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Il telefonino fa la spia per 5 anni
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1. Il telefonino fa la spia per 5 anni
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da La Stampa
Giovedì, 9 Maggio 2002

ALLARME DI RODOTA´, GARANTE DELLA PRIVACY
Il telefonino fa la spia per 5 anni
«Conservate 500 miliardi d´informazioni personali»

ROMA - Tutto da rivedere. Nella relazione 2001 presentata ieri il Garante della Privacy, Stefano Rodotà, ha puntato l´indice contro tutti, dalle banche ai gestori di telefonia, al mondo di Internet, colpevoli di comunicare dati e informazioni private e li ha avvertiti: ora «chi sbaglia comincerà a pagare e a pagare caro» perchè a cinque anni dall´istituzione del suo ufficio «si è dato sufficientemente tempo alla società di abituarsi al mutamento culturale». Molto ancora c´è da fare, infatti. I clienti delle banche continuano a lamentarsi per la trasmissione a persone estranee di informazioni su proprie operazioni, conti o investimenti, come già negli anni scorsi, ha denunciato Rodotà. Da rivedere inoltre i meccanismi delle centrali rischi private. Il Garante ha annunciato «un´indagine approfondita» su dati e procedure. Molta attenzione va posta ai profondi mutamenti tecnologici, scientifici, economici della nostra società e ai mutamenti nella raccolta d´informazioni personali (si pensi ai dati biometrici: dal riconoscimento dell´iride a quello facciale, dall´impronta digitale ai dati generici che catturano la personalità di ciascuno, o ai dati del traffico telefonico) il parlamento «non può rimanere assente», ha avvertito il Garante della Privacy. E ha aggiunto: «Pensiamo che il parlamento debba discuterne prima che superficiali infatuazioni tecnologiche e pressioni commerciali chiudano la società in un´insidiosa gabbia d´acciaio e determinino improprie spinte verso la generalizzazione dei sistemi di controllo», che trasformando «tutti i cittadini in sospetti» finirebbe per «generare diffidenze reciproche che potrebbero determinare conflitti, e dunque nuove insicurezze». I cittadini, mette sull´avviso il Garante, «cominciano ad avvertirlo». In Italia, infatti, ci si avvia verso la soglia di 500 miliardi d´informazioni personali conservate, sul fronte della telefonia. Grazie a ciò è possibile «ricostruire analiticamente l´intera rete delle relazioni, delle preferenze e degli spostamenti di ogni cittadino attraverso i dati del suo traffico telefonico». Una situazione che Rodotà ha definito «preoccupante e del tutto anomala, perchè in nessun paese il termine legale di conservazione supera l´anno, e quindi non esistono banche dati sul traffico telefonico paragonabili a quelle italiane». Nel 2001 i dati riguardanti solo il traffico telefonico vocale in uscita, fisso e mobile, e gli sms si attestano sopra i 70 miliardi, senza considerare, specifica il Garante, «i dati riguardanti gli altri 250 operatori del settore. Poichè le norme vigenti prevedono che questi dati debbano essere conservati per cinque anni, si deve concludere che siamo prossimi a una raccolta che arriva a 350 miliardi di dati». Rodotà ha rilevato che «immersi come siamo in un flusso d´informazioni personali che noi stessi rilasciamo in cambio di merci e di servizi, sappiamo da tempo che il punto essenziale diviene sempre più la possibilità di non perdere il controllo di queste informazioni che circolano senza più vincoli di tempo e di luogo». Quanto al mondo di Internet, la lente dell´ufficio del Garante si è soffermata da qualche tempo proprio sui siti web operanti in Italia, sottoposti a un ampio monitoraggio. L´attività, ha spiegato Rodotà, «ha riguardato circa 600 mila siti ed è stata basata fondamentalmente su una raccolta automatica di dati e sulla loro successiva valutazione statistica con strumenti di software. L´indagine è stata approfondita grazie a un´analisi su cento siti tra quelli più visitati, con un esame del sito e la compilazione di una dettagliata scheda statistica». «Nessuna limitazione o censura al diritto di cronaca», avverte il Garante che non tralascia di sottolineare il caso Cogne «dove si è insistito su dettagli intimi, irrilevanti come notizie, ma fortemente lesivi della dignità degli interessati. Minori sono stati illegittimamente esposti all´attenzione del pubblico». In sintonia con la relazione di Rodotà si è detto il presidente dell´Ania, Alfonso Desiata, ricordando che il mondo delle assicurazioni «auspica una maggiore tutela» nella trattazione dei dati personali. Il ministro per le Telecomunicazioni, Maurizio Gasparri, ha annunciato di voler promuovere un confronto tra governo, parlamento e aziende, per trovare una soluzione al problema.

f. ama.


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Date: 09 May, 2002 on 07:18
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