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La Stele di Rosetta del futuro
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1. La Stele di Rosetta del futuro
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da Repubblica.it

Il progetto per preservare gli idiomi che muoiono
La Genesi sarà tradotta in mille lingue e incisa su un dischetto

La Stele di Rosetta del futuro

di STEFANO BARTEZZAGHI

Mille volte la Genesi: il testo biblico verrà inciso in mille lingue, su un supporto che con buona approssimazione si può considerare infrangibile, ossia un disco di nichel che verrà idealmente lanciato in direzione del futuro, e si conserverà intatto per almeno duemila anni sotto una campana di vetro e acciaio. Questa è l'idea. Eccone gli ingredienti necessari a prepararla.Servono otto lingue considerate principali, con un contorno di altre mille lingue (o giù di lì), a comporre una mappa non completa ma molto rappresentativa del mondo e dei suoi idiomi. Serve inoltre un testo fondamentale, anzi il testo fondamentale per una grande parte del mondo stesso. Infine, un supporto resistentissimo nel tempo.

Il progetto è straordinario, e si può intitolare così: "La Stele di Rosetta dei nostri tempi". Come la pietra che, grazie alla ripetizione dello stesso testo (un decreto di Tolomeo V del 196 avanti Cristo) in tre lingue consentì a Champollion di decifrare i geroglifici, il disco progettato da alcuni linguisti americani (cominceranno a lavorarci esecutivamente il prossimo autunno) consentirà ai posteri di raccapezzarsi in una varietà di lingue che, plausibilmente, si troverà decimata in pochi secoli.

La scomparsa delle lingue è una delle più sottili insidie a cui la globalizzazione porta: è stato indicato in varie occasioni da linguisti come Claude Hagégé, e da organismi internazionali: i più ottimisti calcolano che tra appena cento anni la metà delle settemila lingue ancora parlate oggi sarà scomparsa.

Opporsi a questo fenomeno attraverso i rozzi strumenti del nazionalismo linguistico è rovinoso, e d'altra parte la conservazione delle lingue non è né agevole né sufficiente, quando le culture che le hanno espresse tramontano. L'importante è che si conservino i testi e il modo per decifrarli.

Lo scopo dei linguisti americani non è tanto la conservazione del testo della Genesi: anzi il progetto si regge sul fatto che quel testo sarà certamente conosciuto nel futuro, perché la Bibbia verrà sempre tradotta in ogni lingua possibile. Proprio perché il testo è noto, i decifratori potranno usarlo come chiave per impadronirsi di tutti gli altri testi nella stessa lingua. Se conosceranno l'inglese ma non l'italiano, attraverso il testo inglese e la loro propria conoscenza del libro biblico conosceranno il significato del testo, dedurranno le regole sintattiche della nostra lingua, e di lì potranno capire Dante, Galilei, Savinio, se non proprio Gadda.

Il prodotto finale è un disco inciso: ma non nel senso di un compact disc. Si tratta proprio di un disco di metallo di 7,5 cm di diametro in cui il testo della Genesi sarà inciso nei caratteri ortografici di ogni lingua, miniaturizzato. L'unico strumento necessario a leggerlo sarà l'occhio, corroborato da un potentissmo microscopio.

Le otto lingue principali devono essere state scelte a partire dalla quantità di persone che le parlano, nei diversi angoli della Terra. Sono inglese, spagnolo, russo, hindi, cinese, ebraico, arabo, swahili. Gli otto testi occuperanno la circonferenza esterna del disco, mentre nella zona interna una mappa del mondo riporterà le altre mille versioni, con le indicazioni dei luoghi in cui ogni singola lingua è parlata. Negli anni successivi, inoltre, il disco verrà aggiornato e ampliato, e arriverà a racchiudere settemila lingue.

Solo pochi privati potranno permettersi di acquistare il disco, che costerà 25mila dollari. La sua destinazione saranno musei, istituti, fondazioni a cui i posteri si spera potranno continuare a rivolgersi, come si spera che sentiranno il bisogno di imparare le nostre lingue di oggi. Che esse continuino a vivere e che il bisogno di reimpararle non si presenti mai, invece, sarebbe ottimismo davvero eccessivo.

(14 agosto 2002)


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Date: 14 Aug, 2002 on 16:28
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