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La scuola deve educare all´Europa
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1. La scuola deve educare all´Europa
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da La Stampa
Domenica, 21 Aprile 2002

IL PRESIDENTE DELL´IFIL AL CONVEGNO A CUI HA PARTECIPATO IL MINISTRO MORATTI
«La scuola deve educare all´Europa»
Umberto Agnelli: attenzione alla rapidità della riforma

inviato a MILANO

Più Europa, cioè più mobilità degli studenti verso l´estero, più lingue straniere, più stage, più educazione civica comunitaria, più formazione permanente. Il tutto affidato ad un sistema di scuole pubbliche, statali e non statali. E´ il messaggio di Letizia Moratti e Umberto Agnelli a conclusione del convegno su «L´educazione e istruzione nel XXI secolo», promosso a Milano dalla Fondazione Liberal e coordinato dal presidente della Commissione Cultura della Camera, Ferdinando Adornato. La manifestazione si è chiusa ieri al Teatro Strehler dove è intervento anche il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, accolto da una ovazione da stadio, come gesto di solidarietà per l´incidente accaduto al «Pirellone» e di apprezzamento per la sollecitudine con cui la Regione ha saputo reagire alla tragedia. Il presidente dell´Ifil, Umberto Agnelli ha sostenuto che «la scuola non può essere ristrutturata con la rapidità con cui si fa un "reingeneering" in un'azienda. E´ giusto sicuramente porre l'accento sulla necessità d´introdurre la cultura pratica nella scuola, ma non credo sia opportuno avviare un processo spinto di omologazione alla cultura pratica». Nella scuola italiana «la priorità va data ad un consistente programma di educazione civica europea», perché «non è accettabile che milioni di giovani usino l'euro senza avere le idee chiare su che cosa sono le istituzioni europee». Inoltre «bisogna valorizzare gli "istituti di eccellenza" cioè quelle scuole che possono essere esempio pilota per le altre», infine «la cosiddetta integrazione tra scuola e formazione deve fare perno sulla scuola. Occorre apportare le risorse umane e tecniche in iniziative e corsi che si svolgano a latere dei corsi scolastici e di qui far scaturire il meccanismo degli stage, senza per questo nulla modificare nella competenza delle Regioni e delle Province sul circuito della formazione professionale». Pronta la risposta di Letizia Moratti, in assoluta sintonia: «Il nostro obiettivo è proprio quello di dare vita a uno spazio europeo dell'istruzione. Senza negare le diversità». «Il Vecchio Continente ha ancora una massa di 150 milioni di cittadini - ha illustrato il ministro - con un insufficiente livello di preparazione di base, i regimi scolastici sono ancora tropo poco armonizzati, gli scambi tra studenti universitari sono ancora ridotti, l´83% dei laureati non ha mai fatto un'esperienza di studio all' estero, solo il 3,6% vi ha fatto una tesi, poco più del 6% vi ha sostenuto almeno un esame. Dunque è verso una europeizzazione della nostra scuola che si deve procedere». In ordine a questa esigenza il ministro ha proposto due strumenti principali: da un lato la «formazione permanente» (long life learning) estesa da subito anche agli adulti, con ampliamento dei programmi comunitari di scambi di studio, come Socrates o Erasmus; dall'altro una maggiore mobilità degli studenti sostenuta da una rete di borse di studio, indennità, sovvenzioni, prestiti. Va da sé che strumento principe di integrazione comunitaria resta la conoscenza delle delle lingue, e la nuova riforma - ha ricordato la signora Moratti - ne rende obbligatorie almeno due. Oltre che alla frontiera «europea», ieri tutti i relatori hanno fatto riferimento all´istanza più forte che il convegno di Liberal ha lanciato, quella di una scuola «paritaria» che - posto uno standard nazionale comune - preveda la partecipazione concomitante di pubblico e privato: tesi cara sia al mondo cattolico che a quello liberale. Su questo tema è intervenuto il presidente lombardo Roberto Formigoni: «Diversi modelli culturali e pedagogici - ha detto - devono essere in competizione tra loro. Questa è la sfida della modernità: ciò che non funziona più sono le rendite di posizione. Quando vedo migliaia di studenti che scendono in piazza contro la proposta liberante di questo governo allora mi rendo conto che quella dell'educazione è la questione cruciale, il tema più importante».

Raffaello Masci


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Date: 21 Apr, 2002 on 11:10
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