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Due referendum liberal-democratici
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1. Due referendum liberal-democratici
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da La Stampa
Giovedì, 25 Aprile 2002

PRESENTATO IL PRIMO QUESITO SULLE ROGATORIE, POI QUELLO SUL CONFLITTO D´INTERESSI

«Due referendum liberal-democratici»
Segni: non sono contro il premier, ma per la libertà d´informazione

DAVANTI il «Palazzaccio», dove Moretti e soci qualche settimana fa hanno aperto la stagione dei girotondi, ieri mattina si è ripresentata una compagnia di giro scomparsa dalla circolazione da un po´, dopo la sconfitta del referendum sul maggioritario del `99, reiterata poi il 21 maggio 2000 sui sette quesiti radicali. E´ lo schieramento «trasversale» referendario, con Mariotto Segni (sì, proprio lui, l´eurodeputato eletto per il «Patto Segni» ancora una volta in pista), Antonio Di Pietro, Arturo Parisi, e poi Marco Rizzo (Pdci), Pino Pisicchio (Ulivo), Gabriella Pistone (Prc). Tutti in Cassazione a presentare il referendum che intende abrogare la legge sulle rogatorie appena varata dal Parlamento, ma con l´intenzione di aggiungere alla raccolta delle firme (da chiudere entro il 30 settembre) anche la legge sul conflitto di interessi, «un minuto dopo che sarà approvata» -, a meno che non passi l´emendamento Occhetto-Segni con il quale si distingue tra proprietà dei mezzi di informazione e proprietà di altre attività produttive. Conseguenza: il «padre» dei referendum trasversali, alla vigilia di una nuova battaglia che potrebbe portare nella primavera del 2003 ad un referendum «pro o contro Berlusconi» (al di là della volontà dei proponenti), chiede all´Ulivo di non impegnarsi nell´ostruzionismo alla legge Frattini, in attesa di un impegno «liberal-democratico» contro quelle norme,


On. Segni, ma allora raccogliete già le firme contro una legge non ancora votata dal Parlamento?

«Evidentemente no, ma la decisione è presa. Siamo pronti a farlo un minuto dopo il varo di quel provvedimento, perché vogliamo difendere il pluralismo nell´informazione, a meno che..,».

A meno che cosa?

«Che passi l´emendamento che ho preparato con Occhetto, nel quale cioè la proprietà di un giornale o di una tv è diversa da quella di una fabbrica di frigoriferi, per chi fa il presidente del Consiglio. Perciò chiedo all´Ulivo di impegnarsi su questa battaglia, ma poi di non usare mezzi ostruzionisti, perché l´esito in aula è segnato».

Dunque, sfiducia verso il Parlamento?

«Ma no, anzi. Voglio tranquillizzare quanti temono che si voglia andare fuori ai canali costituzionali: il referendum è lo strumento principale a disposizione dei cittadini per fermare leggi sbagliate».

Però, politicamente questo piace ai «girotondini». La loro compagnia la disturba?

«Con me in Cassazione c´erano i protagonisti delle prime battaglie referendarie degli anni 90, da Occhetto a Ciccardini. Allora con il maggioritario abbiamo dato stabilità all´Italia».

Ma nel `99 e nel 2000 non si è raggiunto il quorum...

Certo, però credo che la battaglia sul conflitto di interessi interessi la gente, che andrà a votare».

Allora sarà un referendum contro Berlusconi.

«No. Deve essere chiaro che, quale che sia poi il risultato del referendum, il governo ha il mandato per governare cinque anni. Nessuno lo mette in dubbio, meno che mai io».

Anche se vincerete, quando si voterà , a primavera del 2003?

«Assolutamente: il referendum è su punti fondamentali delle garanzie democratiche, non sul governo».

Cioè?

«Questi due referendum sono liberal-democratici, di garanzia. Qualcuno dirà che è una manovra della sinistra contro Berlusconi, però io sono un uomo di centrodestra e mi spiace che proprio in casa mia si abbandoni questa battaglia di libertà dell´informazione, solo perché c´è Berlusconi. Da giovane deputato Dc feci mi schierai contro il Pci che difendeva il monopolio Rai. Sono nello stesso fronte, con chi ci sta. Con noi voteranno anche gli elettori non di sinistra».


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Date: 25 Apr, 2002 on 09:11
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