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Intervento di Letizia Moratti al Giffoni Film Festival
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1. Intervento di Letizia Moratti al Giffoni Film Festival
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Giffoni Film Festival - Cinema per Ragazzi

Giffoni, 25 Luglio 2002

Voi ragazzi - i "mille di Giffoni", come vi hanno chiamato i giornali, venuti qui dalla Norvegia e dal Sud Africa, da Israele e dalla Palestina, dalla Slovenia, dall'Ungheria e dalla Bielorussia per questa importante rassegna del cinema per ragazzi - siete i veri protagonisti di questo evento. E' dunque a voi ragazzi che mi rivolgo, con la speranza di poter toccare i vostri cuori colmi di speranza e pure di tante inquietudini.

Sono sinceramente felice di essere qui tra voi. Lo sono ogni volta che il mio lavoro, troppo spesso carico di impegni nei palazzi della politica e dell'amministrazione statale, mi permette finalmente di stare fra i giovani per parlare dei loro problemi, dei loro sogni, delle loro aspirazioni.

Non sono ancora riuscita, purtroppo, a vedere nemmeno uno dei tanti film che in questa trentaduesima edizione del Festival di Giffoni siete stati chiamati a selezionare e votare. Mi dicono che molte opere hanno suscitato tra voi grande interesse e curiosità. Mi riprometto di farlo nelle prossime settimane e magari seguirò il giudizio che voi, per una volta "giurati popolari", avrete espresso.

Questo nostro dialogo potrà così in qualche modo continuare attraverso il linguaggio del cinema, che così tanta importanza ha assunto nella comunicazione fra le diverse generazioni, al pari della musica, della fiction televisiva, della moda...

So che vi siete trovati a visionare, con occhio critico, più di 40 opere, tra lungometraggi e "corti", che avevano tutte come tema di fondo la scelta tra il bene e il male, tra l'egoismo e la solidarietà. Ne avete poi discusso appassionatamente nei dibattiti e nelle riunioni. Questa è la ragione che mi porta qui oggi pomeriggio: condividere con voi, anche se soltanto per qualche minuto, questo eterno grande dilemma nel quale si dibatte l'animo umano.

Voglio dirvi innanzitutto che la scuola che stiamo progettando, innovando, tentando di migliorare dovrà essere per voi sempre più un "luogo amico" nel quale possano trovare accoglienza i vostri progetti, i vostri interessi, i vostri sogni e nel quale le ragioni del vostro disagio personale e collettivo possano trovare ascolto, e possibilmente risposta, al pari delle vostre inclinazioni all'apprendimento ed alla formazione.

La scuola deve essere prima di tutto una comunità. La vostra comunità.

Tra la scuola e i giovani si è andato, infatti, stabilendo un rapporto di prossimità che il progressivo indebolimento della famiglia rende ancor più intenso e significativo. Di fronte a questo mutamento della condizione giovanile, la scuola può e deve fare molto.

Voi lo sapete bene: il ruolo della scuola sta cambiando profondamente. Il processo educativo si è frantumato. Oltre alla scuola, che ha perduto progressivamente la propria centralità nel panorama sociale, oggi intervengono sempre più di frequente altre modalità di apprendimento. Penso alla televisione, alla radio e, naturalmente, a Internet. Ma penso anche all'informazione, alla comunicazione, ai linguaggi giovanili che si formano ogni giorno nei nuovi contesti di socializzazione, nelle discoteche, allo stadio, in palestra e naturalmente al cinema.

In questo vostro mondo, la scuola non è più la fonte principale di informazioni e nozioni. Dunque, il suo compito cambia. I vostri insegnanti, un tempo unici dispensatori degli elementi di base dell'istruzione, vengono chiamati ad un compito diverso, più complesso. Quello di guidarvi nella giungla d'informazioni che vi raggiungono da più parti, quello di dotarvi di capacità logico-critiche, e soprattutto quello di diventare dei veri e propri "tutor" capaci di ascoltarvi, motivarvi, di capire e valorizzare i vostri interessi, consigliarvi, di sostenervi anche nei momenti delicati del vostro percorso educativo e formativo.

