Il lancio del servizio Wi-fi
Internet veloce e senza fili
Tutti i gestori all’attacco dei «navigatori» italiani

MILANO - Partono anche in Italia i primi servizi Wi-fi, le connessioni a Internet senza fili e ad alta velocità, ideale complemento dell’Adsl o delle fibre ottiche. Dopo l’offerta presentata da Albacom, destinata esclusivamente alle piccole e medie aziende, ieri è arrivata quella di Telecom Italia, che punta sia sulle famiglie sia sui professionisti. Per il mercato consumer il servizio «Alice flash», com’è stato chiamato, verrà lanciato il 15 giugno, per il mercato professionale e aziendale la data d’avvio sarà il 15 luglio. La tecnologia wi-fi consente trasmissione via onde radio in ambienti limitati, più o meno come gli attuali telefoni cordless , su frequenze di 2,4 ghz, ad una velocità potenziale di megabit al secondo. «Le famiglie - ha spiegato ieri il direttore generale di Telecom Riccardo Ruggiero - avranno la possibilità di collegare a Internet, senza cablaggi all’interno del proprio appartamento, i computer di casa e tutti gli elettrodomestici "intelligenti"». Si tratta sostanzialmente di un «adsl senza fili», con un costo per le famiglie di 51,95 euro al mese.
Per ora si comincia con case e uffici, dove le attuali leggi ne permettono l’uso, mentre in futuro i servizi wi-fi verranno estesi anche alle stazioni, gli aeroporti, i locali pubblici, tutti quegli ambienti «non privati» per i quali non esiste ancora una regolamentazione.
E durante la conferenza stampa di presentazione, Ruggiero ieri ha anche ribadito che Telecom conta in un rientro finanziario nell’arco di tre anni degli investimenti per Internet a banda larga.
Ma, sempre ieri, ad annunciare il lancio di un proprio servizio wi-fi (riservato però solo alle aziende) è stata anche Atlanet, la società di telecomunicazioni di Fiat, Acea e della spagnola Telefonica.
E per arrivare a un riassetto generale del settore delle telecomunicazioni, il governo sembra ormai orientato a chiedere la delega al Parlamento. Il ministro delle Comunicazioni, Maurizio Gasparri, ha infatti presentato un emendamento in questo senso al «collegato infrastrutture» della Finanziaria, attualmente in discussione alla commissione Lavori Pubblici del Senato. L’obiettivo è di giungere all’adozione di «un codice delle disposizioni legislative e regolamentari in materia di telecomunicazioni» secondo otto criteri, tra i quali il trasferimento all’Authority delle «funzioni di vigilanza, controllo e garanzia sull’attuazione delle politiche di regolamentazione del ministero delle Comunicazioni».
La strada delle delega appare comunque tutta in salita. I senatori Antonello Falomi, dei Ds, e Michele Lauria, della Margherita, hanno già scritto al presidente del Senato, Marcello Pera, chiedendo che l’emendamento non venga nemmeno discusso. «Inammissibile - lo definiscono -. Il contenuto della delega riguarda infatti anche il settore radiotelevisivo».

Giancarlo Radice