Prima Pagina
Reg. Tribunale Lecce n. 662 del 01.07.1997
- ISSN 1973-252X
Direttore responsabile: Dario Cillo


Edscuola Board
Edscuola Board Discussion Forum.
Index / Educazione&Scuola© - Archivio Rassegne / Educazione&Scuola© - Rassegna Stampa (Archivio 2)
author message
LEGAMBIENTE SCUOLA 5, GIUGNO 2002
Post a new topic Reply to this Topic Printable Version of this Topic
edscuola
Administrator
in Educazione&Scuola

View this member's profile
posts: 13944
since: 23 May, 2001
1. LEGAMBIENTE SCUOLA 5, GIUGNO 2002
Reply to this topic with quote Modify your message
LEGAMBIENTE SCUOLA 5, GIUGNO 2002
Notizie e commenti sul mondo della scuola

Indice

1. Dal Teatro Vittoria in Roma…
2. Non è ancora tempo di vacanza
3. Legge delega: settembre si avvicina...
4. Prove tecniche di riforma
5. Il “riordino” dei Dirigenti Scolastici

1. Dal Teatro Vittoria in Roma…
GRAZIE a tutti coloro che hanno aderito all’appello “Più scuola per tutti” per una scuola pubblica, pluralista, di qualità per un Paese equo, solidale, sostenibile. (Le adesioni si possono consultare sul sito: http//:www.legambiente.com/canale6/scuola )
La manifestazione, promossa da ARCI, Coord.to Genitori Democratici, Coord.to Docenti Romani, Coord.to Piùscuolapertutti Firenze, Coord.to Piùscuolapertutti piemontese, CIDI, Legambiente, LIBERA Scuola, MCE, ha avuto un ottimo successo. Siamo stati tanti, cittadini, studenti, insegnanti, donne e uomini di cultura che, da tutta Italia, ci siamo ritrovati, in un assolato sabato pomeriggio romano, a manifestare le perplessità e il dissenso nei confronti delle misure già attuate o proposte per ridisegnare il profilo della scuola italiana.
Una manifestazione alla vigilia della Festa della Repubblica, come atto simbolico per esprimere la profonda convinzione che la scuola sia un’Istituzione della Repubblica e l’istruzione debba continuare a rappresentare per tutti un fattore attivo nella crescita personale e nel rimuovere gli ostacoli all’equità sociale.
E’ stato un segnale, un modo per chiudere un anno scolastico faticoso e pericoloso. Un momento di partecipazione collettiva dopo le tante iniziative a livello locale (nelle scuole, nei luoghi di lavoro, nelle piazze…) che hanno segnato questi mesi.
La manifestazione ha dato anche un buon contributo alla riflessione e alla discussione che sta investendo il mondo della scuola e non solo. Dopo una prima presentazione degli scenari in campo, di Domenico Chiesa, presidente del CIDI, e di Claudia Pratelli, coordinatrice dell’UDS, i lavori sono proseguiti (e sono durati fino alle ore 20.00), coordinati da Vittorio Cogliati Dezza, responsabile nazionale di Legambiente Scuola e Formazione, con interventi brevi ed intensi di Cerami, De Mauro, Portelli e Cini, che hanno delineato gli orizzonti culturali con cui occorre confrontarsi oggi. Introdotto poi dall’intervento di Lionello Inglesi del Coordinamento Docenti Romani si è aperta una lunga e densa serie di interventi (associazioni professionali, studentesche, della società civile): Matteo Viviano, Gabriella Romano, Ivana Bartoletti, Donatella Calati, Bruno Moretto, personalità come Clotilde Pontecorvo, Alba Sasso, Enrico Panini, esponenti politici come Maria Coscia, Loredana Fraleone, Mauro Romanelli, Piergiorgio Bergonzi, culminati nell’intervento di Sergio Cofferati: “Un’economia che vuole crescere, come la nostra, deve puntare sull’accrescimento del sapere, sull’innovazione, sulla formazione: per questo la scuola non è una parte marginale ma il nucleo fondamentale della società. Questo governo, invece, punta al progressivo impoverimento dell’offerta scolastica: il rischio è quello di rendere i giovani cittadini non consapevoli”.
Ognuno ha dato una testimonianza, un segnale forte per dire che questo Paese ha sì la necessità di riformare il sistema formativo ma occorre che lo faccia ripartendo dai bisogni della persona e della comunità civile fondata sulle regole della democrazia e della giustizia sociale; un segnale forte per dire che troppa parte di questo Paese non condivide le misure del Ministro Moratti.
La manifestazione si è conclusa con tre impegni:
1. proseguire l’opera di informazione allargando il cerchio al di là degli addetti ai lavori e dei genitori, per moltiplicare documenti e prese di posizione,
2. inviare ai parlamentari eletti nel proprio territorio, sia della maggioranza che dell’opposizione, i documenti e gli ordini del giorno votati o sottoscritti, per far pesare la voce vera del Paese,
3. organizzare una grande manifestazione nazionale sulla scuola, da tenersi in autunno, prima della finanziaria.
“...Vogliamo noi veramente che la scuola sia una preparazione per l’officina, per il lavoro? No, assolutamente; la scuola deve essere qualche cosa per cui, almeno quattro o cinque anni, la gente del popolo non pensi alla preparazione del lavoro manuale, impari anche delle astrazioni. Non dobbiamo essere di quelli che vogliono la preparazione del ragazzo all’abilità. Vogliamo che questo insegnamento sia libero, poetico, astratto, perché ne godano per una piccola parte di tempo e ne portino con sé il ricordo per qualche anno”. (G. Matteotti ottobre 1919)

