AL VIA LA FIERA INTERNAZIONALE DEL LIBRO DI TORINO

Torino, 16 mag. - (Adnkronos) - Una manifestazione che punta a stimolare nei giovani ''il gusto della lettura'' e ''conferisce giusto e orgoglioso risalto alla tradizione dell'editoria libraria italiana ed europea''. Carlo Azeglio Ciampi saluta cosi' l'inaugurazione dell'edizione 2002 della Fiera internazionale del libro di Torino, in un messaggio inviato al presidente della Regione Piemonte Enzo Ghigo.

''L'iniziativa -scrive Ciampi- conferma e rinnova, in particolare, l'impegno per suscitare nei giovani il gusto della lettura come esperienza di riflessione e immaginazione. Le varie proposte dedicate alle scuole per i piu' piccoli con il 'gioco dei libri' e per gli adolescenti con la 'biblioteca del paesaggio' , faranno scoprire con la bellezza delle parole il fascino e la suggestione del territorio che ci circonda''.

Il presidente della Repubblica sottolinea che ''in questo modo la cultura, patrimonio e risorsa strategica della nostra Patria, esce dal chiuso delle istituzioni e delle accademie e cresce nelle coscienze dei cittadini e dei giovani grazie alla preziosa collaborazione fra le autonomie, parti costitutive della Repubblica, e la societa' tutta''. ''Con questi sentimenti -dice Ciampi rivolgendosi a Ghigo- esprimo apprezzamento a lei presidente e agli organizzatori dell'evento per il vostro impegno e invio a tutti i presenti un cordiale saluto augurale''.

Ad inaugurare ufficialmente la Fiera di Torino e' intervenuto il presidente del Senato, Marcello Pera. ''Il libro e' la miglior SCUOLA della democrazia perche' la democrazia altro non e' che il confronto libero tra persone''. ''La Fiera del libro di Torino -ha sottolineato il presidente di Palazzo Madama- non e' solo un'occasione di transazione commerciale, che pure e' importante, ma e' un luogo di cultura e il libro e' della cultura l'aspetto materiale''.

Per Pera, infatti ''la cultura non e' o non dovrebbe essere concepita come un contenuto, come qualcosa che si ha oppure no, cultura infatti non e' un contenuto che appartiene solo ad alcuni, dovrebbe essere intesa in senso piu' letterale e quindi anche piu' ampio, intesa come coltivarsi, confrontarsi''. Se il libro dunque e' per il presidente del Senato la miglior SCUOLA di democrazia, anche gli uomini di cultura sono richiamati ad una maggiore responsabilita'.

''Se il libro e' democrazia, che una responsabilita' in piu' venga anche gli uomini di cultura: nessuno si deve sentire come colui che possiede qualcosa di definito, che sia ultimo e non piu' discutibile. I veri uomini di cultura sanno che sono contributori. Per questo -ha concluso Pera- cultura e' vera SCUOLA di democrazia perche' democrazia vuol dire coltivarsi, vuol dire confronto''.