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Parte la sperimentazione, scelte le 250 scuole
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1. Parte la sperimentazione, scelte le 250 scuole
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da Il Corriere della Sera
Martedì, 1 Ottobre 2002

Molte adesioni tra gli istituti paritari. Gli uffici regionali dovranno indicare gli ultimi circoli che mancano. Lo Snals: «Test improvvisati»

Parte la sperimentazione, scelte le 250 scuole

Vacanze più corte per garantire i 200 giorni di lezione previsti per legge. Il via entro pochi giorni

ROMA - Questa volta ci dovremmo essere davvero. La sperimentazione della riforma Moratti per le materne e le elementari è pronta a partire. Tra statali e paritarie, saranno 250 le scuole coinvolte nei test. Divise in modo omogeneo in tutto il territorio nazionale, con un massimo di 29 in Sicilia e un minimo di 6 in Molise. Dopo il consiglio dei ministri di domenica notte, che ha dato il via libera al piano, i direttori degli uffici scolastici regionali stanno indicando i nomi degli istituti dove provare le novità della riforma (il maestro tutor, lo studio dell’inglese e delle nuove tecnologie in prima elementare). Scettici i sindacati, restano un problema e un dubbio. Il problema: per legge ogni istituto deve garantire almeno 200 giorni di lezione. E il conteggio, nelle scuole scelte per i test, partirà solo con l’effettivo inizio della sperimentazione, cioè nei prossimi giorni. In alcuni casi, quindi, sarà necessario far slittare la fine delle lezioni verso l’estate, oppure accorciare le vacanze di Natale o di Pasqua. Il dubbio: non è ancora chiaro quante saranno le scuole paritarie sul totale di 250. Si era parlato di due per regione, ma potrebbero essere molte di più. In questo caso l’impatto diminuirebbe, perché negli istituti privati alcune novità dei test sono già adottate da diversi anni.

MAPPA - La regione che fa segnare il maggior numero di scuole scelte per la sperimentazione è la Sicilia con 29. Seguono la Lombardia con 25, l’Emilia Romagna con 20, la Toscana con 18. Il Lazio è a quota 13 con la Puglia, chiude il Molise con 6. Per grandi aeree, gli istituti scelti sono 48 nel Nord ovest, 46 nel Nord est, 64 nel Centro, 53 al Sud e 39 nelle isole. Dopo i numeri, i nomi. Una volta fissate le quote, tocca ora ai direttori generali degli uffici scolastici regionali indicare i nomi delle singole scuole inserite nel progetto. Un’operazione che sarà completata in «tempi strettissimi», assicurano al ministero, e che in alcune regioni è già terminata.

RIFORMA - I test riguarderanno i principali aspetti della riforma, che è ancora all’esame del Senato. E cioè: il maestro tutor, che avrà il compito di coordinare i docenti e di seguire gli alunni anche nel rapporto scuola-famiglia. Il portfolio, vale a dire il documento che indica i percorsi educativi seguiti e i risultati raggiunti dallo studente. E ancora: lo studio dell’inglese e delle nuove tecnologie nella prima elementare e, «ove esistano le condizioni», la possibilità di ingresso anticipato alle materne e alle elementari per i bambini che compiono tre anni o sei anni entro il 28 febbraio 2003.

ASSISTENZA - Le scuole che sperimentano, spiegano al ministero dell’Istruzione, «non rimarranno sole in questa sfida al cambiamento». Uffici scolastici regionali e Centri servizi amministrativi, cioè gli ex provveditorati agli studi, hanno già attivato task force di sostegno «impiegando il meglio delle risorse e delle competenze di cui dispongono per sostenere adeguatamente il personale delle istituzioni scolastiche impegnate nel progetto».

200 GIORNI - I test partono ad anno scolastico già iniziato. E questo comporta sicuramente un problema: negli istituti prescelti si rischia di non garantire i 200 giorni minimi di insegnamento previsti dalla legge. «Queste scuole - dice Massimo Di Menna, segretario della Uil scuola - dovranno deliberare un allungamento dell’anno scolastico di 5 o 6 giorni, soprattutto in regioni come il Piemonte e la Lombardia», le prime a riprendere le lezioni.

CRITICHE - I sindacati non nascondo le loto perplessità. Fedele Ricciato, segretario dello Snals, parla di «una sperimentazione improvvisata e debole, con un campione troppo esiguo per dare risultati con un fondamento scientifico». Scettico Alessandro Ameli (Gilda): «Al via del ministero non fa riscontro un via effettivo delle scuole. I direttori regionali non hanno ancora individuato tutte le scuole che prenderanno parte ai test. La realtà è che ancora non si sa quando si partirà effettivamente». Meno drastico Giorgio Rembado, presidente dell’Associazione nazionale presidi: «Se l’avvio dei test ritardasse di parecchio, sarebbe un problema». Infine la senatrice Maria Chiara Acciarini, capogruppo dei ds in Commissione Istruzione. Poche parole, ma durissime: «E’ un’iniziativa modesta, frettolosa, caotica e con un gruppo di scuole scelte a caso».