La scuola deve riuscire in questo nuovo compito, perché da ciò dipende la vostra maturazione culturale e la vostra maturazione affettiva.

Nel progettare la nuova scuola penso perciò ad una scuola che sappia educarvi ai fondamenti etici della vita - la solidarietà, il valore della relazione con gli altri, la responsabilità personale - e che possa dare risposte ad un numero crescente di voi giovani sui quali pesa oggi un grande senso di abbandono e di estraneità dal mondo degli adulti, d'incertezza rispetto al futuro.

In questo quadro, la scuola deve assumersi un impegno che va ben al di là del proprio compito "professionalizzante" e contribuire a valorizzare le specificità delle diverse età evolutive della fanciullezza, dell'adolescenza e della gioventù.

Gli insegnanti con i quali parlo spesso, i presidi e i dirigenti scolastici con i quali siamo in continuo contatto, i vostri genitori che in Italia partecipano attivamente al progetto di riforma del sistema educativo mi dicono che anche la vostra condizione di ragazzi e ragazze, prima ancora che di studenti, sta mutando profondamente.

Le forme di disagio che esprimete sono diverse, sempre meno legate a situazioni sociali ed economiche di quanto accadeva un tempo: riguardano le vostre personalità individuali, la difficoltà a costruire le vostre identità personali, il rischio di un "disinteresse per tutto" che a volte pare bloccare sul nascere le vostre capacità di iniziativa e che deriva dal relativismo esasperato della società contemporanea che vi fa apparire ogni decisione reversibile ed ogni opinione discutibile.

Sono spesso disagi che nascono nel silenzio affettivo di molte famiglie e nella proiezione sui ragazzi delle paure e delle incertezze avvertite da noi adulti, dagli stessi genitori e spesso anche dagli insegnanti.

Mi sembra che questa edizione del Giffoni Film Festival, con l'ampia rassegna di film a forte contenuto "morale" ed "etico" che ha proposto, possa essere un'occasione importante di riflessione comune.

I film che avete visto in questi giorni vi hanno ricordato che in un'epoca caratterizzata da una sovrabbondanza di stimoli informativi ed educativi, voi ragazzi - e, invero, noi adulti - sembriamo talvolta aver perso le differenze tra bene e male, tra giusto e ingiusto, tra lecito e illecito. Quando questi valori si indeboliscono, o vengono del tutto smarriti, ha il sopravvento l'incertezza, la confusione. Il senso del limite, quella linea di separazione sottile eppure così netta fra bene e male, si muove pericolosamente fino a sparire. E' in quel momento, cari ragazzi, che la perdita di controllo dei valori lascia spazio all'egoismo individuale, al vuoto affettivo e quindi alle dipendenze ed agli eccessi: lo "sballo", le droghe, i farmaci...

E' un fenomeno che sta purtroppo assumendo dimensioni drammatiche. Sotto i nostri occhi, giorno dopo giorno, si sta consumando una vera e propria "emergenza sociale" della quale, tuttavia, da qualche tempo si parla sempre meno. Quasi che si stia diffondendo una certa assuefazione collettiva a considerare il disagio giovanile un dato ineluttabile della nostra società. E' questo silenzio tacitamente accolto che mi turba profondamente.

Sapete, per aver ascoltato alcuni interventi che mi hanno preceduto ieri ed oggi, che la scuola italiana parteciperà attivamente alla campagna nazionale di prevenzione dell'uso delle droghe promossa dalla Presidenza del Consiglio. Voi stessi sarete coinvolti in un progetto di ideazione di uno "storyboard" sui temi della droga che circolerà nelle scuole e i cui risultati verranno utilizzati nella campagna di comunicazione prevista per il prossimo anno.

