Prima Pagina
Reg. Tribunale Lecce n. 662 del 01.07.1997
- ISSN 1973-252X
Direttore responsabile: Dario Cillo


Edscuola Board
Edscuola Board Discussion Forum.
Index / Educazione&Scuola© - Archivio Rassegne / Educazione&Scuola© - Rassegna Stampa (Archivio 2)
author message
La sfida della filosofa che studia la realtà
Post a new topic Reply to this Topic Printable Version of this Topic
edscuola
Administrator
in Educazione&Scuola

View this member's profile
posts: 13944
since: 23 May, 2001
1. La sfida della filosofa che studia la realtà
Reply to this topic with quote Modify your message
da Il Corriere della Sera
Lunedì, 29 Aprile 2002

La sfida della filosofa che studia la realtà «Se la mente si impigrisce vincono i maghi»
Roberta De Monticelli: sono emigrata in Svizzera, in Italia fanno carriera i portaborse


MILANO - «E se la filosofia diventasse di grande aiuto per una società che sta perdendo fiducia in se stessa? Se fermarsi a osservare il senso comune, la realtà per quella che è, fosse un dovere, in un Paese che cerca di sfuggire la scienza e il suo rigore? Penso che la fenomenologia, una delle strade della ricerca filosofica contemporanea, potrebbe aiutare moltissimo tutti noi. Difficile? Impossibile? Proviamo a liberarci dei nostri condizionamenti, proviamo a separare i pregiudizi dall’osservazione delle cose e del mondo che ci circondano. Rilassiamoci e poniamoci delle domande. Per esempio: cosa vuol dire conoscere una persona? E che cos’è una persona, indipendentemente da quei tratti del suo manifestarsi, del suo apparire, del suo modo di agire, del suo modo di amare e di odiare, di gioire o soffrire, insomma del suo modo di vivere? Una persona, come ogni cosa reale, è certamente molto di più della sua apparenza. Come un libro, un quadro, un identikit di un presunto colpevole... Diversamente dagli oggetti, però, l’individuo ha un’anima ed è indivisibile. Ecco, io studio i meccanismi della conoscenza, del sentire, della costruzione di un sistema di valori». La signora milanese elegante che cerca di spiegarmi con parole semplici cose difficili, ma molto affascinanti, si chiama Roberta De Monticelli. Ha quasi cinquant’anni, è professore ordinario di Filosofia moderna e contemporanea all’Università di Ginevra, ha un figlio, Federico, di quattordici anni, un marito che insegna Economia a Pisa. E’ di passaggio nella sua città, che adora, «Milano è la mia casa, la mia poltrona. Come tutti gli emigranti, sono molto patriottica e detesto le critiche rassegnate e provinciali sul nostro Paese. All’estero non c’è alcun paradiso da invidiare, anzi».
Segue con passione il progetto di creare proprio qui una nuova facoltà di Filosofia, progetto ideato da don Verzè, Edoardo Boncinelli e Massimo Cacciari. «E’ arrivato il momento di dare il via a una seria rifondazione. L’Italia ha bisogno di nuovi filosofi e i giovani hanno necessità di capire la realtà in cui sono immersi. Tutte le scienze sociali, prima fra tutte la psicologia tuttora praticata e applicata, sono ferme a un secolo fa. Le scoperte biologiche, le nuove frontiere della scienza, la medicina della nascita e della morte, la possibilità della fecondazione in provetta e della vita clonata, gli esperimenti sull’apprendimento, le informazioni sul genoma: siamo costretti, tutti i giorni, a misurarci con interrogativi impensabili ai tempi di Freud. E, invece, fino ad oggi, la filosofia italiana è rimasta prevalentemente legata alla storia, allo studio del passato. La mia speranza è che si leghino insieme la scienza e la filosofia: se non cerchiamo di offrire gli strumenti per riflettere e tentare di comprendere il nuovo che ci sta sconvolgendo, la gente finirà in massa dal mago, dallo stregone, dal guru». Come è sempre accaduto nella storia. Quando la mente si impigrisce e vuole sfuggire la realtà, arrivano le cartomanti.
