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C'è un antenato che cambia la storia
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1. C'è un antenato che cambia la storia
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da Repubblica.it

Il reperto ha più di un milione e 750 mila anni
L'annuncio e le foto sul "National Geographic"

C'è un antenato che cambia la storia
Scoperto in Georgia il cranio del primo homo eurasiatico

di CLAUDIA DI GIORGIO

ROMA - Cervello piccolo e canini grandi: sono questi gli arcaici attributi che, secondo un eccezionale ritrovamento, sponsorizzato dalla National Geographic Society e annunciato oggi su "Science", caratterizzavano i primi ominidi usciti dall'Africa per avventurarsi in Asia e in Europa. Il loro identikit è stato ricomposto grazie ad un cranio di un milione 750 mila anni fa dissepolto a Dmanisi, in Georgia, in un sito archeologico che si sta rivelando cruciale per la ricostruzione dell'albero genealogico dell'umanità. E' stato a Dmanisi che, tre anni fa, sono tornati alla luce due teschi che hanno costretto gli studiosi a retrodatare la comparsa dei primi eurasiatici a un milione 800 mila anni fa, cioè ottocentomila anni prima di quanto si credeva.

Ma il cranio che adesso Abesalon Vekua e David Lordkipanidze presentano orgogliosi sulle pagine di "Science" potrebbe obbligare i paleontologi a rivedere una convinzione ancora più radicata, vale a dire che l'epopea umana fuori dell'Africa sia associata ad un aumento del volume cerebrale e quindi al passaggio da una specie più primitiva ad una dotata di intelligenza "superiore". Secondo la teoria prevalente, gli Homo habilis, comparsi in Africa intorno ai 2 milioni e mezzo di anni fa, avevano sviluppato capacità intellettuali sufficienti a costruire i primi, rudimentali utensili di pietra, collocandosi sul primo gradino del genere Homo. Ma per spiegare la gigantesca migrazione che nel corso dei millenni si sarebbe spinta fino ai confini orientali dell'Asia da un lato e della Spagna dall'altro, ci voleva qualcosa di più: un cervello ancora più grande, capace di elaborare tecnologie più raffinate, adattandosi a nuovi ambienti. Ci voleva, insomma, una nuova specie, Homo erectus, dotata di una massa cerebrale tra gli 850 ed i 1.000 centimetri cubici (la media attuale è di 1.200 cc.).

Il nuovo cranio di Dmanisi, identificato dai suoi scopritori con la sigla D2700, sembra invece smentire questa tesi. Le sue dimensioni, scrivono i ricercatori, sono infatti "eccezionalmente piccole". Ritrovato in ottime condizioni di conservazione, è il cranio quasi completo di un individuo giovane e gracile, forse una donna, la cui capacità cerebrale era di appena 600 cc. circa: un quarto in meno dei due individui rinvenuti in precedenza in Georgia, e assai meno di quanto fosse lecito attendersi da un ominide ritrovato così lontano dall'Africa. [ab]Siamo di fronte a un nuovo enigma[bb], ha dichiarato uno dei ricercatori al "National Geographic" (la National Geographic Society finanzia in parte gli scavi di Dmanisi), che all'eccezionale scoperta dedica la copertina e un ampio articolo nel numero di agosto.
Anche la forma del volto è primitiva. Il naso corto, l'osso occipitale arrotondato e i due lunghi e grossi canini fanno scrivere ai suoi scopritori che il viso dell'ominide assomiglia a quello di un Homo habilis, "specialmente di profilo". Tuttavia, altre caratteristiche rimandano ai crani già trovati in Georgia, ed anche alla specie più moderna, Homo erectus, a cui alla fine è stato attribuito.

Almeno per ora. Vekua e colleghi non si sbilanciano, ma le loro scoperte aprono molti interrogativi. Da un lato, sembrano indicare che la ragione dell'esodo dall'Africa non abbia molto a che vedere con le dimensioni cerebrali, o perlomeno che non ne sia stata l'unica causa. Ma gli ominidi di Dmanisi potrebbero essere addirittura una nuova specie, un "anello mancante" tra Homo erectus ed i primi rappresentanti del genere Homo, capace di arrivare fino alle porte dell'Europa a dispetto del suo piccolo cervello. Oppure, ed è l'ipotesi più affascinante, l'impulso a spostarsi verso nuove terre era scritta nel DNA umano fin dalle origini.

(5 luglio 2002)


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Date: 05 Jul, 2002 on 07:39
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