Il convegno dell’«Osservatorio giovani editori» la prossima settimana a Bagnaia

«Il giornale come libro di testo»

Le proposte sui quotidiani di 200 mila studenti direttamente ai direttori

MILANO - Il tema dell’intervento del ministro all’Istruzione, Letizia Moratti, promette bene: «Un nuovo rapporto fra scuola e lettura». Il giornale potrà diventare un libro di testo su cui imparare non solo la storia ma, soprattutto, la buona abitudine al leggere (e al ragionare)? E’ la scommessa della Bagnaia, a due passi da Siena, dove venerdì e sabato della prossima settimana si terrà un convegno sull’editoria, confronto a tutto campo fra giornalisti, studenti, ministri e rappresentati delle istituzioni, perché i piccoli lettori, da soli, non crescono. Bisogna invece mettere insieme energie ed idee per ricostruire il rapporto fra ragazzi e giornali che oggi appare sfilacciato, estemporaneo, assai poco «familiare». Un vero «incontro di lavoro», lo chiama Andrea Ceccherini, presidente dell’Osservatorio giovani-editori, che ieri ha presentato il convegno e che da due anni porta avanti il progetto «Quotidiano in classe» insieme alla Rcs- Corriere della Sera , alla Poligrafici Editoriale e, da un paio di mesi, anche a Il Sole 24 Ore . Titolo della due giorni: «Crescere fra le righe». «E’ l’occasione per onorare un impegno preso con i 200 mila studenti delle Superiori che hanno lavorato seriamente con noi negli ultimi due anni, leggendo in classe il giornale, analizzandolo e rispondendo ai questionari - spiega Ceccherini -. Avevamo promesso che le loro proposte sarebbero arrivate dritte nelle mani di direttori ed editori, cioè di coloro che i giornali possono cambiarli sul serio. E’ questo accadrà alla Bagnaia».
Il programma: agli incontri parteciperanno rappresentanti delle istituzioni e del governo, nomi dell’editoria e del giornalismo e, in egual numero, studenti delle scuole superiori, tanto per riequilibrare gli schieramenti in campo. In apertura verrà presentata una ricerca elaborata dall’Eurisko e basata sui dati raccolti nelle 7 mila aule di «Quotidiano in classe» per capire chi sono i giovani, cosa vogliono, qual è il loro rapporto con i giornali, come li valutano e come li vorrebbero cambiare.
Sarà proprio dalle loro idee e dai loro suggerimenti che prenderà il via il dibattito. Venerdì 10 parteciperanno il sottosegretario alla presidenza del Consiglio per l’editoria, Paolo Bonaiuti, e il suo predecessore alla stessa carica, Vannino Chiti; il ministro della Comunicazione Maurizio Gasparri, impegnato in un faccia a faccia con l’ex ministro della Funzione pubblica Franco Bassanini; il ministro all’Istruzione Letizia Moratti. Poi largo ai direttori: Luigi Bacialli ( Il Gazzettino ), Ferruccio De Bortoli ( Corriere della Sera ), Guido Gentili ( Il Sole 24 Ore ), Giancarlo Mazzuca ( Quotidiano nazionale ), Marcello Sorgi ( La Stampa ). Del giornale a scuola discuteranno il presidente de Il Giornale , Gian Galeazzo Biazzi Vergani, il vice presidente della Poligrafici Editoriale Andrea Riffeser Monti, il presidente de Il Sole 24 Ore Guidalberto Guidi e il presidente della Rcs Cesare Romiti.
Sabato 11 dibattito sul ruolo del giornalista, ancora con direttori di quotidiani come Mino Allione ( Il Tempo ), Nino Calarco ( La Gazzetta del Sud ), Antonio Di Rosa ( Il Secolo XIX ), Vittorio Feltri ( Libero ), Gabriele Capolino ( Milano Finanza ), Giovanni Pepi (condirettore Il Giornale di Sicilia ). A seguire Giulio Andreotti, sul ruolo sociale dei quotidiani, e Thomas Curley, editore di Usa Today , una ventata internazionale. Tavola rotonda conclusiva sul futuro dei quotidiani con Andrea Ceccherini, Alberto Donati (presidente Corrieri), Guidalberto Guidi, Paolo Panerai (presidente Italia Oggi ) e Cesare Romiti. « Portare il quotidiano dentro le scuole e le università è la mossa giusta - chiude Ceccherini - se lo si considera per quello che è: uno straordinario strumento di formazione».

Daniela Monti