Una società britannica lancia un concorso a premi
800 dollari per cambiare il proprio nome per un anno

Pubblicità, ultima frontiera chiamarsi come un videogioco
Sarano scelti cinque candidati impersoneranno un cacciatore di dinosauri
di DARIO OLIVERO

QUANTI soldi vorreste per cambiare la vostra identità per un anno? E quale dovrebbe essere questa nuova identità? Quella di un attore? Un uomo d'affari? Musicista? Astronauta? Clark Kent? Ecco le risposte: la ricompensa è di 800 dollari, l'identità è quella di un videogioco. Per 365 giorni, al lavoro, a scuola, al bar - e soprattutto agli occhi dello Stato - si smette di essere quello che si è sempre stati e si risponde a un altro nome: "Turok". Turok è il cacciatore di dinosauri protagonista del videogioco omonimo nato a sua volta da un fumetto, uno sparatutto in prima persona ambientato in una terra selvaggia e primitiva. Siamo alla nuova frontiera della pubblicità estrema, si chiama human branding, l'essere umano che diventa il veicolo fisico e spirituale del messaggio.

L'idea (non è il primo esempio in assoluto, ma è il primo applicato nell'industria dei videogiochi) è venuta all'Institute of Science in Marketing, agenzia pubblicitaria, che l'ha proposta alla filiale britannica della statunitense Acclaim, società produttrice del gioco che sta lanciando Turok Evolution, il quinto episodio della saga. "Non è una bufala - dice il portavoce dell'Acclaim Andrew Bloch all'Associated Press - Ogni aspetto dell'identità dei volontari deve cambiare. Devono camminare, parlare, vivere e respirare la pubblicità che stanno facendo".

Funziona così. E' stato allestito un sito Internet in cui si spiegano i tratti principali della campagna pubblicitaria e in cui c'è un modulo per inoltrare la richiesta del cambio di identità. Oltre ai dati anagrafici e ad alcune domande relative all'interesse verso i videogame del candidato, c'è uno spazio vuoto in cui si chiede: "Dicci con al massimo 50 parole perché dovremmo scegliere te".

Una volta inoltrata la domanda, verrranno scelte cinque persone. Riceveranno, oltre alla ricompensa di 800 dollari, anche una console Xbox in regalo e la collezione dei cinque capitoli della saga del gioco. La Acclaim si accolla gli oneri legali e notarili per i due cambi di identità, dal nome originale a Turok e, tra un anno, il ritorno alle origini.

Forse è un po' poco per rinunciare a una cosa preziosa e simbolica come il proprio nome. Un po' poco per presentari con un "Piacere Turok, cacciatore di dinosauri, lei?". Ma, come sottolinea ancora Bloch, chi vuole cambiare identità per diventare uno spot umano "non lo fa solo per il denaro". Ci deve credere, deve aver voglia di sperimentare, deve sentirsi un pioniere, un ambasciatore di una cosa in cui si identifica.

In effetti ci sono delle differenze tra il caso di Turok e un precedente illustre che ha coinvolto una coppia di genitori del Kansas che due anni fa per 5.000 dollari chiamarono la loro bambina Iuma per pubblicizzare l'Internet Underground Music Archive, un portale musicale. In quel caso si trattò probabilmente di una questione "solo per il denaro". Invece la Acclaim sta chiedendo a persone consapevoli di cambiare vita, abitudini, comportamenti. E se anche si trattasse solo di denaro, se anche qualcuno decidesse di cambiare nome solo per soldi, opportunismo, quanto cinismo dovrebbe avere per non scricchiolare quando gli si affaccerà alla mente il pensiero: "Tu sei Turok, cacciatore di dinosauri"?

(14 agosto 2002)