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Jekyll e Hyde, il bene e il male secondo Stevenson
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1. Jekyll e Hyde, il bene e il male secondo Stevenson
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da Il Corriere della Sera
Martedì, 7 Maggio 2002

Jekyll e Hyde, il bene e il male secondo Stevenson

di GIULIO GIORELLO


Nel secolo in cui l'impresa scientifica popola i cieli degli esseri più stravaganti, immaginando una «miriade» di mondi abitati, rintraccia le radici animali del comportamento umano (non è la Discesa dell'uomo l'ultimo esito dell'evoluzione darwiniana?), individua e ordina gli elementi chimici del mondo materiale (ridefinendo l'antica idea di «sostanza») c'è anche chi «notevolmente ricco, dotato di eccellenti qualità, incline per natura all'operosità, ben disposto verso i propri simili» tenta di identificare e manipolare le differenti componenti della personalità. Lo scenario è la Londra tardovittoriana, divisa tra gli splendori dell'Impero e le miserie dei dannati metropolitani che ha prodotto, e le cui vie sono attraversate dalle carrozze dei signori e dalle grida delle prostitute. L'ambizione, però, è quella di sempre: interpretare il ruolo di Dio per venire a capo della «primitiva dualità dell'uomo», quella tra Bene e Male. Ma protagonista non è più la teologia, bensì la scienza - secondo la profezia del grande padre dell'empirismo britannico, quel Francesco Bacone che più di due secoli prima aveva intuito che «sapere è potere» e che nel trascorrere delle generazioni tale potenza non avrebbe potuto che aumentare. Gli fa il verso lo scozzese Robert Louis Stevenson: «Altri seguiranno, altri sorpasseranno» qualsiasi indagatore della natura, compresa quella umana. Così almeno si esprime il Dottor Henry Jekyll, il quale «osa prevedere che un giorno l'uomo verrà riconosciuto come risultato di molteplici, incongrue e indipendenti entità». Nell'attesa, lui baconianamente sperimenta: in nome del progresso scientifico e del «benessere dei propri simili» prova su se stesso miscele chimiche le quali non sono che l'ultima versione delle antiche e leggendarie pozioni magiche. E come la bella matrigna di Biancaneve si rivela alla fine un'orribile strega, così dal buon Henry emerge il terribile Mister Edward Hyde. Lo strano caso narrato (1886) da Stevenson appare ai nostri occhi una singolare anticipazione della teoria della mente plurale (oggi di gran moda tra i cognitivisti che si occupano di identità personale), pur restando un anello nella catena delle metamorfosi (che tante ne ha combinate da Ovidio a Kafka) e una metafora del destino. Non vale soprattutto per Jekyll il detto: «Divieni ciò che sei»? Al di là di tutte le sue oneste intenzioni, il nostro improvvisato scienziato dell'anima prende sempre più gusto, «come uno scolaretto, a buttarsi a capofitto nel mare dell'arbitrio». Quel che i custodi della moralità e del civismo, come l'implacabile avvocato Utterson del romanzo, chiamerebbero «licenza», per Jekyll-diventato-Hyde è solo «libertà». Simile in ciò ai cattivi di altre narrazioni stevensoniane, come i pirati dell' Isola del Tesoro o il fratello malvagio del Signore di Ballantrae , «Ted» Hyde risulta non solo più affascinante del Jekyll perbene da cui è scaturito (e degli esponenti dell'establishment che lo perseguitano), ma anche più coerente di qualsiasi «spirito negativo». Ha scoperto «la tremante immaterialità, la mutevolezza simile a nebbia di questo corpo apparentemente tanto solido nel quale noi viviamo». Proprio per questo Ted, nel ritirarsi compiaciuto nella dimora di Jekyll e nel nascondere così dietro rispettabili apparenze la realtà dei suoi delitti, non manca di esclamare: «Pensate, non esistevo neppure!».
Prendiamolo dunque come compagno questo cavaliere inesistente del Male, poiché ci ammonisce su quanto sia disastroso qualsiasi tentativo di impiantare il Bene per forza, in noi stessi o negli altri (e per dirla con Paul Feyerabend, se anche il Bene alla fine dominasse, come faremmo a tornare al Male?). Dopo tutto, potrebbero aver avuto ragione gli antichi Persiani che concepivano un Dio doppio, benevolo (Ormuzd) e malvagio (Ahriman) - solo che i loro teologi li tenevano separati, mentre uno scrittore come Stevenson ci fa sospettare che quelle due persone sono una in sostanza.


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Date: 07 May, 2002 on 10:13
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