Il velivolo da turismo era guidato da uno svizzero di 67 anni. La paura di un altro 11 settembre: la Casa Bianca telefona a Roma. Brividi nelle Borse

Aereo contro il Pirellone, angoscia a Milano e nel mondo

Colpito il ventiseiesimo piano del grattacielo: tre morti e decine di feriti. Scajola: è stato un incidente

MILANO - Il mondo ha temuto ieri un nuovo 11 settembre, una replica in scala minore del dramma delle Torri gemelle di New York. È accaduto quando alle 17.47 un aereo da turismo si è schiantato contro il grattacielo Pirelli, sede dell’amministrazione regionale lombarda, di fronte alla Stazione Centrale. Tre i morti, tra cui il pilota. Decine di feriti. Le ricostruzioni hanno portato il ministro dell’Interno Claudio Scajola a escludere che si sia trattato di un atto terroristico: «È stato un incidente». L’incidente. L’aereo, un monomotore Rockwell Commander, era decollato da Locarno. Ai comandi c’era Gino Fasulo, imprenditore elvetico di origini campane, 67 anni, pilota esperto con frequenti voli internazionali. Fasulo, titolare anche di una finanziaria panamense, sarebbe stato segnalato alle forze dell’ordine per vecchi episodi di contrabbando. L’aereo era diretto a Linate: dopo aver segnalato alla Torre di controllo un problema al carrello, ha cominciato la sua fatale discesa, centrando il ventiseiesimo piano del Pirellone. Violentissimo l’impatto: l’esplosione è stata udita in molte zone della città. Le altre due vittime sono avvocatesse della Regione. I feriti - decine - sono stati soccorsi nelle immediate vicinanze dello storico grattacielo.
Le reazioni. Nei primi momenti anche il presidente del Senato, Marcello Pera, ha parlato di attentato. Il presidente americano George Bush ha telefonato a Roma. Costernati il sindaco di Milano Albertini, in viaggio in Canada, e il presidente della Regione Formigoni, in visita in India. Il timore di un assalto terroristico ha fatto calare le Borse, che si sono riprese nella chiusura.