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Scuola, la Moratti tenta il blitz
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da Liberta On Line
Giovedì, 1 Agosto 2002

Il ministro prepara il decreto per avviare la sperimentazione. Ma la Riforma è bloccata in Senato

Scuola, la Moratti tenta il blitz

In prima elementare a cinque anni e maestro unico

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ROMAUn no secco da opposizione e sindacati. E forti perplessità anche all'interno della maggioranza. Le critiche contro il decreto sulla sperimentazione della riforma della scuola hanno travolto il ministro dell'Istruzione, Letizia Moratti. Al centro della protesta il decreto per avviare la sperimentazione, già pronto, anche se la riforma è bloccata in Senato. I senatori del centrosinistra hanno chiesto, inoltre, al ministro di intervenire al più presto in Parlamento. «Il disegno di legge delega - ha detto Chiara Acciarini, capogruppo Ds in commissione Istruzione - non ha sufficiente copertura finanziaria e presenta principi di incostituzionalità, mentre la sperimentazione non può partire in tempi così brevi». Il decreto sulla sperimentazione della riforma contiene l'iscrizione alle «primine», cioè l'iscrizione facoltativa anticipata alle scuole materne e alle elementari per i bambini che compiranno rispettivamente 3 o 6 anni entro il 28 febbraio del prossimo anno. Sarebbero 86 mila i bambini interessati. Le altre novità da sperimentare sono il maestro «prevalente», una figura didattica la cui funzione è di insegnare al bambino le competenze fondamentali: leggere, scrivere, contare. Un'altra novità è l'introduzione dell'insegnamento dell'inglese e dell'informatica nelle scuola dell'obbligo. Nonostante la discussione del decreto in Senato sia fissata per il 24 settembre, il ministro Moratti ha deciso ugualmente di proporre alle scuole interessate un test sui contenuti del progetto. Il parere del Consiglio nazionale della Pubblica istruzione, infatti, è obbligatorio ma non vincolante. Ma i tempi sono stretti. Il Consiglio ha 45 giorni per pronunciarsi, mentre le scuole hanno bisogno di più tempo per organizzarsi. Oltre che dai sindacati, che rifiutano innanzitutto «la logica burocratico-gerarchica» della decisione («Si pensa che Roma detti disposizioni e le scuole immediatamente si adeguino») anche all'interno della maggioranza c'è chi, come il presidente dei deputati dell'Udc, Luca Volonté, non nasconde i propri dubbi. «L'ipotesi del ministro Moratti è da valutare con molta attenzione», ha spiegato il parlamentare, specificando punto per punto i punti di perplessità, che ricalcano in gran parte quelli dell'opposizione. Primo: l'aspetto giuridico sul quale si baserebbe il decreto ministeriale. Secondo: il rispetto dei lavori parlamentari che non hanno ancora visto l'approvazione della riforma. Terzo: se sia organizzativamente possibile anticipare alcuni punti della riforma a settembre. Quarto: l'opportunità politica di avviare l'anticipazione prima ancora dell'introduzione della riforma nel suo complesso. Anche l'Ulivo critica la Moratti, che i senatori dei Ds hanno definito «la «cenerentola dei ministri». In sostanza le viene rimproverato di essersi sottratta al dibattito parlamentare e di «essersi arrampicata sugli specchi» con il tentativo di imporre la sperimentazione a poco più di un mese dall'inizio delle scuole. T ra i dubbi dell'Ulivo, i soldi. Non essendoci copertura finanziaria, si rischierebbe una sperimentazione a macchia di leopardo valida solo per alcuni istituti. Durissima Titti De Simone, di Rifondazione comunista: «Con un'azione meschina, il ministro dell'Istruzione approfitta della pausa estiva per imporre una riforma discussa solo in parte e non approvata dal Parlamento, come se agisse su un'azienda di sua proprietà». Marco D'Auria
Roma Il decreto sulla sperimentazione della riforma della scuola è pronto. Contiene le parti della legge delega socialmente più appetibili: anticipo delle iscrizioni alla materna e alle elementari (3 o 6 anni entro il 28 febbraio), maestro prevalente, inglese e nuove tecnologie già dalla prima. Potrebbe essere firmato dal ministro Letizia Moratti a fine agosto o i primi di settembre, per consentire al Consiglio nazionale della Pubblica istruzione di esprimere un parere, obbligatorio per legge ma non vincolante. Ma il centro sinistra ha già fatto esplodere la polemica.


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Date: 01 Aug, 2002 on 07:07
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