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Le nozze fra musei e privati
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1. Le nozze fra musei e privati
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da La Stampa
Venerdì, 19 Aprile 2002

CONVEGNO A ROMA
Le nozze fra musei e privati

ROMA IPOTESI a confronto sul museo-impresa. Le associazioni per la tutela artistica rilanciano il dibattito sul ruolo dei privati nella gestione del patrimonio culturale. Nella giornata di studio organizzata ieri all´Enciclopedia Italiana, Italia Nostra ha messo attorno allo stesso tavolo industriali, soprintendenti, parlamentari e ricercatori per discutere del nuovo disegno di legge delega al governo sul riassetto e la codificazione in materia di tesori d´arte. «Occorre valutare bene cosa si intenda per riorganizzazione dei servizi offerti attraverso la concessione a privati - osserva Desideria Pasolini dall´Onda, presidente di Italia Nostra - è un passaggio-chiave che può permettere di ridisegnare l´intero settore delle politiche culturali in Italia». Una preoccupazione ridimensionata da Vittorio Sgarbi. Partendo dalla constatazione che «non costa niente consultare i libri nelle biblioteche», il viceministro della Cultura ha annunciato musei gratuiti «a ore»: a questo dovrebbe servire l´ingresso dei privati nella gestione dei beni culturali. «Forse sono troppo di sinistra - ha affermato Sgarbi - ma perché si deve pagare per studiare Botticelli, mentre non c´è biglietto per leggere Machiavelli? Sono dell´idea che tra biblioteca e pinacoteca non debba più esserci alcuna differenza». In risposta ai dubbi di Italia nostra, il sottosegretario precisa che affidare servizi alla gestione dei privati servirà a destinare alcune fasce orarie all´ingresso gratuito, mentre altre, come le visite serali esclusive, potrebbero esser fatte pagare profumatamente. «I musei hanno una funzione formativa, di conoscenza e non meramente turistica - ha sostenuto Sgarbi nel suo intervento al forum - la tutela (affidata alla direzione scientifica dei musei) è un punto cruciale nella politica del governo. Le soprintendenze, invece, dovrebbero ispirare il loro operato a Italia Nostra e Fai che sono da sempre il nostro modello di riferimento». Nel corso del convegno è stata presentata come esperienza di positiva cooperazione tra pubblico e privati quella del museo d´arte contemporanea di Rivoli, il cui presidente, Cesare Annibaldi, che guida anche Palazzo Grassi, ha sottolineato quanto i modelli di efficienza delle imprese, se ben applicati, possano favorire la valorizzazione dei tesori d´arte. Il museo piemontese, dedicato in maniera specifica alla produzione artistica contemporanea, rappresenta, infatti, un caso quasi unico in Italia per l´impostazione specialistica e spiccatamente internazionale della sua attività. La struttura espositiva, sorta nel 1984 grazie all´iniziativa della Regione Piemonte e al sostegno della Fiat, ospita una collezione permanente di fama mondiale (tra gli altri: Lucio Fontana, Sol LeWitt, Michelangelo Pistoletto, Giovanni Anselmo), le mostre d´arte contemporanea, il teatro e la biblioteca. «I buoni rapporti instaurati dal Castello di Rivoli con fondazioni, musei, collezionisti e artisti - osserva Annibaldi - hanno permesso fino ad oggi lo sviluppo di un programma di alto profilo e ciò dimostra come sia possibile far confluire gli aspetti positivi (soprattutto di dinamicità e innovazione) introdotti nei musei dalla gestione privata con quelli garantiti tradizionalmente dal pubblico». Le perplessità di Italia Nostra si estendono «al nuovo ruolo che le Regioni si stanno prendendo, per niente spaventate dagli alti costi di gestione dei musei, di cui anzi rivendicano il trasferimento agli enti locali». Al centro della contesa, dunque, c´è pure la tutela del patrimonio artistico che «le Regioni, attraverso un amplificato concetto di valorizzazione, vorrebbero strappare allo Stato».

Giacomo Galeazzi


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Date: 19 Apr, 2002 on 07:07
Le nozze fra musei e privati
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