2. Non è ancora tempo di vacanza
L’anno scolastico sta volgendo al termine. E’ stato un anno a volte faticoso: girotondi, manifestazioni, raccolte di firme, dibattiti, appelli… hanno scandito questi mesi. Ma è stato un anno in cui si sono strette relazioni a volte inaspettate, si è riscoperta la voglia di discutere, confrontarsi, per mettere a fuoco le idee sulla scuola che vogliamo, vedendo crescere ed allargarsi il fronte del NO alla RIFORMA MORATTI. E’ una protesta che nasce dal basso, dai docenti, dagli studenti, dalle scuole, di città in città, che mette radici anche tra i non addetti ai lavori, nella società civile.
In questi mesi si è visto crescere ed allargarsi il consenso a “Più scuola per tutti” (vedi supplemento al n. 2 di Legambiente Scuola News, marzo 2002) da parte di migliaia di persone, di numerosi coordinamenti in tutta Italia. Per questo, a chiusura d’anno scolastico, si è voluto tirare le fila e rilanciare la protesta, capire come continuare a settembre.
I coordinamenti si sono dati appuntamento sabato 1 giugno al Liceo Tasso di Roma. Erano presenti i coordinamenti di Torino, Milano, Padova, Rovigo, Bologna, Livorno, Firenze, Roma, Viterbo, Napoli, le associazioni Manifesto dei 500, Scuola e Costituzione, Legambiente Scuola e Formazione. Altri, come Palermo, Catania, Rimini, Bari, Foggia… sono stati impossibilitati a partecipare. Molte le firme raccolte sotto documenti diversi nella forma, ma molto simili nella sostanza e ben rappresentati da un solo titolo comune a tutti “Più scuola per tutti”: 16.500 a Milano, 10.000 a Torino, più di 1.000 a Padova, Napoli, Roma e Livorno, 500 a Rovigo… Si decide di consegnarle alle Direzioni Scolastiche Regionali, nuovi motori della burocrazia scolastica (il documento di Torino verrà inviato anche ai parlamentari locali) ma anche di continuare alla ripresa dell’anno scolastico: è un modo per tenere desta l’attenzione, occasione per coinvolgere altre scuole, altri cittadini, per allargare la rete… dal momento che la “battaglia” non sarà breve.
L’incontro è stato anche l’occasione per concordare iniziative comuni per esprimere la contrarietà verso il nuovo esame di stato: conferenze stampa, verbalizzazione in sede di riunione preliminare di un documento di dissenso, rifiuto a svolgere il ruolo di vicepresidente…

3. Legge delega: settembre si avvicina...
La strada per l’approvazione della legge delega 1306 non si presenta breve e facile, come era invece nei desideri del Ministro. Nessuna intenzione di trovare convergenze tra i due schieramenti politici. Moltissimi gli emendamenti presentati (571 di cui quasi la metà riguardano l’articolo 2, quello che ridisegna l’architettura del sistema formativo italiano). Nel calendario degli incontri al Senato non sono previste a breve riunioni per discuterne. Come interpretare questo? Ci si deve attendere un blitz estivo o rappresenta una “pausa di riflessione”, visto il coro di no che si leva sempre più numeroso alla proposta di riforma? A settembre ci troveremo cambiamenti radicali e chiari, un cambiamento strisciante che mina alle radici la qualità della scuola pubblica, o che altro?
Anche la riapertura delle iscrizioni alla scuola per l’infanzia e alla scuola elementare, più volte annunciata dal Ministro, non sembra apparire all’orizzonte, criticata ancora una volta dall’Anci che non ne vede i “requisiti di fattibilità” già per il prossimo anno scolastico: “Non ci sono i tempi, non ci sono le risorse, non ci sono le condizioni strutturali. I nuovi iscritti incideranno per qualità e quantità su edilizia scolastica, arredi, trasporti, mense scolastiche e vanno a scompaginare accordi e gare d’appalto ormai definite”. (Dal comunicato stampa degli Assessori alla scuola dei Comuni)
Intanto il Ministro continua il suo “progetto editoriale” facendo arrivare nelle scuole una “guida alla riforma” per Dirigenti Scolastici e docenti dal titolo “Una scuola per crescere – Ragioni e sfide del cambiamento”. “Questa iniziativa si vuole inserire nel processo di costante dialogo che ho deciso di instaurare con tutti i protagonisti della scuola” scrive il Ministro. Peccato che ancora una volta sia una modalità di dialogo unidirezionale.

