CARABINIERI E FBI HANNO FINTO DI VOLER RICOSTRUIRE L´ARCHIVIO DI UN SITO E CHIESTO IL MATERIALE AGLI ABBONATI
Trappola mondiale contro i pedofili
Incastrati in 200 attraverso Internet, tre sono italiani

ROMA - Smontata dall´Fbi, in collaborazione con i carabinieri di Roma, una banda internazionale di pedofili che agiva via Internet e aveva ramificazioni in 16 paesi, Italia compresa. Un duro colpo al lucroso traffico di immagini e filmati destinati a un pubblico morboso. L´indagine, denominata «Operation Web Sweep», ha prodotto 200 indagati, tre dei quali in Italia - si tratta di un ingegnere di 44 anni di Parma, sposato, uno studente universitario trentenne di Bolzano e un commerciante di 48 anni di Vicenza, sposato - e 28 arresti negli Usa e in Canada. Per incastrare chi commercia in bambini, hanno spiegato i carabinieri, sono state impiegate «vecchie tecniche investigative, basate su una trappola, insieme con le nuove tecnologie di Internet». Gli investigatori statunitensi hanno, infatti, teso una trappola ai pedofili. Dopo aver sequestrato il sito, lasciando supporre che per problemi tecnici fossero andati persi tutti i video e le immagini, hanno inviato una e-mail a tutti gli abbonati offrendo un anno di abbonamento gratis, del costo di quasi 20 dollari, in cambio dell´invio di foto e video per ricostituire l´archivio «perduto». All´esca hanno abboccato 200 acquirenti di 16 diverse nazionalità, ora tutti indagati. I cataloghi on line mostravano soprattutto bambini maschi (l´80 per cento), di età compresa tra i 9 e i 15 anni, per la maggior parte asiatici e provenienti da paesi dell´est europeo. Le indagini continueranno, soprattutto per individuare ognuno dei bambini sfruttati. Ma come difendere i nostri figli dai «lupi mannari» che viaggiano in rete? I sistemi di protezione antipedofilia su Internet esistono già e sono in grado di permettere ai provider di agire inibendo i contenuti nocivi per i minori e, al tempo stesso, di non consentire ai più piccoli la trasmissione di dati sensibili. Ma spesso non bastano. La difesa più sicura, come sempre, dipende dai genitori. «E la prima regola è: non lasciare i figli soli a navigare in rete», osserva la psicologa Maria Rita Parsi, che nel suo libro «Più furbi di Cappuccetto Rosso», si rivolge a genitori ed educatori, per aiutarli a combattere il fenomeno della pedofilia. «Si è ormai passati - continua Parsi - dalla sindrome del bambino televisivo a quella del bambino virtuale. Così come i piccoli stazionano ore davanti alla tv, rimangono ore a viaggiare in Internet. Finire in un sito pedofilo è la cosa più facile del mondo. E, da bambini curiosi, è altrettanto facile venire adescati». Occorre ridurre il gap generazionale per combattere il «mostro» ad armi pari. «I bambini di oggi - continua la psicologa - nascono digitando e, sempre di più, comunicano pensieri ed emozioni alle macchine. Sono i genitori a doversi adeguare: non possono rifiutare la tecnologia, devono imparare a saperne di più se vogliono salvaguardare i propri figli. Ma, soprattutto, non devono mai lasciarli soli per troppo tempo a navigare in rete». Poi, come sempre, il dialogo: l´unico modo per far sparire le ombre è inondarle di luce. «Se i genitori devono essere più informati - conclude Maria Rita Parsi -, anche i bambini devono sapere. Nei tempi e nei modi corretti. Per questo è stato realizzato, insieme con Cartoons Italia, un video intitolato "La storia di Gillo", la vicenda di un padre che racconta ai suoi figli che da piccolo è stato vittima di un pedofilo. Il video sarà presentato al pubblico il 20 novembre, nella giornata del fanciullo».

Daniela Daniele