelle scorse settimane dall'opposizione, «non dequalificano la scuola pubblica ma, al contrario, la riqualificano dando la possibilità di liberare risorse da investire ulteriormente». Per quanto riguarda infine l'univeresità, il ministro ha ammesso che esiste una differenza tra il documento di programmazione economica, che prevedeva maggiori stanziamenti, e la Finanziaria, dove invece non compaiono: «Confermo l'impegno del governo - ha concluso - a rivedere la Finanziaria in relazione al fondo di finanziamento ordinario per le università».

r.e.s.


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Date: 24 Oct, 2002 on 08:27
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