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Auditorium di Roma, il più grande strumento musicale
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1. Auditorium di Roma, il più grande strumento musicale
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da Il Corriere della Sera
Domenica, 21 Aprile 2002

Si inaugura oggi con 13 concerti la struttura di Renzo Piano. Nuova sfida dell’acustica

Auditorium di Roma, il più grande strumento musicale

di ARMANDO TORNO

Ogni età ha la sua acustica. E ogni acustica dà vita a una sua musica. Incontrando l’architetto Renzo Piano nel cantiere dell’Auditorium di Roma, dove i tralicci si arrampicano ancora e i trapani non cessano le loro cacofoniche litanie, ci si rende conto che queste tre sale, simili ad altrettante casse strumentali, racchiudono calcoli e speranze di secoli. Non è una regola fissa, ma i corali di Bach furono scritti per essere eseguiti nella Tomaskirche di Lipsia e alcuni brani elettronici Stockhausen li pensò per le grotte libanesi di Jeita; insomma non si può negare che molta musica occidentale sia intimamente legata agli spazi in cui doveva essere ascoltata. Del resto Wagner volle un suo teatro, che si inaugurò nel 1876 a Bayreuth, lontano dal bel mondo delle città, con un’architettura ridotta all’essenziale. Modificò le strutture tradizionali, logge e platea furono eliminate.
Ora il celebre architetto pone il suggello a quella che si può definire una concezione opposta alle antiche, forse una sorta di ampliamento degli ideali wagneriani: ha ideato sale con caratteristiche diverse per porle al servizio della musica, per consentire alle creazioni di ogni tempo di esprimersi al meglio. È possibile? Piano ci ricorda: «In Italia si sono costruiti soprattutto teatri lirici, mentre in Germania, già nell’Ottocento, si progettava per la musica sinfonica».
Ha ragione. Non a caso Giuseppe Verdi amava ripetere: «L’arte nostra non è l’istrumentale».
Del resto, anche una semplice occhiata alla storia dei progetti ci mostra vicende a dir poco avventurose. Non è esagerato affermare che sino alla metà dell’Ottocento il testo di maggior riferimento restava il De architectura del romano Vitruvio e che le biblioteche erano zeppe di opere di ogni genere, molte delle quali strampalate e stravaganti, anche se divertenti da leggere. È inoltre innegabile che la seconda metà di quel secolo conobbe una vera e propria febbre edilizia per le sale da musica, soprattutto in America. Alcune furono dei fallimenti, come l’Auditorium di Chicago, inaugurato il 9 dicembre 1889. Nei progetti il soffitto ellittico avrebbe dovuto diffondere soavemente il suono riflesso, ma in realtà lo focalizzò nei posti centrali. Nessuno si perse d’animo. La sala era immensa e così fu utilizzata per delle gran mangiate, a cui parteciparono oltre mille commensali. Si innalzarono sale con accorgimenti anche nella foresta amazzonica. È il caso di Manaus, in Brasile, dove il Teatro dell’Opera fu isolato dai rumori delle strade lastricando le medesime di gomma (tanto ce n’era a volontà).
Ma, come dicevamo, ogni epoca cerca e trova una sua acustica. I predicatori che minacciavano le pene infernali dovevano essere ascoltati da tutti senza microfono; per i teatri lirici ci si preoccupò soprattutto della resa vocale; le sale da musica della nobiltà avevano uno scopo domestico e i musicanti in livrea erano più decorativi che virtuosi. Per la resa acustica si crucciarono Leonardo e Bramante, i costruttori di cattedrali e Michelangelo, che non esitò a buttar giù dalle impalcature qualche burocrate papale dalla voce antipatica. «Certo, il progresso che si è fatto in questi ultimi vent’anni è stato rivoluzionario», ricorda Piano. Helmut Müller è «il mago dell’acustica» che ha seguito i lavori. Ieri alla prova generale esprimeva soddisfazione.
Non staremo a ripetere le caratteristiche delle tre sale, due delle quali ultimate e la più grande, quella da 2800 posti, sarà inaugurata il prossimo 21 dicembre. Diremo che in questo Auditorium di Roma, che diventerà un simbolo della musica contemporanea, vi sono 6.020.000 chilogrammi di acciaio, 2,5 milioni di mattoni bizantini, 65.000 metri quadri di murature e 58 mila di rivestimenti. Certo, sono cifre. Ma con esse è stato costruito il più grande strumento musicale che esista.

Armando Torno


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Date: 21 Apr, 2002 on 11:08
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