Personalmente, nei mesi scorsi ho dato indicazioni affinché le strutture educative di cui disponiamo diventino un capillare "network" di sostegno sul territorio delle iniziative di prevenzione, affiancando l'opera condotta dal servizio sanitario nazionale, dalle comunità terapeutiche, dalle organizzazioni del privato sociale. In concreto, lavorando con il Ministero del Welfare, il Ministero per i beni e le attività culturali e le Autonomie locali, metteremo a disposizione la nostra rete di infrastrutture (aule, palestre, attrezzature, biblioteche, laboratori) a cui voi giovani potrete fare riferimento per le vostre attività educative, formative, ricreative e sportive e per la vostra socializzazione anche in orari extra-scolastici.

In questo modo l'intervento della scuola potrà favorire la creazione e l'implementazione di una rete territoriale per lo sviluppo e la formazione dei ragazzi, a supporto dell'opera delle famiglie e delle agenzie educative, aprendosi all'esperienza fatta con successo in altri paesi.

E, infine, in stretta collaborazione con il Ministero della Salute abbiamo avviato in queste settimane un grande progetto che si propone di porre adolescenti e giovani in condizione di crescere nella piena consapevolezza di quale sia il percorso da seguire, un percorso nel quale la prevenzione delle forme di dipendenza e la promozione di buone pratiche di vita per sé e per gli altri siano elementi fondamentali.

Nuovi prodotti informativi sono stati ideati e verranno diffusi a partire dal prossimo anno scolastico sull'intero territorio nazionale, toccando le problematiche legate alla donazione di sangue e organi, alla sessualità ed alle malattie trasmesse sessualmente, all'alimentazione, alle droghe, al tabacco, all'alcool. I destinatari di questo progetto sono tutti gli studenti delle scuole secondarie superiori, i dirigenti e i docenti, i genitori.

Si tratta, come vedete, dell'inizio di una grande mobilitazione generale. E' un lavoro che richiede un buon grado di coordinamento e di programmazione su tutti i fronti di intervento, dalla sanità alla scuola, dalla prevenzione alle politiche sociali. Del resto, in tutta Europa, questa appare oggi la strada obbligata: le politiche giovanili hanno bisogno di un impegno collettivo, a tutti i livelli della società civile.

Ai miei colleghi di Governo e ai tanti, tantissimi che sono ogni giorno impegnati un po' ovunque in questa grande opera di informazione, prevenzione recupero - penso ai molti operatori del privato sociale, del non profit, del volontariato che operano nel campo del disagio giovanile - ho proposto di lavorare assieme ad un "patto sociale" tra scuole e famiglie, perché la scuola possa affiancarsi alla famiglia, raccogliere la sfida dell'indebolimento familiare e dotarsi di programmi educativi e formativi orientati alla crescita individuale e sociale della persona.

Sono venuta qui oggi tra voi per darvi questa testimonianza. Insieme possiamo fare davvero molto per una nuova politica giovanile ispirata allo sviluppo delle identità individuali e collettive, delle capacità relazioni dei ragazzi, delle affettività.

Tra non molto vi rimetterete in viaggio per tornare alle vostre case. Fate in modo che l'esperienza che avete vissuto in questi giorni, un evento festoso dedicato - come si conviene ad un Festival - allo spettacolo ed al divertimento, resti nella vostra memoria anche per i tanti motivi di riflessione comune sulle ragioni di disagio, di paura e di preoccupazione che abitano le vostre vite e quelle dei vostri amici.

Vi sono grata, profondamente grata, per avermi dato l'occasione di partecipare a questa vostra grande emozione collettiva. Ragazzi di Giffoni, vi abbraccio tutti. Buon lavoro.


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Mail: redazione@edscuola.com
Date: 25 Jul, 2002 on 18:22
Intervento di Letizia Moratti al Giffoni Film Festival
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