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1. «Controlli di qualità sui docenti universitari»
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da Corriere.it
Domenica, 28 Luglio 2002

Lo stipendio aumenta in relazione all’attività didattica svolta

«Controlli di qualità sui docenti universitari»

La Moratti: fondamentale per far crescere gli atenei


ROMA - Anche i docenti universitari dovranno sottoporsi a periodici controlli di qualità. Dopo il tentativo andato a vuoto dell’ex ministro Ortensio Zecchino, che aveva proposto verifiche quadriennali dell’attività svolta dai singoli docenti, ora ci prova Letizia Moratti. Per l’attuale responsabile del dicastero di viale Trastevere la cultura della valutazione è lo strumento principe per migliorare la qualità dell’offerta formativa, dalle elementari alle facoltà. «È fondamentale - ha spiegato la Moratti - per una crescita del settore universitario». «Serve - ha aggiunto - per guidare gli studenti a una scelta consapevole grazie a migliori informazioni e per aiutare il ministero a realizzare correttivi».

COMMISSIONE - Il tema è quanto mai delicato e le notizie trapelano con difficoltà. Ma nella commissione presieduta dal professor Adriano De Maio, rettore uscente del Politecnico di Milano, incaricata dal ministro di fare il check up alla Riforma e all’università, questo tema è stato affrontato prioritariamente. La proposta di Ortensio Zecchino potrebbe essere in qualche modo ripescata, condizionando la progressione dello stipendio - ogni due anni c’è uno scatto dell’8 per cento - alla verifica dell’attività didattica e di ricerca svolta dal docente. Finora il prof universitario è stato esentato da qualsiasi tipo di verifica dei risultati. Non c’è differenza tra chi fa ricerca e offre ai giovani una formazione spendibile nel mercato del lavoro e chi non lo fa.


VALUTAZIONE - L’unica valutazione è quella interna. Dal 1999-2000 gli studenti universitari, alla fine del corso, compilano un modulo contenente domande che mettono a fuoco le caratteristiche del professore. Quest’anno hanno il «diritto di valutazione» è stato espresso in più della metà dei corsi di laurea. Non è noto però l’uso che viene fatto dagli atenei di queste «pagelle», specialmente quando i giovani non si dichiarano soddisfatti. Il «giudizio» degli studenti è stato introdotto con la legge che ha istituto il Comitato nazionale di valutazione del sistema universitario, presieduto da Giuseppe De Rita. Si tratta dell’organismo che proprio l’altro ieri ha denunciato i rischi derivanti dall’invecchiamento della classe docente: tra quindici anni il 45 per cento dei professori di ruolo andrà in pensione e non potrà essere sostituito perché mancano i giovani. I ricercatori, che dovrebbero in parte garantire l’avvicendamento, hanno già oggi un’eta media elevata. Il Comitato, che opera dal centro del sistema universitario, ha fissato alcuni importanti paletti per migliorare la qualità dell’offerta formativa. Ad esempio i requisiti minimi per quanto riguarda numero dei professori e strutture, sotto i quali un corso va sconsigliato agli studenti universitari.


«ESAMIFICI» - Negli ultimi anni è cambiato il modo di stare nell’università. Secondo la banca dati «Alma Laurea» percentuali sempre più alte di giovani delle facoltà umanistiche arrivano al diploma senza aver seguito o avendo parzialmente seguito gli insegnamenti. Nelle facoltà di Legge le lezioni si rivelerebbero non indispensabili per una percentuale molto elevata di studenti. In questi corsi o si rivede il metodo di trasmissione del sapere e delle competenze, oppure si accredita definitivamente l’immagine dell’università come «esamificio», dove il docente è soltanto uno che mette un voto e un timbro sui libretti.

Giulio Benedetti


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Date: 28 Jul, 2002 on 08:49
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