4. Nel frattempo... prove tecniche di riforma
Dal prossimo anno scolastico gli studenti della Lombardia potranno assolvere l’obbligo scolastico iscrivendosi, dopo la terza media, direttamente ad un corso di formazione professionale. E’ questo il risultato di un protocollo di intesa firmato tra Regione Lombardia, MIUR e Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali. La Regione entra nel campo dell’istruzione e formazione professionale, anticipando sul campo la novità contenuta nella legge delega di riforma della scuola. 30 corsi sperimentali sparsi per la regione, di durata triennale. La sperimentazione sarà finalizzata inoltre alla costruzione di un sistema di certificazione delle competenze maturate anche in esperienze lavorative e alla fattibilità di possibili passaggi tra i due percorsi.
“La riforma della scuola comincia da qui” ha dichiarato il Ministro Moratti.
Ma il prossimo anno scolastico porterà delle novità anche per gli alunni della Provincia Autonoma di Trento. E’ stato infatti sottoscritto, nonostante il forte dissenso dei sindacati CGIL e UIL, un protocollo di intesa con il MIUR, che trasformerà la scuola trentina in un laboratorio della riforma, grazie anche all’utilizzo della speciale competenza autonomistica nel campo dell’istruzione e della formazione di questa provincia. Il protocollo, denominato “Proposta di sviluppo del modello di istruzione trentino – Progetto per l’introduzione in via sperimentale di modelli innovativi di organizzazione e di ricerca curricolare nella scuola della Provincia di Trento” offre alle scuole, già dal prossimo anno scolastico la possibilità di sperimentare l’intero modello della riforma Moratti, con qualche ritocco, dal primo ciclo di istruzione alla formazione professionale, fino all’alternanza scuola-lavoro. Le scuole trentine però si stanno mobilitando, approvando nei collegi documenti contrari: non ci stanno ad una riforma calata dall’alto.
Il primo ciclo prevede un orario obbligatorio di 24-26 ore, integrato da una parte facoltativa fino a 35-36 ore settimanali comprendente “attività di laboratorio per gruppi di alunni riuniti per interesse, per attitudini e miranti al recupero o all’approfondimento”. Spariscono in questo modo il tempo pieno della scuola elementare e il tempo prolungato della scuola media, trasformati in una “scuola allungata”.
Saranno istituiti i licei tecnologico, economico e artistico da sperimentare come evoluzione degli istituti tecnici commerciale, industriale, e dell’istituto d’arte. Per essi è previsto un tempo scuola obbligatorio di 25-26 ore (con insegnamento delle materie del curricolo obbligatorio anche raggruppate per aree: umanistica-linguistica, logico-matematica, tecnologica) integrato da una parte facoltativa fino a 150-200 ore annue (ancora meno di quanto proposto dal “modello Bertagna”).
Quali saranno le discipline “forti” obbligatorie e quali le discipline “deboli” relegate all’area facoltativa, magari assegnate a docenti assunti con contratti a prestazione d’opera come comunicato dal Ministro Moratti al Ministro Tremonti nella lettera del 2 agosto 2001 che individuava strategie per il contenimento della spesa del MIUR?
Ma la Provincia si impegna anche alla sperimentazione di assolvimento dell’obbligo scolastico nella formazione professionale come in Lombardia, peraltro già disciplinato dall’art. 48 della Legge Provinciale n. 3 del 2001. “Raggiunta l’intesa con il Ministero dell’Istruzione, la Provincia adotta gli indirizzi per l’avvio della sperimentazione, individuando gli aspetti innovativi da sperimentare obbligatoriamente a livello provinciale e lasciando all’autonomia delle singole scuole il compito di definire i progetti e le iniziative sugli aspetti organizzativi e didattici con il supporto dell’IPRASE” - recita il protocollo.
Che dire! se non che, oltre all’autonomia organizzativa e didattica le scuole hanno anche l’autonomia di ricerca e sviluppo (art. 6 DPR 275). Che cosa ne rimane?
Non è difficile cogliere nei contenuti di questo protocollo il “progetto Bertagna” a conferma che quel modello di scuola proposto dal gruppo di lavoro ristretto, congelato dal Ministro già al tempo degli Stati Generali, è invece ancora ben presente nel progetto riformatore del Ministro Moratti.
Chiediamo al Ministro: con quante altre regioni il MIUR sta stringendo protocolli di intesa? E’ forse un modo strisciante per far partire la “riforma Moratti” prima ancora che il Parlamento ne discuta?

