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Sfida online per la burocrazia globale L´Italia prova a recuperare il ritardo
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1. Sfida online per la burocrazia globale L´Italia prova a recuperare il ritardo
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da La Stampa
Lunedì, 29 Aprile 2002

Sfida online per la burocrazia globale L´Italia prova a recuperare il ritardo

Nel mondo è esplosa la voglia di e-government, cioè di servizi pubblici telematici via computer, telefonino o tv digitale. Ci sono paesi come il Canada i cui governi offrono già quasi tutto online, altri (come gli Usa e alcuni in Asia) si stanno adeguando. E l´Europa? Va così così, con l´Italia fanalino di coda. Una ricerca internazionale ci colloca al 21° posto su 23 Stati sondati, ma ci gratifica anche di un valido piano governativo per recuperare il tempo perduto. Quali servizi si possono offrire online? Quasi tutti, alcuni impensabili: dal pagamento delle tasse al disbrigo delle pratiche automobilistiche, dall´offerta di posti di lavoro al controllo a distanza delle condizioni di salute e della dieta e persino degli arresti

IL PIANO STANCA: GRANDI PROMESSE E ALCUNE REALTÀ PER SCUOLA, LAVORO, BUROCRAZIA E SALUTE
Servizi pubblici online, l´Italia tenta la rimonta
Dagli Usa all´Asia esplode l´e-government, Brasile e Malaysia meglio di Roma

