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Sempre più bambini in cura dallo psicologo
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da Il Corriere della Sera
Mercoledì, 8 Maggio 2002

Nel mondo avrebbero disturbi 20 minori su 100. Petizione degli esperti: in Italia garantire terapie gratuite

Sempre più bambini in cura dallo psicologo


MILANO - Aumenta in Italia il numero di bambini che hanno bisogno di cure psicologiche o psichiatriche, ma il servizio pubblico non basta più e per molte famiglie il ricorso a specialisti privati è un sacrificio economico insostenibile. L’allarme è stato lanciato da Giovanni Bollea, il padre della psichiatria infantile: «Ci vuole una "psicoterapia convenzionata", cioè visite gratuite o semigratuite, perché tutti hanno diritto alle cure. Il ministero non può più ignorare questo problema». Il professor Bollea è il promotore di una petizione popolare che ha già raccolto 40 mila firme. Secondo l’Organizzazione mondiale della Sanità, i minori con un «disturbo psichico» sono l’8%, ma per gli specialisti il dato è più preoccupante: 20%.

Sempre più bimbi hanno bisogno dello psicologo

Almeno due su 10 soffrono di disturbi seri. Petizione di Bollea: il pubblico non basta, vanno convenzionati gli studi privati


MILANO - Sono bambini da riconquistare, a volte è semplice, come afferrargli la mano, a volte è una sfida che sembra impossibile. Bambini maltrattati, abusati oppure soltanto incompresi, distanti, bambini in crisi perché mamma e papà si separano, perché sono affidati ad una «nuova» famiglia o per ragioni che restano chiuse nel loro cuore, nei loro sguardi, nei loro silenzi. Per il mondo degli adulti sono «minori con un disturbo psichico»: l’8%, secondo i dati dell’Organizzazione mondiale della Sanità. Più del doppio, il 20%, secondo molti specialisti. Si curano soltanto nei casi più gravi con i farmaci, la maggior parte di questi piccoli pazienti guarisce con l’amore (della famiglia) e con le parole (degli specialisti: psicologi e psichiatri), cioè con la psicoterapia. La fanno migliaia di bambini in Italia. Ma per molte famiglie è un sacrificio - economico - insostenibile.

L’ALLARME - Il servizio pubblico non basta più e i pazienti sono costretti a rivolgersi a specialisti privati, a pagamento. Rimborsi: zero. A lanciare l’allarme è il padre della psichiatria infantile in Italia, Giovanni Bollea: «La risposta da dare è "psicoterapia convenzion ata", cioè visite gratuite o semigratuite, perché tutti hanno diritto alle cure». Bollea è il promotore di una petizione popolare, in partenza per i presidenti di Camera e Senato nei prossimi giorni, già firmata da 40 mila persone. «I centri di psichiatria infantile e igiene mentale non sono in grado di rispondere alla richiesta sempre crescente - spiega -: la domanda aumenta e il personale diminuisce. Ma il servizio pubblico deve garantire le cure. Il ministero non può più ignorare questo problema».


«TASSA» - Nella psicoterapia è prevista almeno una seduta alla settimana. E la tariffa media è di 70 euro. Fanno 280 euro al mese. Una «tassa» che pagano migliaia di famiglie in Italia. Il numero dei piccoli pazienti aumenta ogni anno, il numero degli specialisti del servizio pubblico no. Quindi ci si rivolge ai privati. Le storie sono migliaia, dai casi più gravi a quelli meno complicati ma più diffusi: i figli dei separati, per esempio. O i bambini adottati. I più fortunati se la cavano con terapie brevi. Ma a volte le cure proseguono per anni e la spesa sul budget familiare i ncide parecchio. Ai genitori di Luca, una coppia di impiegati quarantenni di Varese, la psicoterapia del figlio è costata circa duemila euro all'anno, per quattro anni: «Il bambino avev a perso i capelli dopo un banale intervento alle tonsille - racconta la madre -. Non sono ancora ricresciuti. Ma lui dopo la terapia ha smesso di fare incubi e ha superato lo choc. All’inizio provammo a rivolgerci al servizio pubblico: presentammo la domanda in aprile, ci risposero a novembre. Ecco perché poi andammo da una psicologa privata. Se tornassi indietro farei lo stesso, anche se abbiamo dato fondo a tutti i risparmi». Spende 70 euro a seduta, una volta la settimana, da più di un anno, la madre di Matteo, 9 anni, di Roma, che si separò dal marito quando lui era ancora un neonato. «Il trauma che h a subito quando era piccolissimo si manifestò alle elementari. Quanto tempo durerà la terapia? Non si sa. Perché non ho scelto il servizio pubblico? L'ho scelto e l'ho abbandonato. Non ho trovato lo specialista giusto per mio figlio. Ci vuole anche un po' di fortuna».


DUE SU DIECI - Ci sono famiglie che «per il bene del bambino» arrivano a spendere 4.800 euro all'anno. «Secondo la letteratura internazionale sono ormai il 20% i bambini con problemi psichici - sost iene Emanuela Bittanti, responsabile dell'unità operativa del servizio di Psicologia dell'età evolutiva della Asl di Milano -. Tutti hanno diritto ad essere curati, in teoria. Ma il servizio pubblico non riesce ad accogliere gran parte delle domanda - spiega Bittanti -. Stiamo terminando uno studio per quantificare questo problema. Oggi i nostri specialisti non possono dedicare alle psicoterapie più di un quarto del loro tempo. E il servizio pubblico, in una città come Milano, ha in cura oltre 2.500 pazienti».
«Chi si rivolge alle Asl nove volte su dieci non trova risposta»: è la testimonianza di Gian Marco Marzocchi, presidente di Aidai, associazione con sede a Cop paro (Ferrara) per la cura dei bambini iperattivi, che in Italia sono più di 300 mila e vengono curati tutti con la psicoterapia.


