DOPO IL RICONOSCIMENTO AL FISICO ITALIANO

«Investire nella ricerca per aiutare i futuri Nobel»
L´appello alla conferenza dei Parchi Tecnologici dedicata alla globalizzazione e all´interscambio

corrispondente da CATANIA

«I nostri cervelli fuggono dove trovano condizioni più adatte allo svolgimento del proprio lavoro». Il presidente dell´associazione internazionale dei Parchi scientifici e tecnologici Marco Baccanti non è meravigliato dell´ennesimo Nobel ad un italiano che lavora all´estero. «La mobilità è normale e fisiologica - spiega - ma l´impegno dell´Italia per la ricerca è inferiore a quello di nazioni con Pil paragonabili. E dunque avviene che un italiano prenda il Nobel per la sua attività all´estero e mai il contrario». La denuncia è stata fatta ieri a Catania alla dodicesima conferenza nazionale dell´Associazione dei Parchi scientifici e tecnologici dell´Italia, dedicata alla «globalizzazione» dei parchi scientifici del Mediterraneo, alla ricerca dell´interscambio con i Paesi della sponda Sud, in modo da coniugare sviluppo economico, innovazione e ricerca. I parchi scientifici in questi anni hanno svolto la funzione di collegamento tra università, imprese e istituzioni. Ma occorre intensificare i rapporti tra i diversi Parchi scientifici e tecnologici del mondo. «Abbiamo già contatti stabili con altri paesi del Mediterraneo - ha detto il presidente dell´associazione italiana, Eugenio Corti - e anche se siamo in ritardo rispetto ad altri Paesi dell´Europa del Nord, siamo certamente più avanti rispetto a quelli del sud Mediterraneo cui possiamo insegnare tanto». Nel corso dei lavori, quasi un esempio pratico di come questa collaborazione possa avere effetti pratici importanti, il direttore dell´istituto nazionale di geofisica, Enzo Boschi, ha presentato il progetto di monitoraggio della struttura interna della crosta siciliana, primo momento dello studio di monitoraggio e prevenzione dei rischi ambientali nell´intero Mediterraneo. Ma è stata la «fuga dei cervelli» il tema al centro dell´attenzione. Anche Corti è convinto che si tratti di un «drenaggio continuo». «Ci sono decine di giovani - ha detto - che non trovando più la possibilità di potere svolgere il loro lavoro all´interno delle attuali strutture, trovano altrove, all´estero, la possibilitàdi svolgere in maniera sufficiente il loro lavoro». «Siamo molto preoccupati - ha aggiunto - perchè si pensa più all´emergenza immediata che alle prospettive degli anni futuri. Se non si investe nella ricerca, il futuro di un qualsiasi Paese moderno è segnato». «La crisi del mondo del lavoro - gli ha fatto eco il sindaco di Catania e farmacologo Umberto Scapagnini - si può superare soltanto riuscendo a valorizzare quello che abbiamo e noi abbiamo grandissime capacitànel mondo della ricerca». Per Corti, «è irrinunciabile il ridisegno di una politica che si occupi del recupero di tutte le risorse culturali, oggi al servizio dello sviluppo di altrio Paesi».

Fabio Albanese