DIARIO
Quante disparità Bisogna cambiare

di GIORGIO DE RIENZO

La sensazione è che il clima di idillio tra professori e studenti ieri si sia spezzato all'improvviso, almeno in due commissioni su quattro: quelle che hanno adottato - per la terza prova - il sistema misto di domande a risposta singola (9) e di quesiti a risposta multipla (18). La causa? Il numero delle materie, la quantità dei quiz e la loro complessa specificità. La lingua (inglese) era richiesta a tutti, in queste due commissioni si sono aggiunti latino, filosofia, fisica, storia dell'arte. Resto, per brevità, ai quesiti a unica risposta. Latino: «Illustrate le possibili omologie che si possono cogliere tra le vicende di Psiche e quelle di Lucio nelle "Metamorfosi" di Apuleio». Storia dell'arte: «Quali elementi fanno de "Le grandi bagnanti" di Cézanne un'opera di valore paradigmatico». Mi è parso che i candidati guardassero in cagnesco i commissari. Se passo a un'altra commissione vedo uno sbalzo. Le materie sono ridotte: storia, scienze, arte, oltre l'inglese. Per ogni materia i quesiti, tutti a risposta singola, sono solo tre. Per carità. Domande toste anche qui. Prendo quelle di storia: «Esponi le fasi attraverso cui si è realizzata la globalizzazione». Oppure: «Esponi le principali teorie dell'imperialismo indicando quale sia a tuo avviso la più adatta per chiarire le cause della mondializzazione del conflitto austro-serbo del 1914». Rispondere, e per di più nello spazio di dieci righe, non è facile: occorrono doti di sintesi notevoli, ma non si rischia di lasciare lo spazio bianco. Insomma le terze prove rischiano di creare grandi disparità, non solo tra scuole, ma anche all'interno delle commissioni di una stessa scuola. E' l'anello debole della catena di questi nuovi esami che rischiano di essere solo apparentemente per tutti facilitati.