PETIZIONE - La soluzione del problema, secondo gli addetti ai lavori, si chiama «psicoterapia convenzionata». «La raccolta di firme è ancora in corso - dice uno degli organizzatori, Rolando Ciofi - il modulo con il testo della petizione si può scarica re da Internet ( www.vertici.com ), firmare a spedire all'indirizzo indicato. Chi non usa il computer può telefonare allo 055-2479229. Pensiamo di presentare la petizione a metà maggio».
Molti genitori preoccupati per i figli cercano risposte anche su Internet, i siti che offrono consulenze on-line ricevono migliaia di segnalazioni. Alcuni scrivono perché non sanno come scegliere lo specialista a cui affidare i loro bam bini, cercano informazioni sulla psicoterapia: che cos'è, quanto dura, quanto costa. «Le famiglie possono rivolgersi all'Ordine degli Psicologi della loro regione - spiega Robert Bergonzi, presidente dell'Ordine della Lombardia, che ha 6.500 iscritti - Possiamo fornire un elenco ragio nato degli specialisti, con le relative aree di expertise , che sono tredici. Altrimenti si rischia di portare un bambino da un psicologo specializzato nella psicologia del lavoro, anziché in quella dell'età evolutiva. L'Ordine risponde a tutti i dubbi delle famiglie. Quanto deve durare una seduta? Almeno un’ora, mai meno di 45 minuti, mai più di 90. Quanto può costare? C'è un tariffario: minimo 50 euro, massimo 90. La spesa da affrontare per una psicoterapia, purtroppo, è importante. Ma facciamo il possibile per offrire alle famiglie l'assistenza necessaria per fare la scelta giusta».

fcavadini@corriere.it
Federica Cavadini

La psicoterapia è la cura più diffusa per i minori con disturbo psichico . I bambini vengono curati da specialisti diversi: psichiatri (laureati in medicina, che possono prescrivere anche farmaci) oppure psicologi (laureati in psicologia, che però non possono dare farmaci ai pazienti)

Le psicoterapie possono prevedere una o più sedute alla settimana . Il costo medio , per ciascuna, è di 70 euro . La durata va dai 45 ai 90 minuti, mediamente un’ora . Presso gli Ordini regionali è disponibile un elenco ragionato degli specialisti con relative aree di specializzazione

Occorre rivolgersi a uno specialista quando questi sintomi diventano permanenti: disturbi del sonno (incubi o paura ad addormentarsi), dell’alimentazione (anoressia), dell’apprendimento ; enuresi (pipì a letto); ipercinesia ; stereotipie (tic) e comportamenti sessuali non adeguati all’età

I bambini che hanno un disturbo psichico secondo l’Oms sono l’8% del totale. Ma nella letteratura internazionale il dato più accreditato è del 20% dei minori : si va dai casi di maltrattamenti e abusi a quelli più frequenti di bambini in crisi per la separazione dei genitori o per adozione e affidi

«Ci vorrebbe uno specialista nelle scuole»


MILANO - Uno psicologo in classe. Perché fa bene alla scuola: ai bambini, agli insegnanti, ai genitori, al preside. Un consulente super partes, che lavori nella necessaria autonomia, non un dipendente della struttura scolastica. C’è in molti Paesi europei, ci dovrebbe essere anche in Italia. Ma per adesso esiste solo sulla carta, è un progetto rimasto nel cassetto. La legge che prevede l’istituzione dello psicologo scolastico è ferma. E le previsioni dell’onorevole Valentina Aprea, sottosegretario all’Istruzione, non sono incoraggianti: «Tutto bloccato. La commissione è concentrata sulla riforma. Fino a quando non si chiude quel capitolo, dubito che ci si occuperà dello psicologo scolastico». Punto e a capo dunque, in barba a tutti i gridi d’allarme rilanciati ogni volta che i minori finiscono in prima pagina, perché diventano «mostri» oppure «vittime». «I ragazzi vivono più a scuola che in famiglia e il ruolo degli insegnanti arriva sino ad un certo punto - sostiene Robert Bergonzi, presidente dell’Ordine degli Psicologi della Lombardia -. Il disagio minorile è ormai un’emergenza. Veniamo consultati quando c’è il caso clamoroso, ma poi i progetti restano sulla carta». A che cosa servirà lo spicologo a scuola? Per esempio a interpretare campanelli d’allarme. «Ma anche per l’abbandono scolastico, la comunicazione fra le componenti scolastiche, l’integrazione di alunni stranieri o con culture diverse», spiegano gli specialisti. «L’Italia è in ritardo rispetto agli altri Paesi europei. La Francia ha 8 mila psicologi impiegati nella Scuola e 6 mila nella Sanità; la Spagna ne ha 7 mila e 4.500 - sono i dati forniti dall’Ordine -. Mentre nei Paesi scandinavi il rapporto psicologo-bambino è di 1 a 1.000, da noi è 1 a 2.000».

F. C.


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Mail: redazione@edscuola.com
Date: 08 May, 2002 on 08:44
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