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LA RICERCA NEL POSTO FISSO
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1. LA RICERCA NEL POSTO FISSO
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da La Stampa
Sabato, 29 Giugno 2002

L´APPELLO DEI NOBEL CONTRO LA FUGA DI CERVELLI
LA RICERCA NEL POSTO FISSO

SU La Stampa del 22 giugno un prestigioso gruppo di ricercatori, fra i quali figurano quattro Nobel, fornisce una serie di utili e preziosi suggerimenti per potenziare la ricerca europea e renderla competitiva con quella degli Stati Uniti in vista dell'imminente varo del VI Programma Quadro della Unione Europea. L'appello parte dall'allarme lanciato dal documento Busquin del gennaio 2000 dal quale risulta che tutti gli indici di valutazione dell'attività di ricerca trovano l'Europa in posizione di forte svantaggio rispetto a quella degli Usa e del Giappone e tale svantaggio si ripercuote sull'economia. Il punto più urgente e critico in questa competizione non è di tipo economico, ma strutturale e riguarda in particolare la fuga dei cervelli. Come per i capitali finanziari, esiste un flusso di cervelli che si muove facilmente secondo le regole del mercato ed in questo momento il mercato vede gli Stati Uniti come epicentro dell'immigrazione da tutto il mondo. Secondo la National Science Foundation, gli studenti stranieri che frequentano un Dottorato di Ricerca negli USA sono per il 24% europei (il 57% asiatici). In un esteso servizio dedicato dalla rivista The Scientist a questo problema, risulta che in generale gli europei che lavorano in USA dicono di trovare in questo paese la possibilità di ottenere facilmente indipendenza secondo le regole della flessibilità e della mobilità tipiche delle leggi di mercato, mentre in Europa il rientro comporta troppo spesso di dover dipendere da qualcuno per lavorare, per ottenere fondi e soprattutto per fare carriera. La situazione è migliore in Irlanda ed Inghilterra, ma grave in altri paesi.
Secondo la National Science Foundation, degli europei che attualmente lavorano in USA come post-doc, il 36% proviene dalla Germania, il 32% dall'Inghilterra, mentre tutti gli altri paesi vedono percentuali sotto il 7,7%. Tenuto conto della popolazione dei vari paesi risulta che in realtà Italia e Francia (7,7% e 6,5%) sono fra quelli che forniscono un contributo piccolissimo all'immigrazione verso gli USA. Perché questi due Paesi sono così diversi? La risposta viene sempre dalla rivista The Scientist. In realtà fuga dei cervelli dall'Italia è scarsa, perché in genere gli italiani, come i colleghi d'oltralpe, preferiscono rimanere legati alla loro istituzione. Infatti, prima o dopo arriverà un posto di lavoro garantito per tutta la vita, mentre andare all'estero significa uscire da quella catena di montaggio che primo o poi li porterà ad un posto sicuro. Le leggi della concorrenza e del mercato pertanto da noi non esistono ed appare chiaro che da noi non ci sarà mai competitività. Se non si risolve questo problema tutti gli altri provvedimenti saranno di scarsa efficacia. Professore di Neurofisiologia Università di Torino

Piergiorgio Strata


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Date: 29 Jun, 2002 on 17:06
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