SPORCHE E PERICOLOSE: EMERGENZA ITALIANA
Scuole bocciate

di Marco Belpoliti

L'ennesima inchiesta sulle scuole italiane ha mostrato che la condizione degli edifici, in cui entrano ogni giorno milioni di persone, è pessima. Legambiente, in un documento battezzato «Ecosistema scuola 2002», scrive che 15 edifici su 100 sono a rischio amianto; 13 scuole su 100 non hanno un sistema antincendio; il 32% si trova in zone esposte al rischio di inquinamento industriale, elettromagnetico o tossico (ad esempio, discariche).

Gli estensori della ricerca ci comunicano che l'inchiesta ha riguardato le amministrazioni comunali di 103 capoluoghi di provincia e 6.000 edifici scolastici, un campione rappresentativo ma limitato. Infatti, molte scuole di provincia sono fatiscenti, mal tenute, prive di manutenzione, oltre che fuorilegge per quanto riguarda le norme di sicurezza. Molte scuole sono edifici costruiti con altri scopi (ospedali, conventi, palazzi patrizi, ville, ecc.) e solo successivamente adibiti ad aule; Legambiente calcola che sia il 10% delle scuole esaminate. In realtà, sono molte di più.

In Italia manca un piano per l'edilizia pubblica, la cui manutenzione e controllo spetta a tanti enti diversi (comuni, provincie, regioni, stato). Per il momento questa non è certo una priorità dell'amministrazione scolastica, occupata da ben più complesse emergenze. Ma il problema edilizio non può essere una questione di minor importanza da rimandare ancora. Come sanno bene gli insegnanti, un ambiente scolastico accogliente, salubre, ben tenuto, magari anche bello e ben organizzato, aiuta molto il lavoro di studenti e docenti.

Studiare in aule male illuminate, con muri scrostati, infiltrazioni d'acqua, finestre mal ridotte, corridoi dipinti con colori spenti e smorti, incide sull'umore e sul carattere, ed è sicuramente diseducativo. Certo, ci sono paesi e popoli dove si fa scuola ogni giorno sotto le tende o in capanne di fango, ma sono condizioni estreme, non un esempio positivo. Quando capita di visitare scuole all'estero, in Europa, si è colpiti dalla cura che viene riservata all'ambiente comune. Come sono diverse le nostre scuole, dove spesso i banchi sono coperti di scritte, i corridoi affrescati con pennarelli e spray, gli armadi deturpati, i bagni indecenti.

Perché? Per mancanza di attenzione allo spazio, perché gli spazi brutti spingono a comportamenti negativi, perché nessuno, o quasi, tiene conto che la prima educazione al mondo la riceviamo dal luogo in cui siamo allevati e in cui cresciamo. In questo la nostra cultura è carente; eppure siamo la patria del design e della grafica, abbiamo grandi architetti e progettisti. Tuttavia lo spazio non rientra tra i cardini della nostra formazione individuale e collettiva.

L'ultima grande iniziativa edilizia spetta al fascismo; negli anni Venti e Trenta sono state costruite moltissime nuove scuole. Sono ancora lì. Per quanto vecchie e inadatte, ci studiano ogni giorno migliaia di bambini e ragazzi. Dopo, negli anni sessanta e settanta sono stati edificati solo grandi scatoloni senza forma, parallelepipedi privi di personalità, grandi spazi di nessuno, nonluoghi, sovente isolati in periferia. Non sarebbe ora di mettere mano a un progetto complessivo?