5. Il “riordino” dei Dirigenti Scolastici
Il nuovo contratto dei Dirigenti Scolastici, atteso per quasi due anni, è un adeguamento contrattuale al profilo dei dirigenti delle scuole previsto dalla legislazione. Da questo punto di vista, quindi, era un atto dovuto. Nonostante questo, esso introduce nella scuola delle novità di rilievo, che cambiano una serie di consuetudini.
· La tipologia del contratto. L’assunzione del Dirigente Scolastico è a tempo indeterminato ma l’incarico dirigenziale è a tempo determinato (da 2 a 7 anni).
· Le caratteristiche dell’incarico. l’incarico si configura come un contratto individuale di lavoro stipulato con il Direttore Scolastico Regionale e deve precisare i programmi da realizzare, gli obiettivi da perseguire, i tempi di attuazione, le risorse a disposizione, il trattamento economico.
· La dimensione territoriale di applicazione. I Dirigenti Scolastici appartengono a dotazioni regionali per cui l’incarico può essere affidato nell’ambito della regione.
· La verifica dei risultati e la valutazione dei Dirigenti. Anche in passato era prevista una valutazione dei dirigenti, per altro generica con l’attribuzione di note di qualifica. Ora l’Amministrazione dovrà definire meccanismi e strumenti di monitoraggio in relazione ai programmi e agli obiettivi assegnati (modalità e criteri sono ancora fumosi, non precisati dal contratto e demandati all’Amministrazione).
· La retribuzione. Il trattamento economico è costituito da una parte “fissa” e da una parte variabile (retribuzione di posizione e di risultato), finanziata quest’ultima con fondi regionali.
Emerge una figura di Dirigente che, da un lato è direttamente dipendente dall’Amministrazione e dalle sue scelte in termini di organico del personale e quantità delle risorse finanziarie e dall’altro deve promuovere e sviluppare l’autonomia della scuola e l’esercizio dei diritti tutelati dalla Costituzione, quali il diritto all’apprendimento degli alunni.
Ma il problema del nuovo ruolo della dirigenza scolastica si inserisce in quello più ampio della Dirigenza Statale. Il ddl 1052 sul riordino della dirigenza pubblica, trasmesso dal Senato alla Camera, metterà in discussione il carattere di imparzialità che dovrebbe essere propria dell’Amministrazione. Entro 60 giorni dall’insediamento di ogni governo i Dirigenti Generali decadono e questi poi a loro volta possono rimuovere i Dirigenti di seconda fascia. Lo spoil system dei Dirigenti Generali che influenza potrà avere sulle Direzioni Scolastiche Regionali? Saranno “resi omogenei” al governo e comunque in stato di dipendenza permanente dal Ministro che li nomina? E i Dirigenti Scolastici Regionali che affidano l’incarico al Dirigente Scolastico, controlleranno il grado di allineamento di quest’ultimo alle direttive politiche del governo? E’ in questo contesto che deve essere letta la convocazione fatta a Roma di alcuni Dirigenti Tecnici, Scolastici e di Area di ogni Direzione Regionale a cui è stato affidato l’incarico di mettere in piedi, a livello territoriale, delle task force per illustrare la riforma? “Seguiranno… incontri organizzati dagli Uffici Scolastici Regionali” recita la lettera di apertura, a firma del Ministro, dell’opuscolo “Una scuola per crescere – Ragioni e sfide del cambiamento”. I Dirigenti Scolastici, nell’esercizio delle loro funzioni, dovrebbero garantire la corretta applicazione della normativa vigente e non essere tenuti a sostenere proposte governative peraltro ancora in fase di discussione.

*************************************************
Legambiente Scuola e Formazione
Via Salaria 403
00199 Roma


http://www.edscuola.it
http://www.edscuola.com
Mail: redazione@edscuola.com
Date: 20 Jun, 2002 on 19:48
LEGAMBIENTE SCUOLA 5, GIUGNO 2002
Post a new topic Reply to this Topic Printable Version of this Topic
All times are GMT +2. < Prev. Page | P.1 | Next Page >
Go to:
 

Powered by UltraBoard 2000 Personal Edition,
Copyright © UltraScripts.com, Inc. 1999-2000.

Archivio
Archivio Forum
Archivio Rassegne