I dirigenti dell'Istruzione, varato lo spoil system, non hanno il potere di appellarsi al Consiglio di Stato

Scuola, restano scoperte le cattedre dei precari
La legge Frattini ostacola il ricorso del ministero sulle graduatorie

di MARIO REGGIO

ROMA - La scuola italiana rischia la paralisi. A poco più di due settimane dall'inizio dell'anno scolastico la situazione s'ingarbuglia con il passare delle ore. Prima lo slittamento dell'apertura al 30 settembre in Sicilia. Ora un altro intoppo. Il ministero dell'Istruzione ha deciso di presentare ricorso al Consiglio di Stato contro la sentenza del Tar del Lazio che lo obbliga a rivedere le graduatorie di oltre 40 mila supplenti. Chi firmerà il ricorso? Mistero. La legge Frattini sullo spoil-system, infatti, impedisce ai dirigenti superiori della pubblica amministrazione di firmare atti relativi alla straordinaria amministrazione fino al 7 ottobre, quando verranno sostituiti o confermati. E lo stesso dicasi dei direttori regionali dell'istruzione che non potranno ritoccare le graduatorie.

"Il regolare inizio dell'anno scolastico rischia di essere la prima vittima della controriforma della dirigenza pubblica voluta dal ministro Frattini - dichiara l'ex ministro della Funzione Pubblica Franco Bassanini. Nel corso del dibattito parlamentare avevamo sottolineato il rischio di una paralisi delle amministrazioni pubbliche. Purtroppo siamo stati buoni profeti. L'opinione pubblica deve sapere - conclude - che questo è solo il primo dei molti guasti che produrrà una riforma ispirata alle esigenze della spartizione clientelare". Replica il sottosegretario alla Funzione Pubblica Learco Saporito: "Evidentemente Bassanini non ha avuto modo di vedere la circolare che Frattini ha firmato lo scorso 31 luglio nella quale è prevista l'adozione da parte dei dirigenti generali di atti urgenti e indifferibili nei 60 giorni previsti per la loro conferma o sostituzione".

Affonda l'attacco anche la Cgil. "Il caos non si limita alle nomine dei supplenti ma tutto deriva dal disinteresse che questo governo dimostra per la scuola pubblica - afferma il segretario scuola Enrico Panini - e se il ministero appellerà la recente sentenza del Tar presso il Consiglio di Stato, farà esattamente il contrario di quello che fece solo tre mesi fa nei riguardi della prima sentenza del Tar, quando l'applicò subito e per tutti giustificandosi con il bisogno di garantire il regolare avvio dell'anno scolastico".

Sul sentiero di guerra anche la Gilda: "È incomprensibile l'ostinazione del ministro a non voler modificare le graduatorie permanenti - commenta il segretario nazionale Alessandro Ameli - se è vero, come afferma l'amministrazione, che si tratta di pochi casi isolati perché non provvede rapidamente a sanare la situazione e a ripristinare la situazione di diritto sancita dal Tar? Una sentenza che ha valore "erga omnes" perché ha parzialmente annullato la circolare ministeriale per la parte che consentiva il cumulo dei punteggi per i corsisti universitari".

Dalla sede del ministero, in viale Trastevere, anche oggi messaggi rassicuranti, come se nulla stesse accadendo. "Tutto pronto per il regolare avvio dell'anno scolastico. La sentenza del Tar del Lazio non tocca le graduatorie - si legge in un laconico comunicato - se rinvii dovessero esserci riguarderebbero autonome decisioni da parte delle Regioni non collegate alla sentenza del Tar".
Intanto, in Sicilia, non trova molti alleati l'assessore regionale Fabio Granata che ha firmato il decreto che sposta dal 17 al 30 settembre l'inizio dell'anno scolastico, posticipando la chiusura al 14 giugno. Un coro di no si è levato dalle organizzazioni sindacali, politici, genitori e presidi.

(24 agosto 2002)