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Articolo 18, il duello arriva in Parlamento
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1. Articolo 18, il duello arriva in Parlamento
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da Il Corriere della Sera
Martedì, 2 Aprile 2002

Al via oggi la discussione al Senato sulla delega del lavoro. Pezzotta: la Camera blocchi le modifiche. Pronti mille emendamenti dell’opposizione

Articolo 18, il duello arriva in Parlamento

Cofferati: non vogliamo far cadere il governo, l’obiettivo è cambiare la politica economica. Io? A giugno tornerò in Pirelli


ROMA - Riprende oggi al Senato il cammino del disegno di legge delega sul lavoro, cioè il provvedimento che contiene anche le modifiche dell’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori (licenziamenti). Il relatore di maggioranza, Oreste Tofani (An), sostiene che la Commissione lavoro potrebbe approvare il testo entro il 19 aprile, anche se ci sono circa 1.000 emendamenti da votare. Secondo il senatore della Margherita, Tiziano Treu, la maggioranza coltiva «solo pie illusioni». Treu, però, chiede alla Casa delle libertà di approvare gli emendamenti presentati dalla Margherita, in materia di ammortizzatori sociali (dai sussidi di disoccupazione alla cassa integrazione). Il «pacchetto Treu» ipotizza uno stanziamento di circa 516 milioni di euro (mille miliardi delle vecchie lire). I Verdi, invece, annunciano una tattica ostruzionistica. Ma nei prossimi giorni si svilupperà un calendario politico-sindacale parallelo a quello del Senato. Da giovedì l’attenzione si sposta sul congresso di An a Bologna: gli esponenti della destra sociale formuleranno, parole del ministro Gianni Alemanno, «una proposta per sbloccare il confronto sull’articolo 18». Se l’idea sarà condivisa dalle altre componenti del partito, da lunedì prossimo potrebbe scattare un nuovo tentativo di mediazione. In parallelo si muovono anche i centristi. Il ministro delle Politiche comunitarie, Rocco Buttiglione (Udc) guarda con interesse al «modello tedesco» e al suggerimento avanzato da Pietro Ichino nei giorni scorsi sul Corriere della Sera (consentire al giudice di decidere tra il reintegro e un congruo indennizzo da corrispondere al dipendente licenziato senza giusta causa).
La boa da doppiare resta, comunque, lo sciopero generale proclamato dai sindacati il 16 aprile. Durante la pausa pasquale il presidente della Confindustria, Antonio D’Amato, con un’intervista al Corriere del Mezzogiorno , aveva chiesto a tutti, «governo, sindacati e imprenditori», di ripartire dalle riforme contenute nel Libro bianco di Marco Biagi. E quindi di collegare flessibilità e revisione degli ammortizzatori sociali (più fondi ai sussidi di disoccupazione). Dal fronte sindacale arriva la risposta del segretario della Cisl, Savino Pezzotta, che richiama il Parlamento al «buonsenso»: «Speriamo che al Senato si capisca che la modifica dell’articolo 18 crea solo tensione sociale e impossibilità di dialogo e pertanto il Parlamento tolga, abroghi, o non so che cosa, ma comunque elimini dal provvedimento i riferimenti all’articolo 18. La questione è tutta lì». Pezzotta, poi, si rivolge anche al governo: «Penso che dovrebbe mantenere quanto aveva detto, e cioè rallentare l’approvazione della delega e vedere se ci sono le condizioni per riaprire il confronto con il sindacato. Secondo noi, sarebbe più opportuno ripartire dagli ammortizzatori sociali». Anche il leader della Cgil, Sergio Cofferati torna, con un’intervista al quotidiano spagnolo El País , sui «motivi» dello sciopero generale, sottolineando come «non ha fondamento sostenere che la soppressione dell’articolo 18 rappresenterebbe un vantaggio per la crescita economica». Cofferati, poi, sostiene che «la rigidità del mercato del lavoro in Italia è pura leggenda», mentre se le imprese si trovano ora in difficoltà «è perché non hanno fatto innovazione, né innalzato la qualità del lavoro. Allora credono di poter tornare a essere competitive semplicemente tagliando i costi. Ma questo è un percorso sbagliato che porta al conflitto sociale». Il segretario della Cgil, infine, tocca un aspetto politico: l’obiettivo dello sciopero «non è far cadere il governo, ma obbligarlo a raggiungere un accordo con il sindacato. Il mio obiettivo è che si cambi una parte consistente della politica economica e sociale».

G. Sar.


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Date: 02 Apr, 2002 on 08:05
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