Lorenzo Salvia

Pubblicato l’elenco del ministero. Il direttore regionale Dutto: puntiamo ad essere un riferimento nazionale

Riforma, ecco le 25 scuole scelte
A Milano via alla sperimentazione all’istituto di via Giusti, alla Faes e al San Carlo

Parte la sperimentazione della riforma scolastica in 25 materne ed elementari della Lombardia. Ieri il ministero dell’Istruzione ha comunicato l’elenco delle scuole ammesse, private e statali: 4 a Milano (Collegio San Carlo, Istituto comprensivo via Giusti, Scuola primaria Faes e Scuola comunale materna di via Sant’Orsola), 5 nell’hinterland e 16 nelle altre province. Gli istituti potranno ammettere in prima i bambini di 5 anni e mezzo. E dovranno mettere in pratica le linee guida della riforma: il maestro-tutor, il portfolio, l’insegnamento di inglese e informatica fin dalla prima elementare. «Mi auguro che le nostre scuole - dice il direttore scolastico lombardo Mario Dutto - possano diventare punti di riferimento e centri propulsori per l’elaborazione della riforma a livello nazionale».
Ma tra i genitori coinvolti nella sperimentazione già sorgono i primi dubbi: «Cambieranno i programmi o le modalità di insegnamento? Ci saranno soldi a disposizione?».
La direttrice dell’istituto comprensivo di via Giusti-via Palermo, Carla Ruffini, spiega: «Ho avuto la comunicazione poco prima delle 17 e, come ci avevano anticipato, resto in attesa di essere convocata dal sovrintendente regionale scolastico che ci spieghi in cosa consisterà la riforma. Questo perché ci era stato assicurato che la sperimentazione sarebbe stata flessibile, a seconda delle esigenze di ogni circolo».


MILANO Collegio San Carlo
Corso Magenta 7 1
Istituto comprensivo via Giusti
via Giusti 15/via Palermo 9
S cuola primaria Faes
Via Nöe 24
Scuola comunale materna
Via Sant’Orsola 17

SAN VITTORE OLONA (Mi)
Scuola elementare l’Arca
Via XXIV Maggio 28

MONZA (Mi)
Collegio Villoresi San Giuseppe
Via Monti e Tognetti 10

LODI
C ollegio San Francesco
Via San Francesco

MOTTA VISCONTI (Mi)
Istituto comprensivo Ada Negri
Piazza San Rocco

GESSATE (Mi)
Istituto comprensivo viale Europa
Viale Europa 6

ARESE (Mi)
Direzione didattica Europa Unita
Via Varzi 31

BARIANO (Bg)
Istituto comprensivo di Bariano
Via Piave

COMO
Istituto comprensivo Como Lago
Via Brambilla
Istituto comprensivo Como Borghi
Via Magenta 26

CANTU’ (Co)
Istituto comprensivo di Cantù
Via Manzoni 19

BARZANO’ (Lc)
Istituto comprensivo di Barzanò
Via Leonardo da Vinci 22

OSTIGLIA (Mn)
Istituto comprensivo del Po
Via Bonazzi 9

MARMIROLO (Mn)
Istituto comprensivo Marmirolo
Via Parini 1

PAVIA
Scuola pareggiata San Giorgio
Via Bernardino da Feltre 9

VOGHERA (Pv)
Leonardo da Vinci
Via Aspromonte 30
Dante Alighieri
Via Manzoni 4

RIVANAZZANO (Pv)
Istituto comprensivo di Rivanazzano
Via XX Settembre 27

VARESE
Direzione didattica 1° circolo
Via Felicita Morandi 12
Direzione didattica 2° circolo
Via Como 15

PORTO CERESIO (Va)
Istituto comprensivo Enrico Fermi
Via Butti

ADRO (Bs)
Elementare Madonna della neve
Via Nigoline 12

La sperimentazione adesso diventa operativa
In classe a 5 anni Così nelle scuole debutta la riforma
Il direttore Dutto: sarà un’operazione graduale

