Il Ministro Moratti ha fatto molti sforzi, per la verità anche a spese dei diritti del personale, per assicurare che all’avvio dell’anno scolastico tutti gli insegnanti di ruolo e non di ruolo fossero in classe e soprattutto per propagandare questo elemento da cui dipende l’immagine di efficienza della scuola. Ma non si è preoccupata delle mine vaganti che nel frattempo ha disseminato lungo l’arco dell’anno scolastico. Infatti le numerose irregolarità e approssimazioni hanno dato luogo ad una miriade di ricorsi ai tribunali amministrativi e ai pretori del lavoro, presentati non solo dalle organizzazioni sindacali ma anche da altri gruppi più o meno spontanei di precari.

La madre di tutte le questioni è ancora una volta quella del bonus di 30 punti per gli abilitati delle scuole universitarie di specializzazione, le SSIS, e della sentenza che ne vieta il cumulo con i servizi. Il Tar del Lazio ha giudicato la circolare con la quale si applicava questa sentenza così approssimativa da ridurne in molti casi gli effetti e ha ordinato di modificarla. Il Ministero, che non aveva opposto appello alla prima sentenza, ha invece deciso di appellarsi al Consiglio di Stato contro questo secondo pronunciamento. Così facendo ha cercato di guadagnare tempo per lasciare impregiudicate le nomine già fatte.

Per ora di questa scelta ne fanno le spese i legittimi aspiranti, ma se una conferma in corso d’anno imporrà di rivedere graduatorie e nomine, rischia di farne le spese tutta la scuola , nei termini di un colossale carosello degli insegnanti,.
E questa non è l’unica mina vagante sul regolare funzionamento dell’anno scolastico. Sono in ballo anche i ricorsi riguardanti l’attribuzione alle SSIS dei punteggi per i titoli aggiuntivi, che la precedente sentenza del Tar del Lazio aveva chiaramente escluso. Anche in questo caso, dove il buon senso avrebbe consigliato, fatto trenta, di fare trentuno, il Ministero ha preferito fare ventinove: invece di applicare integralmente la sentenza del Tar del Lazio il Ministero ha sperato di farla franca fingendo di non vedere il passo in questione.

Su questo secondo argomento il Tar dell’Umbria ha già emesso una ordinanza che sospende le graduatorie di Perugia. E anche in questo caso il Ministero per evitare di rimettere mano subito a nomine e graduatorie si è appellata al Consiglio di Stato. Se non che l’Avvocatura dello Stato ha presentato un appello che coinvolge non solo la sentenza in questione ma anche la prima sentenza del Tar del Lazio, già parzialmente applicata. Perciò le graduatorie potrebbero essere variate, con conseguente carosello degli insegnanti in corso d’anno, non solo nel caso in cui il Consiglio di Stato dovesse confermare la sospensiva del Tar dell’ Umbria o la seconda sentenza del Tar del Lazio, ma anche nel caso in cui dovesse dare ragione su tutta la linea allo stesso Ministero.
Insomma sembra proprio che il Ministero le grane se le vada a cercare da solo!

PINO PATRONCINI
Cgil Scuola