A Singapore c´è un servizio unico al mondo: se vivete lì e vi attende un processo, un messaggino Sms vi ricorda in che giorno e a che ora dovete farvi trovare in tribunale. In Finlandia, il paese più telefoninizzato del pianeta, col cellulare potete iscrivervi agli esami dell´università e grazie ai servizi bancari via Internet potete pagare persino le multe e le tasse col telefonino, mentre passeggiate nel parco o prendete una grappa al bar (però non è questo il modo migliore per gustarsi il drink). In Italia le frontiere dell´e-government, cioè delle nuove tecnologie applicate ai rapporti fra cittadini e istituzioni, non sono così avanzate. Pur avendo ospitato il mese scorso a Palermo un convegno mondiale sull´argomento, da noi l´iniziativa più ardita nel settore è stata il lancio, nel marzo 2001, della carta d´identità elettronica multiuso (tessera sanitaria eccetera) ma il successo non è finora clamoroso: pochi hanno potuto averla e forse non è stata neanche tanto richiesta. Un´impietosa classifica stilata da Accenture, la più grande società mondiale nell´applicazione della tecnologia al management e all´organizzazione d´impresa, ci piazza al 21° posto fra i 23 paesi sondati. Subito davanti a noi ci sono il Portogallo, il Brasile e la Malaysia, dietro soltanto il Sud Africa e il Messico. Però lo studio ci gratifica di «un piano ambizioso di cui l´Italia dovrebbe cogliere i frutti nel giro di pochi anni», curato dal ministro per l´innovazione e la tecnologia Lucio Stanca. Una difficoltà evidenziata dal rapporto è che ogni iniziativa del governo italiano deve fare assegnamento sulle Regioni e le autorità locali, autonome e quindi in grado, per mancanza di volontà o per incapacità, di bloccare molto o anche tutto. Da questo punto di vista, gli Stati più centralizzati come la Francia risultano avvantaggiati, e Accenture loda l´esempio dell´Irlanda che sta creando un´agenzia interdipartimentale che funzionerà come sportello unico online, per qualunque questione burocratica (la concessione di permessi eccetera) in tutto il paese. Ma lo studio sottolinea che anche un sistema federale come quello americano può ottenere risultati analoghi: in Usa gli investimenti puntano prioritariamente proprio a massimizzare l´inter-operatività fra i diversi gradi di governo e a minimizzare le ridondanze. Così dobbiamo fare anche noi. Due segnalazioni. La ricerca nota che in Italia il portale del governo www.governo.it è più strutturato sulle organizzazioni burocratiche interne che sui bisogni dei cittadini ma sottolinea anche che www.apertoalpubblico.it risponde bene invece a questa seconda esigenza. E Accenture loda www.poste.it come esempio di quel che dovrebbe essere un servizio online. Per ora l´e-government a livello globale fa affidamento soprattutto sui computer, ma in questo modo difficilmente potrà servire la totalità dei cittadini di un paese. Per fortuna, esistono due strumenti più potenti e davvero pervasivi. Uno è il cellulare. Accenture valuta che dai 727 milioni di pezzi in uso nel 2001 si passerà a 1 miliardo e mezzo nel 2005; fra essi, 500 milioni offriranno un accesso a Internet. Anche qui, però, ci sono dei limiti oggettivi d´uso: pare che in Germania, fra chi già potrebbe navigare in Rete col suo telefonino, solo il 16% ne approfitti e lo faccia davvero; in Gran Bretagna il 10%, negli Stati Uniti appena il 5%: gli altri parlano, mandano Sms e basta. Le diavolerie incorporate nei Gsm, Wap e Gprs attuali sono già considerate troppo complicate. Ma c´è l´incoraggiante esempio del Giappone dove gli internauti cellularizzati ed effettivamente attivi sono già oggi il 72%, indicando la strada a un promettente sviluppo globale. Ancora più solida nelle sue prospettive è l´altra alternativa al computer, cioè la televisione potenziata, digitalizzata e collegata a Internet. Il menù di servizi offerto per questo tramite in ogni casa dalle autorità pubbliche potrebbe comprendere: il pagamento delle tasse e il rimborso dei crediti d´imposta; il disbrigo delle pratiche automobilistiche; l´offerta di posti di lavoro; il controllo a distanza delle condizioni di salute e della dieta degli anziani; la verifica del rispetto degli arresti domiciliari senza bisogno di braccialetti elettronici, ma con il semplice controllo della voce o con analoghe tecniche biometriche (riconoscimento delle impronte digitali, dell´iride eccetera); e questi sono solo alcuni esempi di ausilio che l´e-government può dare alle istituzioni e ai cittadini in campi diversi. Il rapporto Accenture 2002 (che fotografa la situazione mondiale a metà gennaio) sottolinea però che portare ai cittadini servizi più veloci, più efficienti, più a buon mercato, più personalizzati e disponibili 24 ore su 24 non è solo questione di tecnologia. Le sfide sono complesse: legali, amministrative, sociali e politiche. I rapporti del 2000 e 2001 avevano deprecato una certa faciloneria da parte dei governi nel credere che bastasse mettere a disposizione del pubblico un po´ di servizi online perché la gente si precipitasse a usarli. Ora, invece, «le autorità hanno incorporato servizi di marketing nelle loro attività di e-government per incoraggiare gli utenti ad approfittarne, indirizzando ogni servizio e messaggio a specifici settori di pubblico». Un´altra ingenuità stava nel ritenere che i servizi online avrebbero automaticamente tagliato i costi: assurdo, perché almeno all´inizio non hanno fatto altro che creare dei doppioni, ed era inevitabile che così fosse. Secondo Accenture il problema si supererà solo quando ci sarà una totale integrazione fra uffici «fisici» e servizi online e ogni transazione che coinvolga autorità e cittadini potrà essere completamente realizzata online. «Raggiungere questa totale integrazione - si legge nel rapporto - richiede un cambiamento completo delle strutture amministrative». A che punto siamo? Il confronto internazionale dice che alcuni paesi ci sono quasi arrivati. Accenture ha costruito un indice sintetico che illustra per 169 servizi pubblici, idonei a essere prestati online, la percentuale di quelli che effettivamente sono disponibili in questa forma nei singoli paesi. Lo Stato più avanzato risulta il Canada, che è al 60% e conta di raggiungere il 100% nel 2004. La piccola isola di Singapore e i grandi Usa hanno superato nel 2002 il 50%. La maggior parte degli europei stanno attorno al 40% mentre l´Italia deve accontentarsi di poco più del 20%. Anche l´incremento annuale fra il gennaio 2001 e il gennaio 2002 di questo indice di innovazione nell´e-government è per l´Italia inferiore alla media (circa +9% contro +12%). Comunque il movimento è generale e veloce.

Luigi Grassia


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Date: 29 Apr, 2002 on 08:10
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