Nuova scuola del ministro Moratti: parte la sperimentazione della riforma in 25 materne ed elementari della Lombardia. Ieri il ministero dell’Istruzione ha comunicato l’elenco delle scuole ammesse. Tra private e statali, 4 sono a Milano, 5 nell’hinterland e 16 nelle altre province. Avranno la possibilità di ammettere bambini a 5 anni e mezzo (bambini che compiranno 6 anni entro il 28 febbraio del 2003). E dovranno mettere in pratica le linee guida della riforma: il maestro-tutor, il portfolio (raccolta di tutta la documentazione che riguarda il percorso scolastico dell’alunno), l’insegnamento di inglese e informatica dalla prima elementare. «Mi auguro che le nostre scuole - dice il direttore regionale Mario Dutto - possano diventare punti di riferimento e centri propulsori per l’elaborazione della riforma a livello nazionale». Il percorso per accedere alla sperimentazione era partito in agosto. Quando il direttore scolastico aveva spedito un questionario informale alle direttrici, con l’obiettivo di verificare chi avesse i requisiti minimi per ospitare la sperimentazione: classi a disposizione, insegnanti di ruolo, aule per i computer, esperti di lingua straniera. All’inizio di settembre, queste disponibilità sono state ridiscusse dai consigli di circolo: chi ha confermato l’intenzione del proprio dirigente è stato convocato dall’Ufficio scolastico regionale per definire le modalità della sperimentazione. Adesso c’è l’elenco: per le scuole pubbliche, non sembra che ci saranno a disposizione soldi in più. Qualcuno sostiene invece che le private riusciranno ad ottenere finanziamenti perché si consorzieranno fra di loro.
«Il decollo di un’operazione tanto ambiziosa sarà ovviamente graduale», dice Mario Dutto. E’ quel che si aspetta la direttrice dell’istituto comprensivo di via Palermo-via Giusti, Carla Ruffini. Che spiega: «Resto in attesa di essere convocata dal dirigente scolastico regionale perché ci spieghi in cosa consisterà la riforma. Perché ci era stato assicurato che la sperimentazione sarebbe stata flessibile, a seconda delle esigenze di ogni circolo».
L’ufficio scolastico regionale ha creato un organismo per seguire lo sviluppo della sperimentazione nelle scuole. Non mancano però le critiche. Come quelle di Filippo Maraffi, papà di Giorgio (iscritto alla prima elementare di via Palermo) e rappresentante dell’associazione di genitori «Panelatte»: «Vorrei capire che vantaggio trarremo dal fatto che la nostra scuola ospiti la sperimentazione. All’inizio dell’anno ci era stato presentato un piano di studi in base al quale noi abbiamo scelto proprio questo istituto. Cambieranno i programmi o le modalità di insegnamento? Ci saranno soldi a disposizione? Perché, in questo caso, sarebbe forse più utile che cominciassero a spenderli per rendere fruibile il giardino della scuola».

EUROPA UNITA» DI ARESE
«Dovremo fare dei sacrifici però siamo pronti a partire»

Sette sono le classi della scuola materna e nove delle elementari che sono coinvolte nel programma della sperimentazione del circolo didattico della scuola «Europa Unita» di Arese. Soddisfatta
la dirigente scolastica Rosanna Caldarulo, che afferma: «Pur sapendo di andare incontro a tanti sacrifici, con il parere quasi unanime degli insegnanti e con l’appoggio del Comune, abbiamo inoltrato la domanda di ammissione alla sperimentazione. Siamo contenti per la scelta del ministero ed ora siamo pronti a partire». I bambini che potranno entrare nel progetto della nuova scuola sono 20; saranno suddivisi equamente nelle varie sezioni.

L’Istituto di Arese è stato dotato di computer e già da tempo si tengono lezioni di lingua inglese. Queste materie rientrano nel programma della sperimentazione.

FAES
«Qui alunni e alunne divisi ma vogliamo l’innovazione»

Le ragazze alla Monforte. I ragazzi all’Argonne. Dalle elementari al liceo, non si mescolano gli studenti delle due scuole del Faes (Famiglia e scuola) ammesse alla sperimentazione. «La nostra associazione ha un orientamento cattolico - dice il segretario generale, Vartan Manoukian -, ma non confessionale. Molti elementi della sperimentazione fanno già parte del percorso formativo delle nostre scuole: docenti-tutor, attenzione all’educazione personalizzata, inglese e informatica». Il Faes è stato fondato nel 1974 da un gruppo di genitori che rivendicava il diritto di poter scegliere gli insegnanti per i propri figli. Le attività svolte nelle scuole Faes sembrano andare già oltre le nuove libertà concesse dalla sperimentazione: in terza elementare i bambini partecipano a laboratori teatrali e giocano a scacchi per sviluppare le capacità logiche e strategiche.


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Date: 01 Oct, 2002 on 08:01
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