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Getto, la modernità del `600 italiano
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1. Getto, la modernità del `600 italiano
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da La Stampa
Lunedì, 10 Giugno 2002

ADDIO AL GRANDE STORICO DELLA LETTERATURA, DOCENTE ALL´UNIVERSITÀ DI TORINO. AVEVA 89 ANNI

Getto, la modernità del `600 italiano

E´ stato quasi un presagio. Alla Fiera del Libro di Torino ho cercato, per affetto, per malinconia, la ristampa freschissima di un suo libretto lontano e pressoché sconosciuto. Ma allo stand dell´editore Gribaudi non ce n´era una sola copia. Fatta l´ordinazione, l´ho ricevuto contrassegno pochi giorni fa. Si intitola Gino Pistoni, ritratto di un caduto per la libertà. Getto, giovane dirigente dell´Azione Cattolica a Ivrea (era nato nel 1913) lo scrisse nel 1944 per l´emozione suscitata dalla fine di un amico ventenne: il partigiano Pistoni, ferito in combattimento, prima di morire intinse il dito nel sangue e vergò sul tascapane il suo testamento: «Offro la mia vita per l´A.C. e l´Italia. W Cristo Re». È un libro unico nella produzione di Giovanni Getto, troppo rigoroso per concedersi diversioni dalla sua attività di studioso che non fossero dettate appunto da una esperienza irripetibile. Ma getta luce sulla sua umanità ritrosa, quasi retrattile, che doveva fruttargli tante incomprensioni. È anche una ulteriore testimonianza degli interessi che il brillantissimo studioso, laureato alla Normale di Pisa, aveva già manifestato nei saggi su Caterina da Siena e su Jacopo Passavanti (pubblicati nel 1939 e nel 1943). Rappresentano l´avvio di una ricerca sulla letteratura religiosa che lo avrebbe condotto fino al Settecento e oltre. Erano anche l´indizio di una attenzione di Getto alle espressioni più umbratili e trascurate della letteratura italiana. Gli studi sul Barocco, su marinisti e anti marinisti. Durante gli anni Cinquanta, nelle lezioni e nei seminari di Palazzo Campana, siamo in molti ad averne ricevuto una impronta incancellabile. Non era bizzarria o snobismo. In quella materia difficile e pregiudicata Getto doveva offrire (insieme a quelle sull´antesignano Torquato Tasso) le sue pagine più fervide. Dotato di prodigiose antenne, sottraeva i secentisti al marchio infamante della decadenza e della irresponsabilità civile, della parola mortificata dall´ozio parassitario e decorativo. Non pretendeva certo - proponendo squarci balenanti di poesia insieme ad una lettura più aderente di Basile, Della Valle, Galileo - di sostenere un paragone con le più rilevanti esperienze di Spagna, Inghilterra, Francia. Intendeva offrire, anche per vie interne, tutte italiane, il respiro autentico di una civiltà. Dove anche le costruzioni più cerebrali ed esornative hanno l´impronta di una turbata modernità che oggi possiamo sentire singolarmente fraterna. Nella metafora, Getto ravvisa l´emblema di un secolo che sembra avere una sola certezza: «La coscienza dell´incertezza di tutte le cose, della relatività dei rapporti tra le cose stesse». L´ossessivo metaforismo come risposta ad un inquietante, universale metamorfismo. A sedurci era anche il magistero di una scrittura che, pur volendosi esatta, regalava in certa sinuosa morbidezza la rispondenza di una acuta sensibilità ai moti più segreti dell´autore considerato. I suoi libri sul Seicento, su Tasso, su Leopardi, sul Manzoni europeo, ricompongono l´endiadi, che gli era cara, di umanità e stile. Con una resistenza, con una persuasione che pochi della sua generazione possono vantare. Siamo in molti, scolari ortodossi ed eterodossi, a dovergli riconoscenza ed affetto. Non soltanto allo studioso, ma anche all´uomo che, pure travagliato da vicende dolorose, seppe essere prodigo di incoraggiamento, fiducia, benevolenza. Ci riconosciamo, da vicino e da lontano, portando il senso di una affinità che dura al di là dei diversi, e divergenti, percorsi ideologici, culturali, esistenziali. Avvezzi da tempo a considerarlo fisicamente già morto, lo sentivamo presente e vivo, come una cara immagine paterna. È morto ieri il grande storico della letteratura italiana Giovanni Getto. Aveva 89 anni ed era da tempo ricoverato in una casa di riposo.

Lorenzo Mondo


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Date: 10 Jun, 2002 on 07:29
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