Roberta De Monticelli ha studiato da ragazza al liceo classico Manzoni. Si è poi iscritta alla Scuola Normale di Pisa, «che era una leggenda, il mio sogno». Da Pisa, con una lunga serie di borse di studio, si è poi spostata verso Bonn, Zurigo e Oxford. Dal 1989 insegna in Svizzera. Ha scritto diversi saggi e un libro di poesie, «Dal vivo» (Rizzoli), dedicato al figlio. La sua ricerca personale consiste nello studio delle emozioni, delle sensazioni, delle esperienze che vanno oltre i cinque sensi. Un campo di indagine sterminato, che comprende tutta la realtà: persone, oggetti, situazioni, l’universo con cui entriamo in contatto diretto grazie all’esperienza.
La fenomenologia, secondo lei, «consiste semplicemente nel fermarsi e osservare. E’ la disciplina del candore e del rigore: un attimo dopo avere guardato, diventa inevitabile domandarsi se quanto abbiamo visto sia o meno giusto. Se sia logico. Se corrisponda alla nostra idea di realtà. Quando le sensazioni riguardano gli altri individui, la percezione che ne abbiamo è sempre nuova, sempre diversa. Noi fenomenologi abbiamo definito questo momento dell’esperienza con un termine, l’empatia».
Alt. E’ vero che i libri della De Monticelli sono scritti in modo chiaro e comprensibile, ma una lezione di filosofia su un giornale... «Ha ragione. Eppure, se sapesse come è semplice. E come è appassionante riflettere su noi stessi. E’ un vero peccato che i ministri e i politici italiani ritengano chiacchiere inutili tutte le riflessioni sulla mente e sul pensiero umano». La passione per lo studio e per l’università hanno tagliato in due la vita della sua famiglia: «Praticamente abitiamo lungo la linea ferroviaria Pisa-Ginevra. E forse, con il mio compagno, siamo ancora felicemente insieme, dopo tanti anni, grazie alla lunga distanza. Ho vinto la cattedra di Ginevra mentre ero incinta di sette mesi, rinunciai per questo all’altro posto che mi avevano offerto presso l’Università di Chicago. Arrivai con la valigia e chiesi a un collega: ma devo proprio cominciare subito, sono sola, non ho parenti qui, come farò? Lui, calmo: Io ho sette figli e vengo all’università tutti i giorni. Avrei voluto rispondergli: ma io non ho una moglie a casa».
A Ginevra la De Monticelli occupa una cattedra che fu di una donna importante, nel pensiero filosofico contemporaneo: Jean Hersch, compagna di studi di Hannah Arendt, allieva di Jaspers e Heidegger, «negli anni Trenta frequentò l’università in Germania. Fu fatta precipitosamente rientrare in Svizzera, prima che fosse troppo tardi». In Italia, lo dice con una punta di rammarico, «non c’è mai stato un posto per me. Il sistema di reclutamento organizzato dalla cultura di sinistra era fondato sul piccolo mondo locale. In certi anni era più facile diventare docente avendo portato la borsa di Tizio, che non studiando e pubblicando in giro per il mondo. Detto questo, devo moltissimo alla scuola pubblica italiana, che è comunque e nonostante tutto ottima». Per un convegno su «La Persona: corpo, spirito, valori», che si terrà dal 27 al 29 maggio a Ginevra, De Monticelli ha invitato anche medici, teologi, psicologi. Perché, per andare alla radice del nostro rapporto con il mondo, «la filosofia da sola non basta».
Non resta che sperare, sinceramente, che la fenomenologia ci liberi dal fenomeno delle magie televisive, delle messe nere e dalle superstizioni dilaganti. «Lavoriamo per questo», chiude ottimista la signora milanese. Avrete molto da fare, allora: auguri.

bpalombelli@corriere.it


http://www.edscuola.it
http://www.edscuola.com
Mail: redazione@edscuola.com
Date: 29 Apr, 2002 on 08:06
La sfida della filosofa che studia la realtà
Post a new topic Reply to this Topic Printable Version of this Topic
All times are GMT +2. < Prev. Page | P.1 | Next Page >
Go to:
 

Powered by UltraBoard 2000 Personal Edition,
Copyright © UltraScripts.com, Inc. 1999-2000.

Archivio
Archivio Forum
Archivio Rassegne