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Berlusconi: a settembre la riforma della scuola
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1. Berlusconi: a settembre la riforma della scuola
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da Il Corriere della Sera
Mercoledì, 7 Agosto 2002

Vertice a Palazzo Chigi tra il ministro dell’Istruzione e Gianni Letta. Nella sperimentazione il maestro prevalente e l’anticipo delle iscrizioni

Berlusconi: a settembre la riforma della scuola

Il premier rassicura la Moratti: è una delle priorità del governo, le risorse ci sono. Si parte con 200 istituti


ROMA - «La riforma della scuola è una delle priorità politiche del governo, condivisa e sostenuta da tutta la coalizione, non mancheranno risorse adeguate». Il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, ha confermato la fiducia a Letizia Moratti. La sperimentazione delle principali novità contenute nella legge delega, ferma in Parlamento, si farà a partire da settembre. Il ministro dell’Istruzione, dopo lo stop ai test sulla riforma deciso dal governo, è riuscito a recuperare terreno, trasformando in pochi giorni una sconfitta - l’orientamento del Consiglio dei ministri era di coinvolgere pochissimi istituti - in un risultato positivo. Nella sperimentazione nazionale ci sarà posto per due o trecento scuole. Il programma iniziale puntava a coinvolgere mille, duemila istituti. C’è stato un ridimensionamento, non un azzeramento. Letizia Moratti dopo un lungo incontro col sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Gianni Letta, incaricato dal premier di mediare tra governo e ministro dell’istruzione, ha ottenuto le condizioni per un’iniziativa visibile e non per un mini-test.

BERLUSCONI - «Nel momento in cui il ministro Moratti si accinge a varare il progetto sulla sperimentazione, mi piace ribadire - ha detto Berlusconi - che la riforma della scuola è una delle priorità politiche del governo, condivisa e sostenuta da tutta la coalizione». «Il progetto di riforma - ha aggiunto il premier - è quello predisposto dal ministro Moratti, approvato a suo tempo dal Consiglio dei Ministri e attualmente all’esame del Parlamento. Sono convinto che, subito dopo la pausa estiva, il Senato, senza limitare la discussione che auspico ampia e approfondita, provvederà rapidamente all’approvazione della legge di riforma». I commenti non si sono fatti attendere. Particolarmente drammatico lo scenario evocato da Francesco Rutelli. «L’anno scolastico - ha dichiarato il leader dell’Ulivo - sta per iniziare e nessuno degli impegni presi dal Governo sarà realizzato: le famiglie non sanno ancora se un bambino di 5 anni e mezzo potrà o no essere iscritto alla prima elementare, la riforma del Ministero è bloccata, non avremo inglese né Internet, si stanno tagliando in molte parti d’Italia insegnanti di sostegno. Soprattutto - ha proseguito - non c’è un euro da spendere».


LA SPERIMENTAZIONE - Il decreto ministeriale sulla sperimentazione sarà sottoposto, sotto forma di bozza, al Consiglio nazionale della pubblica istruzione (Cnpi), per un parere obbligatorio ma non vincolante. Subito dopo il ministro firmerà il provvedimento. I contenuti della proposta, tuttavia, potrebbero essere divulgati dal ministro tra qualche giorno. La sperimentazione, che coinvolgerà la scuola dell’infanzia e il primo anno dell’elementare, procede su due binari. Il primo riguarda gli aspetti generali della riforma, il secondo l’anticipazione dell’età di iscrizione. Fanno parte degli aspetti generali il maestro prevalente che nell’elementare avrà dalle 18 alle 21 ore, i nuovi programmi, l’insegnamento dell’inglese e l’utilizzo delle nuove tecnologie sin dalla prima, l’introduzione sin dalla materna del portfolio, una sorta di cartella con i dati personali sull’apprendimento che accompagnerà il bambino lungo la sua carriera. Per quanto riguarda l’anticipo, potranno iscriversi alla materna e all’elementare i bambini che compiranno rispettivamente tre e sei anni entro il 28 febbraio 2003.


LE CIFRE - Alla sperimentazione degli aspetti generali possono accedere fino ad un massimo di due circoli didattici per provincia e non più di un circolo per quanto riguarda l’anticipo delle iscrizioni. Per partecipare al test nazionale vanno rispettate alcune condizioni: delibera del collegio dei docenti, intesa con gli enti locali per la disponibilità di aule e servizi, l’autorizzazione del dirigente nazionale e naturalmente le risorse. Considerando che le province sono 103, si può arrivare fino ad un


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Date: 07 Aug, 2002 on 08:42
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