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Attacchi di panico, incubo per un milione di italiani
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1. Attacchi di panico, incubo per un milione di italiani
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da Il Corriere della Sera
Sabato, 11 Maggio 2002

L’Osservatorio sulla salute mentale: eliminare i manicomi mascherati e più attenzione alle malattie psichiatriche dell’infanzia

Attacchi di panico, incubo per un milione di italiani

I medici: patologia emergente, spesso sottovalutata. C’è chi, impaurito, è stato 300 volte al pronto soccorso


ROMA - Ha girato tutti i pronto soccorso di Roma. Ogni volta che percepiva l’arrivo della crisi, correva dai medici dell’emergenza per fare l’elettrocardiogramma e avere i calmanti. Li conosceva uno per uno, sapeva come si alternavano nei turni e allora cercava di conciliare il suo bisogno di cure con i loro orari, per capitare con i più gentili. Quelli che non la trattavano male, giudicandola una malata immaginaria. Dopo dieci anni di questo peregrinare la donna, oggi quarantenne, è infine approdata al centro antipanico del Nuovo Regina Margherita, aperto un anno fa, unico del centro sud. Partecipa a gruppi di psicoeducazione e prende farmaci mirati. Si sente meglio ed ha smesso di bussare al pronto soccorso, dove ritiene di essersi recata dalle 300 alle 400 volte.
Vittima del panico. Come lei in Italia ce ne sono da 500 mila a un milione. «Ma è una stima in difetto - dice Tonino Cantelmi, lo psichiatra che dirige il centro del Regina Margherita -. È una patologia emergente, molto spesso non diagnosticata e sottovalutata. Eppure dopo il primo attacco la tua vita cambia drammaticamente, forse non sarà più la stessa». Cantelmi è uno degli esperti nominati dal sottosegretario alla Salute Antonio Guidi nell’Osservatorio per la salute mentale insediatosi ieri, tra i nomi quello di Giovanni Bollea, padre della neuropsichiatria infantile, e Giuseppe Dall’Acqua, erede di Basaglia.
Tra gli obiettivi prioritari oltre al panico (creazione di centri di intervento specializzati), le patologie psichiatriche nell’infanzia (raddoppiano ogni anno gli adolescenti che usano psicofarmaci) e l’eliminazione dei «manicomi mascherati» (le case di residenza). Guidi non è favorevole all’uso di psicofarmaci in età evolutiva. Un mese fa ha inviato una lettera alla Cuf, Commissione unica del farmaco, per chiedere di rivedere la decisione di introdurre in Italia il metilfenidato, nome commerciale Ritalin, la cura per i bambini iperattivi, reduce da una travagliata polemica negli Usa. «Sarebbe come reintrodurre l'elettroshock per gli adulti. Stiamo proponendo ai nostri figli, ipercinetici e troppo vivaci, delle camicie di forza». Una presa di posizione durissima, che farà discutere.
Si comincia dal panico. Gli attacchi sono inconfondibili. Si ha la sensazione di morire, ti manca l’aria, il cuore prende a battere veloce. Da quel momento la paura che la crisi ritorni diventa il sottofondo delle tue giornate. «Il paziente comincia ad evitare tutti quei luoghi collegati in qualche modo alla crisi - continua Cantelmi -. Le stanze affollate, l’autobus, le code in macchina, il campo da tennis se l’attacco lo ha colto di sorpresa mentre praticava uno sport. Una chiusura progressiva al mondo».
Le cause? Per diversi motivi, in genere determinati da perdite di persone care o dal peso di nuove responsabilità (un matrimonio, un figlio, il distacco dai genitori), il nostro sistema di allerta cerebrale contro le paure va in tilt. Non riusciamo a distinguere le vere minacce da quelle inesistenti.
Nel 60% dei casi, sono problemi che ci portiamo dietro dall’infanzia. Il 70% dei «panicosi» arrivano ai centri specialistici senza essersi mai curati se non con terapie a base di benzodiazepine. Con le terapie giuste non si guarisce del tutto. Però, dice Cantelmi, si può riscoprire il gusto della vita libera dal panico e imparare a controllarlo senza medicine.
Il no di Guidi al Ritalin si innesta in un dibattito infinito. L’altr’anno la Cuf ha autorizzato il commercio del vecchio farmaco, con nuove indicazioni per la cura dell’iperattività del bambino, su spinta di pediatri e genitori. Il prodotto non è ancora disponibile, la prescrizione sarà limitata ai centri specialistici.
«L’iniziativa del sottosegretario è molto grave - commenta Alessandro Zuddas, neuropsichiatra, università di Cagliari -. Non vogliamo impasticcare i giovani ma dare una speranza a quelli che l’iperattività condanna all’emarginazione. Negare loro la cura non è etico».

mdebac@corriere.it
Margherita De Bac


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Date: 11 May, 2002 on 09:00
Attacchi di panico, incubo per un milione di italiani
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