Scarse le adesioni degli insegnanti soprattutto al Sud
Scuola, sciopero riuscito a metà

ROMA - Come al solito le cifre variano a seconda dei punti di vista. I sindacati parlano di adesioni tra il 40 e il 50%, mentre il ministero dell’Istruzione dà un solo numero, molto più basso: 14,68%. Resta il fatto che ieri lo sciopero della scuola - promosso da Cisl, Uil, Snals, Gilda, Unicobas - sembra riuscito solo a metà. Freddezza soprattutto al Sud: a Trapani, per esempio, si è fermato solo il 5% degli insegnanti. I sindacati accusano il ministero di usare un campione non rappresentativo, che comunque copre 6 mila istituti su un totale di 10 mila. Contro i tagli della Finanziaria e la riforma Moratti, gli insegnanti della Gilda hanno manifestato davanti alla Camera dei deputati, quelli di Unicobas di fronte al ministero. Lo staff di Letizia Moratti è soddisfatto: «Le scuole non hanno chiuso e le lezioni sono andate avanti». Mentre è polemica tra i sindacati. Stefano D’Errico, segretario dell’Unicobas, accusa Cisl, Uil e Snals di non avere fatto abbastanza: «Si sono resi irreperibili, latitando completamente». Lezioni di nuovo a rischio venerdì per lo sciopero generale della Cgil. La protesta, che fermerà non solo gli insegnanti ma tutti i lavoratori del sindacato, era stata criticata dalla commissione di garanzia sugli scioperi, perché troppo vicina a quella di ieri. Ma la stessa commissione, scaduta da un mese, ha deciso di non aprire un’eventuale procedura di valutazione prima di venerdì. Un rinvio che potrebbe portare ad un nulla di fatto.

Il 13% dei docenti ha aderito alla protesta di Cisl-Uil. Venerdì tocca alla Cgil

Scuola, sciopera un insegnante su dieci

La settimana di fuoco della scuola è cominciata. Con la prima grande protesta di insegnanti e ausiliari aderenti a Gilda, Cisl, Uil, Snals e Unicobas, ieri in sciopero contro i tagli della finanziaria, il mancato rinnovo del contratto, il blocco delle assunzioni. Con risultati diversi tra regione e regione e, in Lombardia, tra provincia e provincia. Se, infatti, tra insegnanti e personale non docente, il dato nazionale (non definitivo) di adesione è pari al 14,68 per cento, in Lombardia (secondo i dati dell’ufficio scolastico regionale, raccolti su un campione di 522 istituti su 1.312), arriva al 16,68 per cento.
Tra i capoluoghi lombardi l’agitazione ha riscosso maggiore successo a Brescia, con il 30,87 per cento di adesioni. Non così a Milano dove ha scioperato il 13,16 per cento di docenti e non docenti.
Qualche esempio: tutti presenti all’elementare di via Salerno, 3-4 persone in sciopero alla Rinnovata Pizzigoni, mentre solo 4 maestre non hanno partecipato alla protesta all’elementare di via Ucelli di Nemi. Ancora, lezioni regolari alla media Majno di via Commenda, 19 docenti in sciopero su 51 al tecnico «Besta», mentre al classico Parini, precisa il preside Daniele Straniero, ha scioperato il 40-50 per cento del personale.
«Il messaggio doveva esser più unitario», commenta Giovanna Moscatelli, preside del «plesso» che riunisce due elementari e la media di via Dalmazia.
«Sono dati ancora parziali - replica Alessandro Dutto, segretario regionale dello Snals - e comunque lo sciopero andava fatto, non poteva essere diluito in un’agitazione generale come quella di venerdì». «È una settimana di mobilitazione - precisa Rita Frigerio, segretario milanese di Cisl scuola -, è l’inizio di un percorso che non si esaurirà se non ci sarà un’inversione della politica scolastica».
Un percorso che continua venerdì, con lo sciopero indetto da Cgil scuola e dai Cobas, cui si uniranno anche i ragazzi delle superiori con un grande corteo in partenza alle 9.30 da Porta Venezia.