I MIGLIORI STUDENTI NON ABITANO NELLE GRANDI CITTÀ

GENI DI PROVINCIA

LA Scuola superiore Sant'Anna di Pisa, una delle più prestigiose istituzioni universitarie italiane, organizza corsi estivi in cui invita i migliori studenti delle scuole medie superiori: 115 allievi del quarto anno di corso che hanno raggiunto le medie più alte nei voti. E' un corso di orientamento - vitto e alloggio gratis - che si tiene a Volterra, dura sette giorni e riguarda sei facoltà (Giurisprudenza, Scienze politiche, Economia, Ingegneria, Medicina, Agraria). C'è anche uno psicologo che aiuta i ragazzi a compiere la scelta universitaria giusta dopo l'esame di maturità, perché non sempre i migliori studenti hanno le idee chiare sul loro futuro professionale. Questa la notizia riportata nei giorni scorsi dai giornali. Viene dato rilievo al fatto che anche in Italia le università cercano di conquistarsi gli studenti migliori con iniziative ad hoc. Segno dei tempi che cambiano. Negli Stati Uniti e in Inghilterra già da parecchi anni le diverse università si fanno concorrenza per procacciarsi i ragazzi prodigio. Tuttavia il fatto interessante è un altro. I giornali hanno riportato la lunga lista dei ragazzi: nome, cognome, località di provenienza, scuola frequentata, media scolastica, espressa in decimi. La maggior parte di loro non abita nelle grandi città - Milano, Torino, Genova, Roma, Napoli -, ma in piccoli o piccolissimi centri. Gli organizzatori hanno raccolto circa 900 segnalazioni dai presidi delle scuole superiori italiane e poi hanno fatto una selezione cercando di invitare ragazzi di tutte le regioni. Tuttavia il dato resta evidente. C'è un solo studente di Milano (un altro vi studia, ma abita fuori città); diversi studenti vengono da Latina e da La Spezia; una è di Firenze; poi ci sono studenti di Bari, Pisa, Perugia e Cosenza; ma nessuno da Torino, Genova e Roma. Su 115, oltre 40 abitano al Sud e in Sardegna; parecchi in paesini delle Marche. Tra le città del Nord-Ovest ci sono Novara e Asti; accanto ai paesi della Sicilia: Noto, Lentini, Bronte. Il dato non fa che confermare un elemento statistico: la maggior parte degli italiani vive in piccole città di provincia. Chi eccelle negli studi tende a spostarsi nelle città, per frequentare l'università, dove, al termine degli studi, trova lavoro e finisce per risiedere. Milano, ad esempio, è piena di provinciali; sono loro che hanno fatto la fortuna della città nell'industria, nel commercio e nella cultura. E sono pochi i designer, i grafici, gli stilisti, ma anche gli scrittori o gli intellettuali, che sono nati e cresciuti in una grande città, come Milano o Roma, le uniche due metropoli italiane - interland compreso - che superano i due milioni di abitanti. Una volta Gianni Brera, parlando di uno sportivo, un ciclista, notava che era nato e vissuto in provincia: solo in provincia, scriveva, si coltivano le grandi malinconie, il silenzio e la solitudine indispensabili per riuscire in uno sport così faticoso. Non è così anche per lo studio?

Marco Belpoliti